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È possibile vivere e allo stesso tempo, non vivere?

P.S.- H.

Aggrottai le sopracciglia in quel momento, molti dubbi persistevano dentro la mia testa a causa di ciò che avevo visto poco tempo prima. Guardai fuori, la paura si stava impossessando di me quando vidi Harry attraverso la sua finestra, mentre si allenava. Pur essendo buio notai il suo sorrisetto arrogante stampato sulle labbra.

«Cavolo...» Allungai la parola, afferrai il mio iPhone per guardare meglio da vicino. Sussultai scrollando la testa quando realizzai la mia futura mossa. Seguii i suoi spostamenti, finché non fissò un bigliettino attaccato alla sua finestra, ingrandii con lo zoom per leggere meglio. Che razza di conversazione si stava creando, diavolo che ansia.

-Dovresti dormire! -

Chiusi bruscamente le tende portandomi il labbro inferiore fra i denti, abbandonando lo sguardo sul pavimento guardando i miei piccoli piedi nudi. La stanchezza premeva sulle mie palpebre combattendo per restare sveglia, infilai velocemente la maglietta bianca da sopra la testa saltellando verso il letto. Spensi pigramente la luce, lanciando uno sguardo alla tv accesa ormai mimante, mettendo fine anche a essa. Sentivo i piedi sfregarsi sotto il piumone percependone la freschezza piacevole. Mi arresi al sonno.

***********

La luce dell'alba filtrava attraverso le persiane verdi, tingendo le lenzuola a chiazze dorate. Delle ciocche selvagge ricoprivano gran parte del cuscino, illuminate dai primi raggi mattutini. Una mano passò attraversando i miei capelli disordinati. Pian piano i miei occhi assimilavano la luce del giorno, focalizzando una figura osservarmi. È devastante vedere con occhi diversi qualcuno, quando prima era eccezionale e poi diventa come tutti gli altri. Forse creiamo noi la parte bella nelle persone, lì dove non può nascere neppure un filo di erba selvatica o una pianta grassa che cresce senza bisogno di acqua.

«Papà.» Sorrisi incontrando il suo sguardo.

Non si era mai preso il tempo per svegliarmi, adesso da un giorno dalla sua partenza sì.

«Non essere arrabbiata con me, sono sempre io, d'accordo?» Sussurrò quietamente, chiedendomi disperatamente prima di stringermi la mano.

Si sedette accanto sul letto, mentre entrambe le nostre schiene si poggiarono alla grande spalliera. «Non sono arrabbiata con nessuno dei due...»

I suoi occhi si spalancarono alle mie parole.

Il mio mentire mi tormentava sempre più.

Non assorbendo nessuna delle sue parole decisi di rispondere, non potevo continuare a vivere così.

«È triste vedere chi ti ha insegnato il rispetto, non rispettarsi. Vedere chi ti ha insegnato l'amore, andarsene.» Il mio sguardo cadde sulla soglia della porta. Mia madre si voltò velocemente verso la nostra direzione, osservandoci con aria pacata. «Andrà tutto bene.» Cercò di rassicurarmi poggiando la mano sulla mia spalla posandone la testa. Qualcosa nel tono che utilizzò mi fece pensare che non riusciva nemmeno ad autoconvincersi, con quelle parole di conforto. Sentii la rabbia scendere dentro di me inchiodando degli occhi scuri, dopodiché parlai. «Adesso lei ti sembrerà la tua abitudine.» Risposi ad alta voce, perdendo ogni forma di controllo.

«Lei papà, ti sembrerà tutto tranne l'amore, ma questa donna è rimasta al nostro fianco anche quando c'era solo di andare via. Le persone non si dimenticano.» Lo osservai nervosamente prima che gli impedii di parlare, lasciando la stanza raggiungendo poco dopo il bagno. Afferrando saldamente il lavandino cercavo di controllarmi, il mio respiro diveniva sempre più affannato. Presi fiato, alzai la testa guardandomi per pochi minuti allo specchio sputandoci. Afferrai lo spazzolino, spostando i capelli su una spalla.

Respirare, respirami la pelle nudaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora