"Che rottura." Esclamo subito dopo aver lasciato uscire dalla mia bocca un antipatico sbuffo.
Riconosco quel suono, e non è certo uno dei miei suoni preferiti.
È la mia dannatissima sveglia. quell'oggetto che interrompe sempre i miei sogni.
L'unico posto dove davvero posso essere tranquilla.
Senza continuare con altri inutili pensieri mattutini, afferro la sveglia e la spengo.
Mi strofino velocemente gli occhi, alzo la mia schiena dal quel materasso, e mi alzo definitivamente.
Dopodiché, prendo lo specchietto che ho sempre sul mio comodino, e mi specchio.
Qualche novità? Nessuna. Sempre il classico orribile stato mattiniero.
"Mh.. dai mi aspettavo peggio." Dico, mentre mi sistemo qualche ciocca dei miei capelli verdi e blu.
P.s Si, sono una Dark, Gotica.. Come volete chiamarmi voi, se non si è capito.
Poso lo specchio, alzo lo sguardo, e guardo l'orario sul mio cellulare, con gli occhi ancora pieni di sonno.
"Oh santo cielo!" Lancio un urlo, sono le 8:40. Quella lurida sveglia suona sempre più tardi del dovuto.
Corro velocemente in bagno, e mi doccio in maniera sbrigativa.
Subito dopo, indosso il mio accappatoio e mi asciugo i capelli, cercando di asciugarmi alla velocità della luce.
Non appena vedo che i miei capelli prendono una forma decente, faccio una bella coda di cavallo alta: per evitare eventuali ciocche sul viso.
Finito ciò, corro in camera mia, spalanco il mio armadio, afferro dei vestiti abbastanza casuali, e li indosso.
Io non sono mai stata una che va appresso alla moda, che ci tiene al suo "look perfetto".
Non sono quel tipo di ragazza che impazzisce per i colori sgargianti, per le gonne che risaltano il didietro, per il tacco 12, o per il trucco.
Ma credo sia abbastanza evidente.
Indosso una semplice maglietta nera, e un semplicissimo pantaloncino di jeans.
E ovviamente le mie amate Superstar a strisce bianche e nere, non possono mai mancare.
Afferro la mia borsa e mi lancio, nel vero senso della parola, per le scale.
E proprio in quel momento, ecco una voce spaventata per il mio "lancio per le scale".
"Gwen, stai attenta!" Si, mia madre.
"Si, si.. Vado di fretta mamma, devo sbrigarmi." Rispondo, afferrando uno dei toast preparati e lasciati sul tavolo a raffreddare.
"Non è mica colpa mia se ti svegli sempre tardi".
"Infatti non me la sono presa con te." Sospiro.
"Io vado, a più tardi." Dico mentre finisco di mangiare il toast, e esco, chiudendo la porta alle mie spalle.
Fisso la strada, e cominciando a camminare verso la mia meta, inizio a pensare.
Da quando mio fratello si è sposato e non vive più con noi, mia madre è cambiata parecchio.
Lei e mio fratello sono da sempre "anime gemelle". Anche prima che io nascessi, lui era sempre lì a consolarla, e a mettersi dalla sua parte, in ogni litigio con papà.
Lei gli sarà sempre riconoscente per tutto quello che ha sempre fatto per vederla sorridere.
Senza di lui è come se si sentisse poco considerata o poco amata, e questo la porta nello sconforto.