Capitolo 4

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Eccomi qua, che come ogni notte me ne sto seduta vicino alla finestra della mia stanza a sperare che si faccia subito mattina.
In realtà io amo la notte ma la odio allo stesso tempo.
Quando non riesco a dormire mi perdo in ragionamenti che mi stupisco io stessa di quanto possono essere assurdi.
Molto assurdi.
Mi rendo conto che la notte su di me ha una brutta piega.
La notte mi vengono strane idee e sembra che più tempo passa e più mi viene voglia di realizzarne una ogni notte.
Non so ma ho come la sensazione che mi farebbe sentire viva come mai lo sono stata prima d'ora.
Si, è così.
Fare una pazzia ogni notte mi farebbe stare bene.
Mi farebbe distrarre.
Provo ad elencarne alcune.
Tipo: Scavalcare di notte il cancello di un'abitazione e andare a fare un bagno nella piscina di una persona ricca con il rischio di farmi scoprire.
Così giusto per infrangere un po' le regole e dimenticare per un po' i miei problemi.
- Poi fare un bagno al mare alle tre di notte senza avere paura di nulla.
_ Ubriacarsi fino a dimenticare tutto, perfino il mio nome per poi tornare a casa e buttarsi sul letto e svegliarsi alle due del pomeriggio.
Così senza avere preoccupazioni.
Senza preoccuparsi di niente.
- Correre fino allo sfinimento.
Senza una meta.
Senza una destinazione.
Correre per provare ad essere libera.
Per cercare me stessa.
Correre per cercare una destinazione, una meta.
Correre per cercare un posto dove stare bene.
Dove sentirsi bene.
Cercare qualcosa per cui valga la pena vivere.
Restare su questa terra a mio parere maledetta.
Ma forse non è così.
Non è colpa di questa terra se si soffre, se tutti noi soffriamo.
Io penso che è colpa nostra.
Permettiamo noi al dolore di distruggerci.
Di annientarci.
Di farci cadere.
Di farci toccare terra.
Ci mette ko.
Ci entra nel cuore e pian piano lo porta ad essere freddo.
E questo dolore dal cuore passa alla mente.
Ci vuole tempo ma ci arriva.
Ci fa alzare muri. Per proteggerci.
Ci fissiamo che tutti ci vogliono far del male, ci vogliono far soffrire.
E noi giustamente stiamo sulla difensiva.
Stiamo in costante allerta.
Diventiamo freddi, distanti e indifferenti.
Crediamo che nulla adesso può scalfirci.
Che altro dolore non può più farci niente, che non può più arrivare a noi.
Ma ci sbagliamo.
C'è qualcosa che può arrivare a noi.
Qualcosa che può farti sentire viva ma ti distruggere anche.
E quel qualcosa è L'amore.
Già.
Ti illude che qualcosa di bello c'è alla vita.
E può darsi che è così.
Ma poi anche l'amore porta dolore.
Forse anche più forte di qualsiasi altro dolore.
Ed io so che se incontrerò L'amore non avrò speranza.
Se Incontrerò quella persona fatta per me non avrò speranza.
Perché l'amore può distruggere quello che hai costruito per anni e anni.
Ti rende debole.
Diventa il tuo tallone d'Achille.
In questo caso il mio.

Forse qualcuno si può chiedere "ma perché vuoi fare queste cose di notte? Perché?"
Le voglio fare di notte perché di giorno non mi sentirei molto a mio agio.
La notte mi piace, non mi fa paura.
Forse dovrei averne.
Alla fine nella notte si nascondono molti pericoli ma non mi importa.
La notte fa parte di me.

Sono stanca, davvero stanca.
Non so cosa fare.
Rischio di impazzire così.
Ho deciso.
Devo assolutamente fare qualcosa.
Mi alzo e faccio dei passi verso la porta.
E se scendessi a fare uno spuntino?
Non mi sembra una cattiva idea.
Almeno faccio qualcosa.
Dopo aver aperto la porta mi affaccio per vedere se c'è qualcuno.
Via libera.
Non c'è nessuno.
Anche se è difficile dirlo con tutto questo buio.
Richiudo la porta alle mi spalle e mi incammino verso le scale.
Cammino in modo piano.
Lenta.
Passi piccoli.
I piedi avvolti nei calzini al contatto con il pavimento freddo.
Non vedo nulla.
Proprio niente.
Rischio di rompermi una gamba, ne sono certa.
Scendo piano le scale, stando attenta.
Continuo a guardarmi intorno.
È tutto avvolto dall'oscurità.
Sembra quasi inquietante.
Arrivo alla cucina.
Grazie alla luce della luna che entra dalla finestra riesco a vedere qualcosa.
Mi fermo vicino alla tavolo pensando a cosa fare.
Credo che a quest'ora ci può stare bene un po' di Nutella.
La prendo e prendo anche un cucchiaio.
Mi metto davanti alla finestra e guardo fuori.
Le strade sono vuote e illuminate dai lampioni.
Tutto deserto.
Ti mette tristezza ma allo stesso tempo ti viene voglia di uscire di casa e camminare.
Ti lasci avvolgere dal buio.
Quel buio che di notte nasconde tanti segreti.
Tanti pericoli.
Quella strade che di giorno sono affolate.
Dove passano i bambini per andare a scuola.
Quelle stesse strade che di notte sono vuote e pericolose.
Mettono i brividi.
Quei brividi che io voglio provare.
Voglio sentirmi viva.
Sentirmi viva come quando incontri la persone che ti piace.
Per cui hai una cotta.
In quel momento per quanto una persona si possa di essere se stessa non ci riesce.
Non ci riesce perché vuole piacere.
Vuole fare colpo.
In quei momenti ti senti invivibile, forte, potente più di ogni cosa.
Perché anche solo vedere la persona ti piace ti cambia la giornata.
Perché in quei momenti anche con un solo tocco senti mille brividi scorrerti la schiena.
Ti senti tremare.
Senti lo stomaco in subbuglio, lo senti rivoltarsi.
Ti senti un peso sul petto quando vedi il ragazzo per cui perso la testa con un altra.
E forse può sembrare strano ma io tutte queste cose le provo di notte.
La notte quando esco a fare una passeggiata.
Illuminata solo dalle debole luce che proviene dai lampioni.
Sento mille brividi quando mi immergo nel buio della notte.
Quando sento l'aria in filarmisi tra i capelli e smuoverli.
Farli ondeggiare insieme a quel poco di vento che c'è.
Mi vengono i brividi quando sento il vendo freddo accarezzarmi le braccia facendomi venire la pelle d'oca.
Come se mi avesse appena toccato il ragazzo che mi fa battere tanto forte il cuore.
Mi sento tremare la notte perché non so cosa posso trovare durante il mio cammino.
E mi sento un buco nel petto quando sento che è ora di fare ritorno a casa, nel mio letto ad aspetti il mattino per andare a scuola.

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