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"Dai Salvo muoviti" urlo ad uno dei miei colleghi. Stiamo preparandio il furgone per un matrimonio. Sono le 4 di mattina e non ho dormito per niente, ma ormai ci sono abituata.

"calma ciccia" mi risponde con tono paco, mentre mi passa lo scatolone pieno di candele.

"dimmi un'altra volta di stare calma, e attacco te sotto al soffitto, al posto di questi lampadari" dico mentre ne afferro uno.

"Madonna come sei acida, dovresti trovarti un fidanzato. Così almeno scopi e non rompi le palle a me" risponde guardandomi con quella faccia da schiaffi.

Lo fulmino  con lo sguardo, e mi concentro sulle ultime cose da sistemare. Oggi sarà una giornata davvero lunga.

Sono le 20:00 e la cerimonia sta quasi per terminare, sono stanchissima ma felice per il nostro lavoro. Ho sempre avuto questo dal primo momento. È un lavoro stancante, ma vedere la gente sorridere, tutta la fatica che senti scompare, e ti senti bene per aver fatto felice delle persone che neanche conosci. Mentre ero persa nei miei pensieri, sentii la vibrazione del mio cellulare. Lo presi e aggrottai le sopracciglia, non conoscevo quel numero. Ero in dubbio se rispondere oppure no. Ma alla fine accettai la chiamata.

"pronto?" risposi con voce incerta

"parlo con la signorina Celentano?"

"si sono io"

"buonasera sono Andrea agnelli"

Mi guardai in torno, e mi allontani per poter parlare meglio.

"scusi mi può ripetere?"

Avevo capito benissimo, ma non ci volevo credere.

"sono Andrea Agnelli"

Si certo ed io sono Mara Maionchi avrei voluto risponde.

"mi dica tutto" riposi con voce incerta. Avevo già lavorato con persone importanti, ma mi sembrava strano che Andrà Agnelli chiamasse proprio me.

"stiamo organizzando la cena di fine anno, con tutta la squadra, come accade tutti gli anni" ci fu un attimo di silenzio. "e quest'anno abbiamo deciso di chiedere aiuto. Ho chiesto informazioni su di lei, mi hanno parlato tutti bene di lei. Ho visto anche alcuni suoi lavori, e devo dire che non sono male"

"la ringrazio signor Agnelli" risposi sentendomi in imbarazzo.

"lei è disposta a venire qui domani pomeriggio, per parlarne da vicino?"

Mi fermai un'attimo a pensare mentalmente a quello che dovevo fare domani.

"si va bene" risposi dopo 5 minuti di silenzio imbarazzante.

"perfetto, l'aspetto domani, le mando l'indirizzo tramite  messaggio. Buonasera"

Stacco la telefonata senza neanche aspettare che rispondessi. Posai il cellulare nella tasca posteriori dei pantaloni, e presi una sigaretta, poggiandomi con i gomiti sulla ringhiera. Guardavo il mare davanti a me , calmo piatto sembrava quasi una tavola. Al contrario di me, mi sentivo agitata, quasi nervosa. Ho sempre sofferto d'ansia, per qualsiasi cosa, anche la più sciocca. Ma con il tempo ho imparato a sconfiggerlo, anche grazie al mio lavoro. Cacciai dalla mia bocca l'ultima boccata di fumo, per poi spegnerla con il piede.

"ecco dov'eri ti ho cercato dappertutto" la voce preoccupata di Salvatore mi fece sobbalzare. Mi girai e lo guardai. Devo tutto a lui, se sono arrivata dove sono adesso, lui è come un padre con me.

Gli Sorrido timidamente.

"mi ha chiamata Andrea agnelli" dico abbracciandolo. In quell'abbraccio era chiusa tutta la gratitudine nei suoi confronti. Mi tocco piano la schiena.

"sono orgoglioso di te" mi sussurra ad un orecchio con voce commossa.

Lo guardai negli occhi.

"grazie per tutto quello che hai fatto" dissi piano. Rimanemmo li per altri 10 minuti, abbracciati stretti, sembravamo padre e figlia.

La serata era giunta al termine, stavamo smontando la struttura  creata per quell'occasione. Quando il mio cellulare vibro.

"finalmente ci rivediamo" recitava il messaggio. Mi si gelo il sangue nelle vene.

amore amaro/ Mario mandzukicDove le storie prendono vita. Scoprilo ora