Capitolo 12: L'AMORE VINCE SEMPRE

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Dopo aver letto la lettera di Nikki, niente è più come prima. La consapevolezza del tradimento, a prescindere dalla guerra e dal non ritorno di Ian alla propria vita, a questo punto è reale. Si può toccare con mano, si può respirare ed è, decisamente e senza condizioni, imperdonabile. Adesso è tutto chiaro.
Ogni cosa si colloca al proprio posto.
Ora più che mai tornare indietro non servirebbe a niente, se non ad accettare una realtà fatta di menzogne. La possibilità di restare invece è un regalo, un dono imprevisto e bellissimo. Una certezza.
Il mio rapporto con Ian è quella linfa vitale che spinge a lottare, a dare la giusta carica per combattere e sentirsi appagati.
Ci amiamo. Possiamo superare il passato.
Ian può farlo. E io posso stargli vicino in questo percorso. Non è difficile.
Per dimostrare il suo cambiamento interiore, Ian mi conduce a Ponte Vedra Beach, per comunicare a Radcliff di fermare le sue ricerche. Non ci serve più una combinazione, l'unico incastro siamo io, lui e le nostre anime.
Nessun numero, nessuna cifra.
Daniel ci guarda compiaciuto e scettico allo stesso tempo, poi ci augura buona fortuna.
Ed è così che mi sento, decisamente, fottutamente, meravigliosamente fortunata. Per aver conosciuto Ian, per essere al suo fianco, per aver vinto ai fantasmi del passato. Ho una carica immensa, un'energia mai avuta prima. Mi sento completa e ce la metto tutta per dare il meglio di me stessa anche con gli esami che mi restano. In fondo si sa, il mese prima del termine delle lezioni è una sorta di resoconto del proprio anno accademico.
Ci sono le prove scritte da sostenere e la frenesia di correre in spiaggia dopo l'ultima ora del pomeriggio. I corridoi prendono a svuotarsi e gli allenamenti si fanno più faticosi a causa del caldo che si percepisce in palestra. E poi c'è l'agognata festa di fine anno. Ashley, in veste di capo cheerleader, è stata incaricata dal preside di mettere in piedi uno stacchetto per inaugurare la serata a teatro.
Con il mio aiuto e quello delle altre ragazze quello che ne viene fuori è qualcosa di semplicemente entusiasmante. La madre di una compagna si è pure offerta di cucire dei vestiti appositamente per la serata, che rispettino i colori della scuola e abbiano chiari richiami all'estate.

"Non posso credere che si è concluso un altro anno" dice una delle cheerleader, rivolgendosi a tutto il gruppo.

Siamo chiuse in camerino, in attesa di un segnale da parte del preside per salire sul palco.

"E' stato un anno impegnativo, ma anche pieno di novità" dice un'altra. "Abbiamo visto Phoebe fare le valige e filarsela a gambe levate da qualche parte del mondo per lasciare il posto ad Ashley. Non potevamo avere una capo cheerleader migliore!".

La mia compagna di stanza smorza un sorriso, le sue labbra tremano. La conosco. So che vorrebbe mettersi a piangere, ma non è il momento giusto per commuoversi.
Siamo truccate, abbiamo incollato pure le ciglia finte e finirebbe per divenire un panda dagli occhi neri. Il preside si affaccia alla porta dicendoci che è il momento di entrare in scena.

"Merda!!!" gridiamo tutte quante in coro. Ognuna delle nostre voci è diversa, ma quello che si sente è un unico grido di liberazione.

Quando saliamo sul palco, posizionandoci come da schema, le luci dei riflettori sono puntate sui nostri corpi. E' possibile sentirle sulla stoffa dei gonnellini, sui capelli legati in una lunga coda di cavallo e anche nel profondo, dentro la pelle, dritte al cuore.
La musica parte. I nostri corpi si muovono a ritmo. Braccia e gambe perfettamente sincronizzate. Nessun errore.
Siamo la perfezione. Ognuna di noi è come un piccolo pezzo di un grande insieme.
Una squadra.
Il finale è un'esplosione di colori, causata da una specie di cannone che lancia coriandoli.
Ci prendiamo per mano e rincorriamo il niente, fino a fermarci sull'orlo del precipizio e inchinarci a tutta quella gente che non smette di battere le mani. In prima fila c'è il preside con il suo ghigno orgoglioso. Subito dietro scorgo la madre di Ashley che sorride, facendo occhiolino alla figlia. In mezzo alla folla vedo Evan accanto a Karidja e poco dietro Hunter, Zac e il nuovo coatch. C'è anche Penn, che siede al fianco di America. Immobile, quasi come fosse un fantoccio privo di emozioni.
Non batte le mani e probabimente neanche le ciglia. Ashley mi stringe la mano così forte che credo voglia stritolarmela. Il suo sguardo è nella stessa direzione del mio. Lei e Penn si intendono, si capiscono, si trovano anche a metri di distanza e in mezzo a mille altre persone. 

ENDLESS - Anime Bianche || Ian SomerhalderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora