CAPITOLO 1

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-Beatrice muoviti!-

Solo Marcus è in grado di gridare a squarciagola di prima mattina. Solo lui si sveglia un'ora prima di andare a scuola. E solo lui quando si alza fa un rumore assurdo in grado di svegliare la sottoscritta che cerca di dormire anche fino alle 7.50.

Marcus è il ragazzo con cui condivido a casa in cui abito. Per me è diventato come un fratello ormai ed è l'unica persona che sa la mia storia. Io e Marcus siamo i ragazzi più popolari della scuola. Io sono la troia mentre lui è il puttaniere. Però non siamo la solita troia e il solito puttaniere, noi abbiamo un passato doloroso alle spalle. Ma adesso non ho tempo per pensare anche a quello, devo decidere che vestiti mettermi. Devo mantenere la mia reputazione. Opto per dei jaens chiari larghi e strappati e un top nero dell'adidas con le superstar bianche.

Appena arrivati a scuola, con la macchina di Marcus, una bocca si impossessa della mia e praticamente inizia a divorarmi la faccia. Questa è la parte che odio di più di quello che sono, cioè di quello che gli altri pensano che io sia. Per me essere troia non è una cosa di cui vantarmi, ma è il mio strumento per vendicarmi della vita. Dopo tutto quello che ho dovuto passare, ho deciso che non avrei sofferto più per gli altri e che io sarei cambiata per evitare che questo succedesse. Conclusione: sono diventata la troia, per far soffrire quelli che pensano di essere importanti per me, mentre in realtà è solo un modo per far vedere al mondo che sono cambiata. Già, è molto sadico. Per questo io non mi definisco troia ma "apatica", per sentirmi meno in colpa.

Il ragazzo che sta continuando a mangiarmi la faccia finalmente si leva e posso vederne il volto. E' Matt. E' il classico donnaiolo che ha una ragazza diversa ogni notte e, sfortunatamente, anche lui è amico di Marcus. E' convinto di essere il mio fidanzato, non so per quale motivo, ma è inutile fargli capire che non è così, è talmente stupido che dopo due secondi se lo sarebbe già dimenticato. -Buongiorno bellezza- mi saluta, io gli rispondo con un ciao molto sensuale per poi strusciarmi un po' su di lui. Quando sento la sua voce dire -Dolcezza, so che sono bellissimo, ma siamo in pubblico- mi stacco da lui e, per farlo rimanere male, prendo per il colletto un ragazzo che stava passando di lì e lo bacio con tanto di lingua.

Entro nella mia classe in ritardo perchè sono stata occupata con il ragazzo di prima. Non è come state di sicuro pensando tutti! Cioè in parte lo è, ma non ho ancora detto in cosa consiste il mio essere "apatica". Io non scopo con nessuno. Io semplicemente faccio godere gli altri, per poi trattargli male. La prof, che è abituata ai miei ritardi, non mi dice niente e mi lascia andare a sedere in tranquillità al mio banco. Nello studio non me la cavo per niente ma ho i miei metodi per ottenere buoni risultati nelle verifiche, per cui non ascolto la lezione, come anche quelle seguenti.

All'intervallo vado a comprare la cioccolata calda, che io  adoro, alle macchinette e noto la ragazza che ho soprannominato Fantasma, ogni giorno è sempre nello stesso posto da sola, non l'ho mai vista in compagnia di qualcuno. A mio avviso è una ragazza bellissima e, se non fosse per le sue felpe oversize o per i capelli sempre disordinati, potrebbe darmi del filo da torcere in quanto a bellezza. Ha i capelli bruni mossi sulle spalle e gli occhi grigi molto penetranti, poche volte avevo incrociato il sguardo, e quelle poche volte ero rimasta stupita: le si leggeva un dolore e una sofferenza che non avevo mai visto. Credo si chiamasse Arianna, anch'esso un nome strano ma perfetto per una ragazza particolare come lei. La cosa più sorprendente però, era il suo carattere, sembrava debole, ma in realtà era stronza con chiunque le si avvicinasse.

Mi incuriosisce talmente tanto che senza pensarci due volte mi avvicino a lei e la saluto.

-Ciao. Io sono Beatrice, e tu?- Lei alza gli occhi dal libro che stava leggendo e appena mi vede fa un espressione buffissima con la faccia, un misto tra una faccia sorpresa, arrabbiata e incuriosita, ed io non riesco a trattenermi dal ridere. Spero che non pensi che stia ridendo di lei per prenderla in giro.


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