c a p i t o l o d i c i a n n o v e

770 51 11
                                    

Millie
Me
Puoi venire qui?

Volevo vedere Finn, non gli avevo detto del messaggio di Jacob anche se avevamo passato tutta la serata su Face Time. Avevo deciso di dimenticarmi di quel messaggio. Avevo bloccato Jacob ed eliminato la chat.
Ora volevo soltanto stare con il mio ragazzo in santa pace.

Finn🐸
Ovvio! Tutto per la mia bimba. Ora?

Ero ancora in pigiama, ma non importava, mi aveva visto un sacco di volte in pigiama. Ah, la domenica e i suoi effetti.
Dissi a Finn di arrivare alle 4:00, erano le 3:30.
Mi misi sul divano e dieci minuti dopo sentì il campanello suonare.
Finn è in super anticipo pensai.
Andai alla porta e la visita era assolutamente indesiderata.
Jacob era in piedi davanti alla mia porta. Ero indecisa, aprire o non aprire? Volevo sapere il motivo per cui fosse qui, ma non volevo nemmeno parlargli, soprattutto dopo l'ultimo messaggio.
Aprì comunque la porta.
-Che vuoi- dissi acida
-Parlare, sono qui per un concerto e quindi...visto che blocchi la gente e non ho il tuo numero sono venuto a salutarti e anche per qualcos'altro..-
-Ciao, che altro ti serve- dissi ancora più fredda e acida di prima. Lo odiavo, lo odiavo con tutto il mio cuore. Aveva fatto male all'unica persona che riesce a farmi sorridere nei momenti buii.
-Questo-
Dopo quella parola di buttò, letteralmente, sulle mie piccole labbra. Cercai di toglierlo dal mio fragile corpo, ma era molto forte e muscoloso. Mi fece sdraiare rudemente sul divano, con uno spintone sul petto. Ma salì sopra a cavalcioni bloccandomi le gambe. Mi afferrò per i polsi e iniziò a darmi baci sulla fronte. Però non in modo dolce, tutt'altro.
Erano le 3:45 quando capì che Jacob Sartorius avrebbe approfittato del mio docile corpo per fare quello che più gli piaceva.
Si avvicinò alle mie labbra, sempre di più, fino a farle perfettamente combaciare. Io le tenevo serrate e irrigidite. Lui continuava, chiese l'accesso, che ovviamente negai. Forse avrei dovuto acconsentire, la sberla fu fortissima. Mi rimase il segno, una bella cinquina rossa sulla mia guancia sbiancata dal terrore. Fu così veloce che dopo la botta le mie orecchie fischiarono. Mi bloccò nuovamente il polso. Le lacrime scendevano copiose dai miei occhi.
IIniziaikniziai ad urlare e pregare aiuto dopo che si spostò dalle mie labbra e cominciò sulle guance e poi sul collo, piano piano. Anche se sapevo che nessuno mi poteva sentire, i miei genitori erano partiti per lavoro con Ava e Charlie e Paige erano nelle proprie case, continuavo ad urlare, nella speranza che forse la signora White mi avrebbe sentito.
Jacob era già arrivato sulle clavicole e stava scendendo per il seno quando qualcuno iniziò a battere sulla porta. Era Finn, avevo riconosciuto i riccioli corvini attraverso il vetro.
La mia voce era flebile ed assolutamente bassa. Tra pianti e grida isteriche, l'avevo persa. Tirai un ultimo grido prima di svenire -Finn! Aiuto!- dissi con il fiato strozzato.
Finn riuscì ad entrare, gli avevo dati una copia della chiave di casa mia e stessa cosa per me con la sua. Avevamo deciso di appenderla alla catenina.
Prima che potessi dire qualcosa la mia vista si annebbiò e si fece tutto nero.

Finn
Entrai in casa e vidi Jacob a cavalcioni sulla mia ragazza svenuta. Mi iniziò a ribollire il sangue. Lui si alzò in piedi, era notevole la differenza di altezza tra di noi.
Lo presi per il colletto della maglia e lo buttai a terra.
-Che cosa le hai fatto bastardo! COSA!- ero infuriato, fuori di me. Gli diedi un pugno.
-DIMMELO!-
-Niente che tu non gli possa ancora togliere Wolfhard-
Iniziai a dargli pugni sul viso, nello stomaco, in ogni dove. Jacob non solo aveva fatto male a me, ma anche a lei. Due anni fa non mi sarei mai immaginato di picchiare il mio bullo personale, e non lo farei nemmeno ora, se non fosse che ha ''violentato'' a modo suo la mia ragazza, l'amore della mia vita.
Ormai non si riconosceva più nessuna parte del suo corpo, o almeno questo per i lineamenti del volto. Il suo naso sanguinava, stessa cosa per il suo labbro inferiore e i suoi occhi erano neri.
Le mie nocche erano sporche di sangue di quel dannato puttaniere. Stavo per mollargli un ceffone quando una forza mi tirò indietro. Era Millie.
Jacob cercò di sgattaiolare fuori dalla porta quando Millie lo prese per il ciuffo biondo e lo tirò verso di sé per farlo girare.
-Ascoltami bene pezzo di merda- gli disse continuando a strattonare i suoi capelli biondi. -Se ti avvicini ancora a me, ti prendo il cazzo e poi te li faccio mangiare hai capito?!!? E questo qui te la farà pagare. Basta solo vedere come ti ha ridotto per farti capire che persona di merda sei.- dopo queste parole lo fece alzare e gli diede un calcio nelle palle sbattendolo fuori di casa.
Chiuse la porta e ci appoggiò la fronte contro. Iniziò a lacrimare.
La abbracciai da dietro e lei con uno scatto si voltò e mi abbracciò fortissimo. Mi baciò a ripetizione e poi singhiozzò nel mio petto.
-È tutto ok, ci sono io- dissi accarezzandole i capelli dolcemente.

-Ci sono io e non ti lascerò mai andare-

Should I Stay or Should I GoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora