Chapter 1-The meeting

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Era un giorno come gli altri, la noia riempiva le mie giornate. La mattina andavo a scuola. Tornata a casa pranzavo, facevo i compiti e poi mi mettevo davanti il pc a guardare serie tv, film, o creepypasta. Per chi non sapesse cosa sono... beh, sono delle storie horror, riguardanti personaggi stravaganti. La mia creepypasta preferita è quella di Jeff The Killer: Jeffry Woods era un ragazzino molto riservato, che amava suo fratello Liu, e per proteggerlo si trovò a litigare violentemente con un gruppo di bulli, uccidendoli. Da quando li uccise, la sensazione che lo aveva pervaso mentre li uccideva, non lo abbandonò più. Ogni giorno che passava aveva sempre più voglia di uccidere e impazziva sempre di più. Nel litigio era rimasto bruciato, uno dei bulli lo aveva cosparso di candeggina e acceso come un falò. Jeff ne rimase gravemente ustionato, la sua pelle era tutta diventata rigida e pallida, ma nonostante ciò, lui si riteneva molto più bello così. Un giorno, in preda alla sua follia, mentre si guardava allo specchio, si bruciò le palpebre lasciando un alone nero come la pece attorno ai suoi bellissimi occhi azzurri. Inoltre si incise un sorriso sul volto, tagliandosi le estremità della bocca: voleva sorridere sempre. La sua mamma lo colse sul fatto e spaventata della follia che aveva visto nei suoi occhi, cercò di assecondarlo dicendo al suo amato figlio che era bellissimo, ma fece un grosso errore, cercò di scappare e chiamare suo marito. Jeff li uccise entrambi. Per evitare che suo fratello parlasse dell'accaduto uccise anche lui, e prima di trafiggerlo con il suo coltello gli sussurrò una frase, la sua tipica frase di ogni omicidio: Torna a dormire.
Beh, direte che sono malata se mi piacciono questo genere di cose, ma sono fatta così.
Mi alzai la mattina alle 7:00, feci la doccia, lavai i denti, mi vestii e andai a scuola.
Passate le 5 ore tornai a casa, cucinai, pranzai, e andai a studiare.
Quando chiusi i libri erano le 19:30. Decisi di fare qualcosa di diverso dal solito, così uscii a fare una passeggiata.
Penserete che sono pazza o depressa per uscire la sera da sola, beh, non è così, è che preferisco stare sola per potermi rilassare.
Uscita di casa presi una sigaretta dalla borsa e la accesi. Iniziai a fumarla mentre camminavo sulla strada che mi avrebbe portato al parchetto dove vado sempre.
Arrivata lì mi sedetti sull'altalena, mentre davo l'ultimo tiro alla mia sigaretta e osservavo le ultime luci del tramonto svanire nel buio.
Cominciai a dondolarmi. Mi sentivo ancora una bambina. Pensai al mio dolce Jeff, cavolo, avevo un'enorme cotta per lui anche se non esisteva. Giusto Ele, tu puoi innamorarti solo di qualcuno che non esiste. Mentre pensavo a lui, immaginando a come sarebbe stato se lui fosse esistito davvero, venni interrotta da un singhiozzo: qualcuno stava piangendo, ma non riuscivo a vedere da dove proveniva.
Mi alzai dall'altalena e cercai di capire da dove provenivano quei singhiozzi. Alla fine lo trovai. Era un ragazzo, rannicchiato a terra dietro un albero, non lo vedevo in faccia perché era coperto dal cappuccio della sua felpa bianca. Decisi di avvicinarmi, sembrava molto triste, magari avrei potuto tirargli su il morale con qualche battuta, oppure mi sarei beccata un bel vaffanculo per non essermi fatta gli affari miei, ma vale la pena tentare.

Jeff The Killer~Crazy in Love.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora