Magnus se ne stava seduto sul divano mentre si godeva la tranquillità precaria del suo appartamento. Max si era appena addormentato lì accanto e lui gli aveva costruito intorno una specie di fortino di cuscini perché era terrorizzato dall'idea che nel sonno potesse cadere dal soffice divano in pelle nera, ma la cosa non gli faceva abbastanza paura da correre il rischio di svegliarlo per portarlo nel lettino. Convinto della sicurezza estrema di quelle barriere le sue palpebre presero presto e farsi pesanti e la testa a ciondolare ovunque nel tentativo di trovare una posizione comoda. Non era ancora esattamente addormentato, ma non si poteva dire nemmeno vigile. Era in quel dormiveglia che aveva così tanto imparato ad apprezzare dopo l'arrivo di Max. Era il sonno dei soldati,costretti a dormire per necessità ma sempre vigili contro ogni attacco nemico.
Solo che io non sono un soldato, sono solo un papà e il nemico è mio figlio, pensò in un angolo remoto della sua mente.
Fu nel pieno di quel momento, quando sentiva i suoi nervi rilassarsi finalmente che Magnus udì la porta di casa aprirsi e farlo rizzare a sedere.
Alec entrò esultando dalla porta reggendo nella mano destra un foglio di carta. L'altro rimase a osservarlo cercando di capire il motivo di tutta quella gioia, solo una piccola parte di lui si rendeva conto di quanto quella scena fosse comica perché Alec non aveva lasciato trapelare nemmeno un suono. Era come guardare l'esultanza della squadra di baseball vincitrice del campionato togliendo il volume. Ridicolo? Senz'altro. Ma da quando Max era entrato nelle loro vite avevano iniziato ad essere maestri nell'arte del silenzio, se il piccolo dormiva non era ammesso alcun rumore che andasse al di sopra delle frequenze subsoniche. Questo aveva fatto si che Magnus e Alec raggiungessero una sintonia quasi terrificante, tra loro c'era sempre stata una comprensione immediata tanto da rendere le parole superflue, ma ora erano a tutto un altro livello. Intrattenevano intere conversazioni solo scambiandosi sguardi ed erano l'esasperazione di amici e parenti.
... Una sera si erano ritrovati per una delle famose serate tra fratelli che si erano rarefatte di molto dopo la nascita di Max e, non appena Maryse si propose di tenerlo una notte, cercarono subito di rimediare alla cosa. Quanto dietro quella proposta ci fosse il buon cuore dei genitori di Alec e quanto lo zampino di Jace i due non seppero dirlo, ma accolsero più che volentieri la cosa. Erano dei genitori esemplari, almeno a detta degli altri, Magnus non si era sentito proprio il papà dell'anno quella volta che aveva dato al figlio il biberon con il latte bollente facendolo piangere per mezz'ora buona, ne quella volta che aveva inserito per sbaglio entrambe le gambine in un solo lato del seggiolone rischiando di farlo cadere di sotto. Alec poteva dire lo stesso di sé per quella volta che gli aveva fatto il bagnetto a temperature glaciali, che per lui erano più che normali, rischiando di fargli prendere il raffreddore, oppure anche per tutte le volte che la gente lo fermava al parco d'inverno perché suo figlio aveva il cappello tirato giù fin sotto il naso, che Max lo facesse apposta per farlo imbarazzare era una delle tante teorie, sta di fatto che quando era Magnus a vestirlo non accadeva mai. Eppure secondo gli altri erano fantastici, ma erano pur sempre giovani e avevano voglia di vedere gli amici, di trascorrere una serata ogni tanto sorseggiando cocktail e chiacchierando incuranti di quanto rumore potessero fare. Avevano messo in conto di perdere gran parte di queste cose quando avevano adottato Max, eppure questo non voleva dire che non potessero mancargli. Così si erano ritrovati seduti in cerchio sul tappeto persiano di Magnus a sorseggiare mojito e margarita. Izzy e Jace non la smettevano di farneticare tra loro, parlavano di quanto fossero felici con le rispettive metà. Il biondo aveva parlato per un'ora intera di quanto fosse stato terrificante incontrare i genitori di Clary, Izzy invece non faceva che parlare di come fosse convivere con Simon e di tutte le litigate che facevano per il suo disordine. Alec e Magnus ascoltavano gli sproloqui dei due e, ogni tanto, si voltavano a guardarsi.
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Heartbeat
FanfictionAlec sapeva da quando aveva diciotto anni che sarebbe diventato un medico. Aveva già programmato tutta la sua carriera e tutta la sua vita, ma nessuno gli aveva detto che la sua strada si sarebbe scontrata con quella di un infermiere dai capelli gli...