Capitolo 2

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Sentii un rumore improvviso e molto forte.
Questo significava solo una cosa; l'aereo stava partendo lasciando la città e con essa tutta la mia infanzia.

~~~

In aereo mi trovai seduta vicino ad un ragazzo, che fortuna..
Ci furono molto minuti di silenzio che a mio parere furono molto imbarazzanti, ma poi trovai il coraggio di parlare, anche se non era da me, ma stavo pur sempre iniziando una nuova vita, e quindi stavo creando una nuova me.

-Ciao- dissi semplicemente, cercando di sfoggiare uno dei miei migliori sorrisi.

Non mi rispose subito, forse per il troppo imbarazzo, ma dopo un po' ricevetti una risposta.

-Ciao- disse lui, con fare impacciato e imbarazzato.

Mi venne da ridere per il nostro discorso molto originale e attivo.
Trattenni le risate e a mia insaputa il ragazzo continuò il discorso.

-Piacere, sono Salvatore- mi disse ponendomi la mano.
Non mi aspettavo che continuasse il discorso, ma per essere il più cortese possibile gli risposi, anche se mi sentivo tremendamente in imbarazzo.

-Piacere mio. Io sono Engel- continuai io afferrando e stringendo la sua mano.

Capii che Salvatore era diverso dagli altri ragazzi che avevo conosciuto e che forse ci teneva a far amicizia con me.
Dopo l'inizio imbarazzante continuammo il discorso senza nessun problema.

Più parlavamo più capivano di avere molte cose in comune.
Non avevo ancora capito come una come me stesse riuscendo ad avere una conversazione normale, senza problemi e dilemmi inutili.

-Come mai sei diretta verso Napoli?- mi chiese lui per rompere per quel piccolo silenzio che si era creato.

Volevo rispondergli, ma iniziando a pensare alle mie amiche mi rattristii, ma mi trattenni dal versare lacrime e risposi.

-Mia madre ha avuto un'offerta di lavoro più conveniente della vecchia, così ha deciso che era meglio doverci trasferire lì e...-

Lì mi scivolò una lacrima che mi rigò il viso.
Salvatore la notò e l'asciugò compiendo un gesto molto dolce che mi fece rabbrividire e sentire felice allo stesso tempo.

Alzai il viso e incrociai il suo sguardo. Nei suoi occhi intravidi un pizzico di dispiacere mischiato con un po' di preoccupazione.

Non volevo si sentisse in colpa per niente, non era colpa sua se sentivo la mancanza della mia seconda famiglia, ma lui mi precedette nel parlare.

-Scusa, non volevo farti piangere, credermi, non era mia intenzione..-

Non lo feci finire che lo abbracciai.
Sentivo il bisogno di abbracciarlo, ma non solo per lui, ma anche per me.

In Salvatore avevo trovato il migliore amico che non avevo mai avuto e questo mi rese felice e accettata anche da altre persone al di fuori delle mie amiche.

Salvatore's pov

-Scusa, non volevo farti piangere, credimi, non era mia intenzione..-

Non mi fece finire di parlare che mi abbracciò.
Non realizzai subito, ma appena lo feci ricambiai il suo abbraccio.
Quello fu uno dei più belli e spontanei gesti che avevo ricevuto; uno di quelli che ti fa sorridere e scordare tutto.

A rovinare il momento furono i miei amici che a vederci iniziarono a fare delle risatine...

Engel's pov

Dopo un po' di tempo passato tra le braccia di Salvatore sentii delle risatine provenire dai sedili di dietro.

-Ooooohh- dissero in coro due ragazzi, mentre un terzo cercava di calmarli, ma invano.

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