Anche se mi ricordo poco di quel giorno, dentro le narici mi sono rimasti gli odori e sulla pelle mi sono rimaste le sensazioni che provai.
-sento di dover uscire da questo buioe umido posto. mi sento stretto, là fuori c'è qualcuno che mi chiama-
Con un colpo del muso ruppi la dura ma fragile barriera che teneva chiuso su me stesso e mi separava da la fuori, ma caddi ancora nel buoio, sta volta però sentì qualcosa sulla punta del muso, una sensazione nuova, una sensazione che istintivamente riconobbi ma che non riuscì a dargli un'appartenenza. mi ritrovai a dovermi riposare per qualche momento, in una cavità fatta di qualcosa di friabile e che aveva lo stesso odore che prima riconobbi istintivamente. ripreso fiato e cominciai a spingere un'altra volta, ora contro la parete friabile per poter vedere com'era là fuori, là dove sentivo che qualcuno mi chiamava con verso basso ma dolce che entrava e rimbombava ad intermittenza all'interno della cavità buia e odorosa. La parete che mi separava dall'esterno era troppo dura e spessa perchè io la potessi rompere. Cominciai allora a chiamare a mia volta la voce che sentivo arrivare dall'esterno. Appena iniziai a chiamarla, di colpo cessò, per poi sentire qualche momento dopo una vibrazione che in seguito divenne un vero e tremore che distrusse con gran forza la parete friabile lasciando entrare dall'esterno una miriade di sensazioni e odori insieme ad una fortissima nuova sensazione che mi penetrò gli occhi facendomi quasi male trapelando a macchie dall'alto. quando gli occhi si abituarono a vedere la sagoma di ciò che mi stava chiamando, una figura dalle caratteristiche mai viste ma famigliari, che istintivamente sapevo che mi avrebbe protetto in qualunque momento e da qualsiasi cosa. dopo qualche altro momento, gli occhi incimunciarono ad intravedere nella sagoma le caratteristiche di una figura con le sue varie parti riconoscendo e capendo subito dove dovevo guardare per poter comunicare con lei... e fissavo gli occhi anche se prima di allora non ne avevo mai visti e guardavo la sua bocca che socchiusa mi chiamava e mi rassivurava, e io di conseguenza senza nemmeno pensarci facevo la stessa cosa aprendo la bocca e dicendole che ero lì e che cercavo la sua protezione, lei col suo grande muso mi toccava e mi spingeva sotto la pancia aprendo e allargando ripetutamente le narici per annusare il mio odore. sotto di me sentivo la calda aria che usciva ed entrava dalle narici e di cui riuscivo sentirne l'odore, odore fatto di tanti altri, odori che non avevo mai sentito e che sapevo provenissero da lontano e da tempi passati. Non ero abituato, e tutte queste sensazioni in una sola volta mi stremarono a tal punto che crollai lasciandomi cadere ai piedi della figura che sentivo tanto protettiva da abbandonarmi sotto di essa perchè sapevo non mi sarebbe successo nulla.
STAI LEGGENDO
Il Ka-haru (dominatore) della foresta
Aventuraesploreremo e scopriremo i luoghi della foresta dell'isola Nazooù attraverso gli occhi di un Tikàloke, il dominatore di queste foreste, dall'infanzia all'età adulta fino alla conquista della grande foresta.