Era domenica mattina, Katherine dormiva beatamente sul petto di Steven e quest'ultimo le accarezzava dolcemente la schiena nuda da sotto la sua maglia, continuando a tenere gli occhi chiusi.
In quel momento era intento a pensare a come quella ragazza gli avesse completamente fottuto il cervello nel giro di poco tempo.
La colpa era dei suoi baci, dei suoi sorrisi, dei suoi occhi, del suo corpo perfetto, del suo fargli perdere la cognizione del tempo e della realtà, delle sue sfuriate, della sua gelosia, del suo essere una bambina nonostante i ventun anni.
Gli aveva proprio fottuto il cervello come si deve, e questo Steven non l'avrebbe mai immaginato.
Ad interrompere la sua riflessione fu proprio Katherine, ormai stesa a cavalcioni sul suo ragazzo.
"No, questo non puoi farlo." digrignò i denti lui mentre la ragazza gli si muoveva addosso per mettersi più comoda.
"Shh, sto cercando di trovare una posizione più comoda." mormorò in dormiveglia questa muovendosi nuovamente.
"Vuoi vedere che ti sveglio come si deve se continui?" chiese Steven con tono basso e roco afferrando saldamente il fondoschiena della ragazza, coperto da un semplice paio di brasiliane, e spingendola contro alla sua ormai evidente erezione.
Katherine emise un lieve gemito di approvazione continuando a strusciarglisi addosso, fin quando non venne sbattuta contro al materasso e si ritrovò il moro addosso.
"Adesso ti muovi ancora?" spinse ancora una volta il bacino contro a quello della ragazza iniziando a baciarle la mandibola subito dopo.
"Steve?" Katherine lo chiamò con voce flebile, prendendogli il viso fra le mani.
"Dimmi piccola." Steven si fermò e la guardò aspettando che iniziasse a parlare.
La ragazza prese un profondo respiro, poi iniziò a parlare. "Quello che ho detto stanotte non mi è uscito perché ero ubriaca o perché stavo delirando, lo volevo davvero dire perché lo provo davvero. Steven io ti amo, ti amo con tutto il cuore, il corpo e l'anima." buttò fuori tutto d'un fiato, guardandolo dritto degli occhi.
Il ragazzo in un primo momento la guardò serio, poi sorrise come solo lui sapeva fare.
"Ed io ti ho risposto che ti amo anch'io Katherine, o forse te lo sei dimenticata?" e fu così che i due si abbandonato ad un bacio lente, dolce.
Un bacio che sapeva di complicità, desiderio ed amore.
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STRANGERS [Youngblood Series Book #1]
Short StoryCosa fareste voi se un estraneo iniziasse a mandarvi messaggi? Beh, di certo evitereste di dargli corda proprio come Katherine.