a beautiful flower

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Come si fa a disegnare la bellezza? Come si fa a intrappolare una sensazione sulla tela?

Traccio linee sottili mentre penso a questo. Non è possibile, mi rispondo.

La luce della finestra mi sta accecando, è una bellissima giornata e io la sto passando seduta alla scrivania della mia camera, con le cuffiette nelle orecchie e disegnare un fiore. È un fiore senza nome, mi faccio semplicemente guidare dalle note della canzone che sto ascoltando e i petali, lo stelo, le foglie vengono fuori.

Do un'occhiata fuori. Sul prato del parco di fronte a casa mia c'è sdraiato un ragazzo. A quanto posso scorgere da qua, è abbastanza alto e sta guardando le nuvole.
Mi alzo, lascio il cellulare in casa, prendo le chiavi e mi dirigo nel parco.
Esito un po' prima di avvicinarmi e sedermi di fianco al ragazzo. Ha i capelli ricci e sembra brillare di luce propria da quanto è bello.
Sembra un angelo.

"Ciao" lo saluto.

Spalanca gli occhi, spaventato. Stava riposando e l'ho disturbato. Bene, figuraccia numero uno: fatta.

Dopo essersi reso conto di non avere un alieno di fianco a sè, il ragazzo mi guarda.

"Ciao" mi sorride. Ha le fossette.
Mi correggo: non sembra, è un angelo.

"Scusa se ti ho spaventato, ti guardavo dalla finestra di camera mia" gliela indico "e mi sei sembrato carino perciò mi sono avvicinata."
Figuraccia numero due: fatta.

Solleva le sopracciglia e fa un sorrisetto.
"Wow, sei sempre così schietta?"

"No."

"Ok. Comunque sono Harry."

Gli porgo la mano "Adele"

"Non vorrei essere indiscreto ma cosa facevi in camera tua mentre mi guardavi?"

"Disegnavo."

"Abbiamo un'artista, gente. Cosa disegnavi? Non dire <<te>> perché potrei seriamente darmela a gambe a quel punto."

È spiritoso e carino. Confermo, è un angelo.

Ridendo gli rispondo "No, non disegnavo te. Disegnavo un fiore"

"Che fiore?"

"Non lo so"

"Che cosa significa che non lo sai?"

"Non lo so."

Si lascia scappare una piccola risata.
"Va bene, Adele-che-non-sa-quello-che-disegna"

Sorrido e nascondo le guance rosse con le mani.

"Aww, sei imbarazzata?"

Lo guardo male. "Certo che no"

"Sei anche orgogliosa. Benissimo."

"Cambiando argomento, quanti anni hai?"

"Venti, tu?"

"Diciotto. Ti va di fare una passeggiata?"

Si alza e mi tende le mani per aiutarmi.

"Ti va di fare qualcosa?" mi chiede un po' in imbarazzo.

"Che ne dici di un gelato?"

"Gelato sia!"

Ci dirigiamo in silenzio alla gelateria.

"Tu mi ricordi il fiore che stavo disegnando" gli dico prima di mettere in bocca il cucchiaino con il gelato alla pesca.

"In che senso?"

"Nel senso che sei qui per caso. Io sarei potuta non scendere dalla mia stanza per raggiungerti, avrei potuto ritornare al mio fiore, che non era intenzionale. È soltanto sbocciato sulla carta. Anche tu, come lui, sei sbocciato così, dal nulla, nella mia giornata."

-'ˏone shots ˎʹ-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora