Prologo

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Le foglie cadono lentamente dando il benvenuto all'autunno.
Ne cade una verde, un'altra rossa, poi un'altra ancora, però questa volta è gialla. Ci sono foglie piccole e altre grandi. Passeggio lentamente in mezzo a questi colori rilassandomi e perdendomi in ricordi oscuri che piano piano mi stanno distruggendo. Ricordi che dovrei dimenticare per il mio bene. Ma non posso. Non ci riesco.
Cammino passando affianco a persone che magari pensano che sono una normale ragazza di diciotto anni. Una ragazza che passa ma non si ferma neanche per salutare.
Non possono sapere che in realtà la mia normalità è stata portata via nel più brutto dei modi un anno fa.
In quella notte maledetta che mi ha reso quella che sono oggi.
Un anno fa.
Non ricordavo fosse passato già un anno. Troppo occupata a cercare un modo per liberarmi dal dolore che provo. Forse mi merito tutto questo dolore. Forse qualcuno mi sta punendo per essere stata così stupida.
Mi sta punendo tenendomi in vita. Mi sta tenendo in vita nonostante sto morendo lentamente. E io aspetto, aspetto il momemto di andare via, così finalmente posso smettere di sopravvivere.
Si sopravvivere, perché io ho già smesso da un bel po di vivere.
Magari posso mettere fine alla mia vita prima, senza aspettare. Perché io sono stanca di aspettare qualcosa che non arriva.
Voglio mettere fine alle mie sofferenze.
E presto lo farò.
Penso mentre sono ormai arrivata in quella casa. Quella casa quasi sembre vuota, deserta. Sembra una casa abbandonata dove nessuno entra di notte per paura dei fantasmi. Anche io ho paura di entrare in questa casa, perché anche se non è abbandonata e non è piena di fantasmi è piena di ricordi dolorosi.
E quelli fanno più male.
Entro in quella che è camera mia che da un bel po sembra di qualcun'altro. Mi sento fuori luogo. Mi sento invisibile. Mi sento di star vivendo la mia vita arralentatore. Sento che non ne faccio più parte.

DestroyedDove le storie prendono vita. Scoprilo ora