Alec camminava a passo spedito tra qui corridoi sterili che conosceva come le sue tasche. A chiunque sarebbero sembrati solo quello: degli sterili corridoi dal discutibile color verdognolo. Eppure Alec tra quelle mura era cresciuto, maturato, cambiato irrimediabilmente. Erano quasi tre anni ormai che trascorreva le sue giornate e le sue notti al Bellevue Hospital Center come specializzando di chirurgia. In quel'ospedale aveva visto la felicità che lo aveva portato a scegliere quella professione, ma anche più morti ingiuste di quante si sarebbe aspettato. Non pensava a nulla di tutto quello mentre quella mattina indossava come sempre il camice bianco e si lasciava scivolare sulle spalle lo stetoscopio, quell'oggetto che all'inizio della sua specializzazione era così fiero di ostentare, quell'oggetto che voleva dire:"Eccomi, sono un medico, ce l'ho fatta davvero". Gli veniva da sorridere a ripensarci, ora che quell'oggetto non era nient'altro che quello, un confortevole peso che si portava sulle spalle tutti i giorni e lo faceva sentire un po' più sicuro contro il marasma dell'ospedale. Mentre studiava all'Hunter Collage quell'oggetto era il simbolo di ciò che voleva diventare, ora a guardarlo vedeva solo un attrezzo per ascoltare il battito cardiaco.
Non mise nemmeno piede al di fuori dello spogliatoio che vide una folla di persone corrergli incontro. Per un piccolo, minuscolo istante pensò di battere in ritirata, aveva un turno di chissà quante ore, era già in debito con le ore di sonno, necessitava di un caffè e le prossime ore si prevedevano talmente dense da non concedergli nemmeno quell'ultimo, effimero bisogno. Diagnosi: emicrania a mezza mattina.
"Alec" si sentì chiamare e addio ogni piano di evasione.
Si voltò trovandosi davanti la faccia stanca di Lydia, la sua seconda e una delle specializzande migliori e più ligie al dovere che Alec avesse mai conosciuto. Lydia era anche l'unica tra quelle mura a chiamarlo con quel soprannome usato soltanto al di fuori dell'ambiente lavorativo. Nemmeno i suo superiori lo chiamavano Alec, figurarsi i sottoposti. Quella biondina dagli occhi nocciola era l'unica persona che potesse concedersi quella confidenza senza sembrare una ruffiana o risultare inappropriata. Probabilmente la cosa era dovuta al legame di amicizia sincera che si era instaurato immediatamente tra loro. Erano due minoranze in quell'ambiente di squali incredibilmente maschilisti. Lydia era una bella donna e, come se la cosa non bastasse, era pure bionda, ciò gli attirò tantissime battute sul fatto di non avere un cervello abbastanza sviluppato da poter studiare medicina. La ragazza aveva incassato tutto, colpo dopo colpo senza mai cedere anche quando le battute erano diventati insulti intrisi d'odio. Solo una volta si era lasciata andare...
...Non le avevano detto nulla di diverso da quello che le rovesciavano addosso tutti i santi giorni. Eppure, eppure quel giorno si sentiva un po' più fragile. Complice il fatto che si trovasse alla fine di un turno estenuante, che non si sentisse più le gambe a furia di stare in piedi e correre a destra e manca o, forse, colpa del fatto che l'avessero assegnata al reparto rianimazioni e, chiunque lo sa, si vedono più morti in rianimazione che in obitorio. Forse perché si sentiva un angelo della morte, forse perche di sentiva lurida e sporca sia nel profondo che esternamente quel giorno quelle prese in giro ridicole attecchirono un po' di più. Riuscì a contenere le lacrime fino al seminterrato dove c'erano i distributori automatici che venivamo per lo più ignorati in quanto meno gettonati di quelli al piano mensa. Era stato lì, mentre cercava degli spiccioli per una bottiglietta d'acqua, che le lacrime erano sfuggite al suo controllo e le erano scivolate copiose lungo le guance a bagnarle il bel viso stanco.
Attraverso la vista resa languida e opaca vide una mano che andò a selezionare sulla tastiera della macchinetta il numero per l'acqua e gliela porse.
Aveva aspettato che si calmasse prima di sussurrarle:"Non concedergli il lusso di farti piangere, di renderti triste, ti trattano così perché sei almeno tre volte più intelligente di loro"
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Heartbeat
FanfictionAlec sapeva da quando aveva diciotto anni che sarebbe diventato un medico. Aveva già programmato tutta la sua carriera e tutta la sua vita, ma nessuno gli aveva detto che la sua strada si sarebbe scontrata con quella di un infermiere dai capelli gli...