Demetra.
9 Maggio,Napoli.
È il mioprimo anno all'Università Federico II di Napoli. Studio lettere e filosofia, assieme alle mie due migliori amiche: Lucrezia e Marilisa.
Finalmente era arrivato il tanto atteso fine settimana, in cui potevamo goderci un po' di relax.- Non vedo l'ora di uscire stasera, tutto questo studiare mi sta distruggendo - si lamenta Marilisa.
- Esagerata..almeno a noi è concesso ritornare a casa il weekend - rispondo
- pensa ai nostri coetanei che sono costretti a rimanere all'università un'intera settimana per via della distanza dalle proprie famiglie -- Sfigati - blatera Lucrezia.
- Ragazze,la macchina è arrivata - dico alle mie amiche vedendo l'autista,aspettarmi fuori l'università e salutandole poi con un bacio.
- Mamma, papà, sono a casa! - quasi urlo entrando dalla porta e gettando all'aria la mia borsa firmata.
Entrambi mi raggiungono sulla soglia. Mamma è con le mani ai fianchi e mio padre mi si avvicina con le braccia incrociate.
- Signorina, cosa ci fai a casa? - mi rimprovera mia madre.
- Mamma, ma che domande sono? È sabato! -
- Forse non ci siamo capiti bene..
- comincia mio padre, - il fatto che sia arrivato il fine settimana non ti consente di dover far ritorno subito a casa e divertirti tutta la sera, anzi dovresti cogliere questo tempo e sfruttarlo per studiare in un modo più approfondito -- Papà ma io ho già.. -
- Niente -ma- Demetra. Non sei più una ragazzina! Cerca di essere responsabile. Non puoi più permetterti di fare baldoria , sei una donna! Non capisco con tu possa esser.. - mi parla alzando la voce.
- Basta - rispondo urlando - Hai ragione papà, non sono più una bambina ed è per questo che sia meglio che io tolga il disturbo! -
Le lacrime cominciano a colare dai miei occhi, così cerco di non rendere la cosa molto evidente ascoltando della musica con le cuffiette e esco per fare una passeggiata per rinfrescarmi le idee.
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Nove Maggio| Irama
FanfictionCon l'anima che urla, non ce la faccio più La colpa di questo tormento è tua Con le mani sugli occhi per non sognarti Le luci di questo balcone devono spegnersi Mi sono ubriacato di te Perché non posso stare senza di te