Capitolo 1

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Pov's Finn

Wyatt sbuffò accanto a me.
Lasciai scivolare le dita nell'astuccio alla ricerca della plastica fosforescente dell'evidenziatore.
Il mio migliore amico sbuffò di nuovo e io alzai lo sguardo su di lui.
"Ma la smetti?" sbottai.
Lui mi schioccò un'occhiataccia.
"Non sono tutti intelligenti come te in storia" fece lui con fare lamentoso.
Ridacchiai ripensando a tutte le scene mute che Wyatt aveva fatto in classe quando avevamo le ore di storia.
Poggiai le mani sui bordi della scrivania facendo perno sui palmi e spingendomi all'indietro, accompagnato dalla sedia girevole che si spostò. Misi le gambe incrociate sul tavolo di legno bianco.
"Okay, cosa non hai capito?" gli chiesi.
"Tutto" borbottò lui.
"Concentrati, frocio. Ci sarà pur qualcosa che ricorderai sulla Seconda Guerra Mondiale" lo incitai.
Wyatt socchiuse gli occhi.
"Ricordo che la Germania ha perso" rispose, guardandomi come per dire 'sono un ricoglionito, lo so'.
"Beh, buono. Almeno sai che ha perso e non vinto" gli sorrisi e lui piegò leggermente le labbra all'insú.
"Ti ricordi chi ha combattuto contro la Germania?" gli chiesi.
"Ehm... La Russia... Gli.. Stati Uniti?" Wyatt alzò un soppracciglio con fare interrogatorio.
Io annuii incitandolo a continuare.
"Forse... La... La Francia? Oppure... Oh, Jack!" esclamò.
Sussultai sula sedia, abbassando le gambe e poggiando i piedi sul tappeto.
Il mio migliore amico indicava con l'indice la finestra accanto al mio letto.
Girai il capo seguendo il suo dito, e vidi, dall'altro lato della strada, la finestra della camera di Jack, il mio vicino di casa da quando ero piccolo, e si vedeva lui con dei grandi cuffioni sulle orecchie che stava ballando e saltellando sul suo letto.
Wyatt era scoppiato a ridere a quella vista, e io abozzai un sorriso, scuotendo il capo.
"Potremmo continuare storia, ora?" chiesi mentre il mio migliore amico si piegava dalle risate.
"Sto cazzo storia, hai visto quel ragazzino? E lui era il tuo amico d'infanzia?" lui riprese a ridere.
Afferrò il suo cellulare dalla scrivania e si sporse verso la finestra zoommando sul Jack e iniziando a registrarlo.
Io gli tirai uno schiaffo sul braccio, ma lui si limitò a ridere.
"Non ridere del mio amico d'infanzia!" lo rimproverai.
"Vuoi che ti mando il video?" disse sventolando l'Iphone.
"Oh, ma la smetti? Perché gli hai fatto quel video" brontolai tirandogli una gomitata.
"Uff, scusa, stai calmo!" rideva ancora alzando le mani in segno di resa.
Annuii, e poi riportai lo sguardo sulla finestra, dove Jack stava continuando a ballare e a cantare, con gli occhi chiusi e i ricci spettinati.
"Ti dispiace proprio eh?" chiese dopo un po' Wyatt, avvicinandomisi.
Io scrollai le spalle, con finto indifferismo.
"Finn..." mi chiamò lui.
Girai il capo incrociando il suo sguardo.
"Non devi pensarci. Non devi sentirti in colpa ogni volta che lo vedi. Eravate dei ragazzini e in quel periodo é normale fare nuove conoscenze e trascurarne di altre. E poi, molto probabilmente nemmeno si  ricorda, se ne sarà dimenticato" cercò lui di consolarmi.
"No Wyatt. Oggi, dopo gli allenamenti di football quando siamo passati davanti alla sua classe, ricordo perfettamente come mi ha guardato. Quando ci siamo fissati negli occhi, ho ricordato tutto, ho ricordato come giocavamo fuori, a come lo abbracciavo quando piangeva e ricordo l'odore che aveva, alla promessa che gli ho fatto." mi fermai un attimo. "Quanto vorrei non averlo come vicino di casa. Ora, potrei non aver avuto nessun rimpianto, nessun senso di colpa. E invece vederlo a scuola e dalla mia finestra mi tormenta" mi alzai dalla sedia girevole.
Wyatt inizialmente non rispose e lo ringraziai mentalmente per questo, per aver lasciato che il silenzio colmasse quel dolore.
"Ti serve un po' di distrazione" annunciò dopo un po'.
Mi passai una mano tra i capelli, lasciando che la mia mente si facesse un giretto spensierato tra l'erotismo.
"Venerdí prossimo volevo dare una festa. Magari trovi qualcuna che ti potresti fare" fece spallucce.
"Tutte le ragazze mi vorrebbero nel loro letto, Wyatt. Una, morta di cazzo piú dell'altra" feci una smorfia.
"Anche tu sei morto di cazzo" ridacchiò lui.
"Soprattutto del tuo" sussurrai provocante.
Il mio migliore amico sorrise malizioso.
Wyatt alzò lo sguardo su di me mentre mi piegavo in ginocchio davanti a lui.
"Finn..." mormorò lui con voce roca d'un tratto, capendo le mie intenzioni.
"Dimmi" feci finta di niente mentre allungavo una mano sulla sua coscia, sfiorando il suo membro.
Lui sussultò e sentii che si stava eccitando.
"C-cosa vuoi fare?" mi guardò.
"Tu cosa vuoi che ti faccia?" sussurrai.
Lui gemette tirando la testa all'indietro quando trinsi nel palmo la sua intimità.
"Quello che vuoi, tu Finn. Fammi quello che vuoi" sospirò dopo un po'.
Sorrisi, e mi alzai in piedi per slacciarmi i jeans davanti a lui.




"Ti prego suggerisci, Finn" mi sussurrò Wyatt, in ansai per una probabile interrogazione di storia.
Io annuii, con le dita sulle pagine del libro che sfogliavo per raggiungere il capitolo da studiare.
La prof batté i palmi uno contro l'altro per attirare la nostra attenzione.
"Quest'oggi, ragazzi, non interrogherò" annunciò la professoressa e Wyatt si fece il segno della croce, sollevato.
"Non restare tanto tranquillo, Oleff. Dio non ti aiuterà a passare da 3 a 8 in pagella" fece sarcastica la donna e tutti scoppiarono a ridere. "Faremo infatti un lavoro di gruppo dove dovrete scrivere il rapporto che avevano Hitler e Mussolini" finí.
"Quanto conterà il lavoro nel voto finale in pagella?" domandò una mia compagna.
La donna si sporse sulla cattedra osservando a lungo la ragazza.
"Tanto" annunciò.
Un mormorio fastidioso si levò in classe e Wyatt fece una risatina nervosa.
"Fantastico" borbottò il mio migliore amico.
Mentre la classe aveva preso a parlare animatamente, io mi sporsi sul banco e colpii la schiena del mio amico davanti a me.
"Ehy Jason, ti va di fare il lavoro con me?" gli chiesi.
Lui annuí.
"Chi altro chiamiamo?" si aggiunse Wyatt.
"Oh no, tu non lo fai con noi il lavoro" mi affrettai a rispondere.
"E perché no?" il mio migliore amico aggrottò la fronte.
"Perché non capisci un cazzo di storia e ci farai prendere 2" sbottò Jason.
"Oh ma dai! Non é vero, starò zitto senza dire niente" provò Wyatt.
"É quello il problema: non fai niente" gli risposi.
"Ma poi se provo ad aiutarvi vi faccio prendere 2!" esclamò.
"É per questo che il progetto non lo farai con noi" annunciai.
"Fai schifo Wolfhard. Te lo sogni la prossima volta che vengo da te e te lo ciuccio" brontolò offeso.
"Oh no, e ora come farò?" feci un'espressione fintamente preoccupata.
Jason scoppiò a ridere.
"Davvero, Oleff? Ti sei ridotto a fare i pompini a Finn?" chiese.
"Sta zitto frocetto biondo. Finn viene quasi subito, e non provare a dire che non é vero!" si rivolse poi a me.
Io alzai le braccia il segno di resa con fare divertito.
"Quindi é seria la cosa che sei bisex" si informò il mio compagno di progetto.
Io annuii mentre Wyatt alzava la mano per cercare l'attenzione della prof.
"Uomo libero insomma" sorrise Jason.
"Eh già" ridacchiai stiracchiandomi.
"Prof!" gridò di nuovo Wyatt.
Lei si girò nella direzione del riccioluto.
"Posso fare il lavoro con Wolfhard e Grace?" chiese.
"No Oleff, é a coppie" sorrise la donna, sapendo che il mio amico sfruttava il fatto che fossi bravo a storia per fare i progetti insieme.
Wyatt sbuffò, esasperato.
"Vado a chiedere a Jessica" borbottò alzandosi e andando al banco della ragazza.
"Senti Finn..." mi chiamò Jason.
"Si?"
"Volevo chiederti... Come avete fatto tu e Wyatt a capire che eravate bisex?" mi chiese leggermente a disagio.
Io sospirai.
"Io l'ho capito semplicemente perché mi eccito a vedere un ragazzo come quando vedo una ragazza. Mentre Wyatt... Sta ancora cercando di capire" spiegai.
"É perché sono confuso anche io..." mormorò.
Io feci spallucce.
"Capirai quando arriverà il momento." risposi.
Jason annuí non troppo convinto.
D'un tratto la stanza si ammutolí e io, confuso, mi girai per vedere cosa fosse successo.
Quel che vidi però, mi sorprese e non poco.
Jack era sulla soglia della porta accanto alla prof. Le parole della donna mi investirono come un pugnale.
"Mi sono dimenticata di dirvi che d'ora in poi, nel corso di storia ci sarà un ragazzo di quarta con voi perché molto bravo e quindi il preside ha chiesto di mandarlo nel corso di quinta".
Wyatt, dall'altro lato della stanza si girò a guardarmi con fare preoccupato e io deglutii.
No cazzo. Non lo volevo.
Jack mi vide e spalancò gli occhi capendo che avremmo dovuto condividere il corso.
La prof strinse la spalla del ragazzo e gli sussurrò qualcosa all'orecchio. Lui annuí, riluttante.
Il cuore mi batteva con forza nel petto, ansioso di capire.
La prof si incamminò nuovamente verso la cattedra e quando passò davanti a me, mi disse:
"Lascia che Jason faccia il progetto con Wyatt: tu dovrai farlo con Jack, per mostrargli come si fanno i miei lavori" mi disse.
Io sbattei le palpebre e il mio migliore amico accanto al banco di Jessica spalancò le braccia esasperato.
Jason alzò gli occhi al cielo.
Mi passai una mano sul viso e poi mi girai di nuovo indietro, vedendo che Jack stava ancora fermo sulla soglia della porta.
Aveva lo stesso sguardo di ieri, quando avevmo incrociato lo sguardo per caso dopo i miei allenamenti: era duro e innervosito, e la mascella era serrata.
"Forza Jack, vai accanto a Finn. Lui sarà il tuo nuovo compagno di progetto".

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