Cara figlia mia,
quando troverai questa lettera io non ci sarò più, strappata alla vita da quel brutto male che mi affligge da tanti anni ormai.
I medici dicono che non ci sono speranze, se non affidarsi alle braccia di Dio. E io lo faccio con serenità, dall'alto dei miei ottant'anni. Amore mio, quando ci si trova a questo punto della propria esistenza, sorge spontaneo guardarsi indietro e meditare sulle proprie azioni. Non so se sono stata una buona madre, forse ti ho fatto mancare molte cose e, alle volte, sono stata anche assente e lontana, ma ti ho amata. Credimi, Soleil, ti ho amata davvero!
Per dimostrartelo voglio svelarti una cosa che non ho mai rivelato a nessuno. Un segreto che probabilmente ti farà male o bene oppure ti farà chiedere perchè mai lo abbia taciuto per tutto questo tempo. Non c'è un motivo.
O probabilmente sì. Il motivo è la paura.
La paura di essere giudicata e condannata: da te, da Paul, dai miei genitori e dalla gente.
Ma adesso che sono attaccata a una maschera di ossigeno e ho una flebo al braccio, non posso oltrepassare questo mondo terreno senza svelarti la verità. Indubbiamente lo vedrai come un modo banale per scaricarmi la coscienza, ma fidati che non è così.
Io desidero soltanto che tu sappia come stanno realmente le cose.
Figlia mia, quello che tu credevi essere un mio secondo marito, una seconda scelta ad un uomo morto in guerra, è in realtà il tuo vero padre. Lo so, ti ho fatto credere che Ian fosse responsabile del tuo concepimento, ma ho mentito. Con Ian è stata una bellissima storia d'amore, ma il mio cuore ha sempre pulsato per Paul, fin da ragazzina. Mi vergognavo ad ammetterlo, non potevo, capisci? Io e Ian eravamo giovani sposini in cerca di un bambino. Poi c'è stata la guerra, Ian è partito e anche Paul. Entrambi se ne sono andati via, lontano da me.
A fine gennaio del '44 Paul è stato il primo a tornare in congedo. Ci siamo rivisti e abbiamo fatto l'amore. È stata in quell'occasione che ti abbiamo concepita. E, a primavera, quando a tornare in congedo è stata la volta di Ian, io avevo appena scoperto di essere incinta, ma ho taciuto e mi sono comportata da brava moglie con lui.
Ho nascosto la cosa alla mia famiglia e anche a Paul stesso. E quando la pancia è iniziata a crescere ho detto a tutti che si trattava del figlio di Ian. Ero una sposa con il marito in guerra e la pancia che diveniva sempre più grande. Per rendere il tutto più vero e reale scrissi una lettera a Ian, gli dissi che ero incinta, ma non ho mai ricevuto una sua risposta. E il resto lo sai anche tu.
Ian non è mai tornato da quella guerra, l'Italia ce l'ha portato via, mentre Paul, lui mi ha consolata, sostenuta e alla fine sposata. Pace all'anima sua.
Tuo padre ti amava e, forse, in cuor suo, ha sempre avuto il dubbio che tu fossi sua figlia. Per tutti sei nata prematura, ma tu eri già una bimba di 3,500 kg, perfettamente a termine. Ti ho partorita in casa, ho pagato un medico perché mantenesse la sua discrezione.
Tu crescevi sana e in forza e io e Paul eravamo sempre più fieri dei tuoi progressi; né io né lui abbiamo mai affrontato l'argomento, lasciandolo scivolare nella routine di tutti i giorni. Come sai, abbiamo anche provato a darti un fratellino, ma la cosa non è andata a buon fine. E poi, dopo quell'aborto nessuno di noi due ha più parlato di figli. Non confessarti la verità era un modo per conservare puro il tuo nome, il tuo venire al mondo, ma forse è stato l'errore più grande della mia vita. L'errore più grande di una madre con la propria bambina.
Ti prego, tesoro, perdonami.
E vivi. Vivi senza paura.
Vivi con il coraggio che io non ho avuto.
Vivi con tutti i tuoi sogni.Ti voglio bene.
Tua mamma, Nikki.
***Ian posa sul letto la lettera. Siamo abbracciati sopra le lenzuola. Abbiamo scorso con gli occhi le parole di Nikki almeno una dozzina di volte. La grafia è scivolosa, poco marcata e piuttosto tremolante. La mano è quella di una donna prossima alla fine, una donna in lotta con i suoi errori.
"Soleil non è mia figlia" dice Ian, guardando un punto fisso della parete di fronte. "Come può una donna convivere con un segreto così grande?".
Scuoto la testa, incapace di trovare una risposta soddisfacente al suo interrogativo.
"Nikki ha mentito a Soleil. Ha mentito a me e a Paul. Ci ha presi in giro tutti quanti. Io credevo di essere un padre, mentre Paul è morto senza mai avere la certezza di esserlo davvero...".
"E' terribile, lo so" annuisco.
"Mi dispiace essermi allontanato da te in questi giorni, piccola Holland, mi dispiace non essere riuscito ad aprire il mio cuore... parlare di questa lettera come stiamo facendo adesso sarebbe stato molto più semplice che chiudermi nel mio guscio di insicurezze, ma non riuscivo a comprendere i fatti. Non riuscivo a spiegarmi il perchè Nikki avesse fatto tutto questo, il perchè avesse nascosto una cosa così importante, il perché avesse finto di amarmi per tanto tempo. E avevo bisogno di riflettere da solo..."
"Lo capisco, stai tranquillo" sorrido per smorzare il phatos che si è creato nella stanza del Motel.
Ian si gira verso di me, mi sfiora il volto con il palmo della mano e mi ripete le sue scuse. Io lo bacio, perchè è l'unico modo di chetare il suo parlare continuo.
"So che non è facile, ma devi riuscire ad andare oltre. Ripeterti come un mantra che Nikki ti ha tradito non serve a niente. Scoprire questa lettera ti ha fatto conoscere la verità, e poi, il pendolo che porti al collo ti ha dato una seconda possibilità... sei un uomo fortunato, devi vedere l'aspetto positivo della storia!" gli indico me stessa.
Lui sorride, cercando le mie labbra ancora e ancora. Il suo sapore è inebriante e dolce.
E' il sapore dell'amore e di una vita nuova che ci attende. Ian è un uomo forte, supererà le bugie e riprenderà in mano la sua vita.
Ne sono sicura."Hai ragione, farò il possibile per lasciarmi alle spalle la mia vecchia vita. Ho vissuto la guerra, riuscirò a superare anche le menzogne di una donna che non conta ormai più niente per me. E' solo una questione di rispetto, di orgoglio e di rabbia che mi scavano dentro. Un insieme di sentimenti che devo affrontare e superare, ma ce la farò perché tu sei qui".
Mi inumidisco le labbra, afferrandole con gli incisivi. Resisto alla tentazione di scoppiare in lacrime e mi limito ad annuire. Anche gli occhi di Ian sono lucidi. Sembrano un mare limpido che cerca di spingersi sempre più avanti, sempre più a riva.
"Dopo questa lettera ogni mio dubbio di tornare indietro si è dissolto. Niente mi lega al quarantacinque; nè una moglie fedele nè una figlia. La mia vita è qui con te, piccola Holland. Mi impegnerò al massimo per renderti felice, te lo prometto".
La sua bocca incontra la mia, le sue mani mi stringono la vita, facendomi avvicinare maggiormente al suo corpo. I nostri jeans si intrecciano e anche i nostri respiri.
Il pendolo divide i nostri cuori, unendoli allo stesso tempo. E mentre le nostre anime si scambiano promesse d'amore, la lettera di Nikki scivola sul pavimento, accanto alle nostre scarpe. Sgualcita e inerme. Il passato è passato.
E, finalmente, una nuova vita insieme ci aspetta.
STAI LEGGENDO
ENDLESS - Anime Bianche || Ian Somerhalder
Fanfiction[COMPLETA] TERZO LIBRO della SERIE ENDLESS. PRIMA DI LEGGERE QUESTO VOLUME LEGGERE ENDLESS- Anime Rosse e ENDLESS- Anime Nere. Endless- Anime Bianche è il terzo libro della saga ambientata nelle spiagge della Florida, al college; tra le sue cheerl...