Note storiche

546 30 5
                                    

Se le zone emerse di questo pianeta sono disposte in modo a voi non familiare, tanto che Inurasi vi era sconosciuta, allora anche gli eventi storici delle popolazioni umane non risulteranno coincidenti a quelli che conoscete, sebbene l'evoluzione della civiltà abbia ricalcato in sostanza le stesse dinamiche ovunque. In particolare ignorerete come sia nata la Federazione e come,  circa trecento anni fa, questa umanità compì scelte che l'allontanarono parzialmente dalla linea cronologica della 'vostra' storia.

 La nascita della Federazione

La maggioranza delle nazioni era ancora retta da regimi monarchici, quando in una  regione temperata dell'emisfero Settentrionale si scatenò un improvviso quanto acceso conflitto per il controllo di un territorio sulle rive dell'oceano, agli antipodi di Inurasi.

Nel cuore di questa zona oggigiorno troviamo Polaris, edificata con le attuali caratteristiche solo in epoca molto recente; all'epoca della guerra era soltanto un modestissimo paesino di pescatori.

La necessità di aprire uno sbocco sul mare ai propri mercati aveva attirato su quella fascia costiera l'interesse di un piccolo stato continentale, il cui esercito aveva oltrepassato in armi il confine sfidando in modo imprudente un ben più potente vicino. La guerra che ne derivò fu rapida, data la sproporzione di forze, e avrebbe potuto concludersi con una sanguinosa repressione se la moderazione e la generosità del sovrano vittorioso non avesse avviato un processo destinato a cambiare significativamente la Storia del pianeta.

Egli propose allo stato sconfitto, per prevenire ogni futuro scontro, di firmare un'alleanza e un patto di mutuo soccorso, secondo una linea di principio che piacque molto al governo di uno stato terzo, appartenente alla stessa area continentale; questo intervenne a proporre un patto tripartito, con l'identico obiettivo di organizzare, fermo restando il rispetto dell'autonomia politica di ciascun contraente, una forza militare comune incaricata di intervenire tanto nell'ipotesi di gravi crisi interne, quanto in quella di gravi minacce ai confini.

Si era ormai alla definizione del modello base della Federazione, l'organizzazione sovranazionale che avrebbe raggiunto nel tempo moderno quasi ogni angolo del mondo.

Avendo abbracciato uno dopo l'altro i popoli di ogni continente, la Federazione può disporre oggigiorno di un'imponente forza multietnica che, addestrata con metodi militari, vigila sulle genti; ovunque scoppi un'epidemia, ovunque degli eventi naturali provochino acute necessità o emergenze, essa interviene mobilitando risorse improponibili per ogni singola nazione.

Nelle tragedie che di tanto in tanto affliggono i popoli, questa rete di solidarietà limita il lutto, allevia il dolore e porta sostegno. La sua azione è riconosciuta e onorata ovunque.

Purtroppo, non si può negare che sia ancora necessaria anche in gravi occasioni di violenza. La mala-pianta della guerra tenta ancora di allignare, come un virus silente che affligge un organismo e che torna a rinfocolarsi quando le difese calano. Periodicamente si svegliano a sorpresa frange separatiste, vecchi odi riprendono vigore o nuove contese si aprono: e ancora, per disgrazia, parlano le armi!

Ma le forze armate federali sono diventate una potenza da non sfidarsi. Il loro intervento è sempre preceduto da un'attività diplomatica intensa, ma dove la ragionevolezza fallisce, si ricorre a un intervento risoluto delle truppe, la cui forza è in grado ormai di soffocare rapidamente ogni focolaio bellicoso. Così, con un'azione diplomatica costante volta ad anticipare l'insorgere di ogni conflitto e con l'intervento degli armamenti nell'ipotesi disgraziata che la diplomazia abbia fallito, da diverse generazioni ormai non si combatte più una vera guerra. Lo sviluppo progredisce, e il benessere lentamente va conquistando anche gli angoli più remoti del pianeta.

Il paese dei ventiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora