Capitolo 2

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Mi guardo intorno, sono in una stanza d'albergo.
sento il profumo delle lenzuola pulite, le mie mani stringono una soffice coperta e i miei occhi stanno fissando una figura che sbuffa e impreca contro di me.
<< Diobò, ma dico io...sei impazzito ? cazzo urli...sono le 4 del mattino ti rendi conto? >>
guardo marco intensamente senza aprire bocca; era solo un'incubo, gli alberi, la luna, la casa, il sangue, i ragazzi...solo un'incubo...
una risata ancora più inquietante riecheggia nella stanza
<< ma buongiornooo >> vige salta giù dal suo letto e si mette vicino a Marco.
<< buongiorno un cazzo >> replica marco
<< su su montanari, che succede ti sei svegliato con la luna storta? >> ridacchia vige
<< Ehm, ragazzi >> mormoro << scusate, ho dormito male >>
<< ho perso 20 anni di vita Ermal >> protesta Marco guardandomi con quei suoi occhi socchiusi.
<< dai montanari, che vuoi che siaa>> ridacchia Andrea
<< Vigentini se non la smetti ti defenestro dalla finestra>>
<< Ragazzi dai basta, andiamo a dormire che dobbiamo prepararci per le prove di domani >>
<< Ti prego non urlare, che se no non dormo più seriamente>> mi supplica Marco
<< Tranquillo Marco, anche se dormi sei brutto lo stesso >> Andrea si stende sul letto e guarda Marco che è indeciso se ucciderlo ora o subito
<< Dai basta >> ridacchio interrompendo i pensieri omicidi di Marco.
Aspetto che Andrea e Marco si addormentino poi mi siedo sul letto e inizio a pensare:

QUALCHE GIORNO FA

"Hai paura?"
"No, é solo una leggenda"
"Pensi che i tuoi lupi ,verranno lo stesso una volta saputo il luogo del concerto?"
"Lo spero ben..." spengo la radio.
Mi alzo e inizio a camminare per tutta la stanza "é ridicolo,ridicolo,ridicolo" sbotto.
Marco é sul divano che mi fissa "Ermal,calmati"
Mi fermò davanti alla finestra, mi giro a osservare la stanza: la luce, filtra dalla finestra e illumina il soggiorno, il tavolo dove è appoggiata la radio é completamente sotto la luce del sole e un raggio,colpisce la radio che riflette la luce investendomi il viso. Il divano dov'é seduto Marco é in piena ombra, ma riesco ugualmente a vedere i suoi occhi brillare.
"Marco, ti rendi conto che é ridicolo?" abbasso lo sguardo sul tavolo e osservo il mio riflesso, una gocciolina di sudore scivola lungo il mio viso accarezzandomi la pelle.
"Beh amico, stiamo per fare un concerto in un luogo dove cinquant'anni fa venne fatta una strage, è normale che le voci girano"
Digrigno i denti per la frustrazione
"Tutto ciò non ha senso" ribatto frustato, mi siedo vicino a lui.
Marco, si gira a guardarmi "Ermal..".
Lo azzittisco "zitto,vederti pensare é fisicamente doloroso"
Marco alza gli occhi al cielo "simpatico come sempre*
Lo guardo con occhi carichi di rabbia, Montanari emette un gemito "senti,é colpa mia se quel luogo é infestato?"
Con un balzo lo inchiodo al divano e con rabbia urlo "marco, la pianti ? Non mi sei d'aiuto..."
Marco è appiattito contro il divano spaventato "o-okay,senti i-io vado...c-ci vediamo domani per le prove" detto ciò, Marco si precipita verso la porta.
Lo guardo andare via, sento la porta sbattere e mi sdraio sul divano.
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Qualche lacrima mi riga il viso, mi sdraio sul letto e stringo il cuscino.
È allo una leggenda, mi ripeto e piano piano mi addormento cullato dal ritmo dei respiri di Marco e Andrea

Mi salvi chi può Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora