L'amore che spacca le ossa

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Erano ormai quattro mesi che io e Fabrizio stavamo insieme, avevo messo da parte tutto: orgoglio, amici, ogni mia inibizione solo per quel minuscolo anelito di felicità che solo la sua presenza riusciva a riservarmi. Man mano che il nostro rapporto si evolveva diventava sempre più difficile celare i nostri sentimenti, o le semplicissime scappatelle notturne da giustificare con un semplice "stavo poco bene", quando invece eccome se stavo bene, mai stato meglio in vita mia tra  quelle braccia decorate da inchiostro di mille colori, stavo sempre bene tra le braccia del mio Bri. Speravo di poter rimanere in quel limbo fatto di noi per sempre, ma poi Fabrizio cominciò a rendersi conto che non potevamo continuare a nasconderci dietro la scusa dei "due sopravvissuti" diventati amici per la pelle, ma io non ero sicuro di essere pronto a mostrarmi al mondo così com'ero, non ero riuscito a farlo neanche con Silvia, e questo mi spaventava.
L'occasione di rivelare al mondo il nostro amore si presentò quasi per caso, durante un'intervista. Quella mattina mi sentivo particolarmente agitato, quei capelli che di stare al loro posto non ne volevano proprio sapere, le occhiaie per la notte insonne passata a pensare a Fabrizio, alla litigata della sera prima, alle sue urla, e quegli occhi, che ero abituato a vedere pieni d'amore e desiderio, colmi di rabbia

"ricciolì a che pensi?"- disse sedendosi sul letto-

Non fu facile rispondere a quella domanda, la mia testa non smetteva di girare né di concentrarsi su ciò che avrei dovuto dire il giorno dopo, come mi sarei destreggiato fra quelle domande fatte apposta per imbarazzarmi e permettere a quelle vipere con taccuino di travisare ogni mia sillaba.

"niente, non preoccuparti" – mi portai una mano sui capelli, come per togliermi di dosso la polvere di menzogna che mi macchiava l'anima-

Mi guardò negli occhi, più intensamente del solito, mi voltai bruscamente e lui se ne accorse subito

"Ermal non mentirmi, o potrei pensare che non ti fidi di me" – accompagnò il mio viso con due dita, facendomi voltare verso di sé- "hai paura per l'intervista, non è forse così?"


Tornai ad incastrare i miei occhi nei suoi con timore, notando che cercava di capirmi, di studiarmi. Ormai conosceva tutto di me e le mie emozioni, quando ero con lui non avevano modo di nascondersi. La pressione era ormai troppa e le tempie cominciavano a farmi male. Misi i gomiti sulle ginocchia e poggiando il mento sulle mani cercai un modo per uscire da questa situazione

"Fabri, non fraintendermi, ho paura che mi facciano domande scomode, tutto qua"

Si alzò di scatto, allontanandosi da me, prese il pacchetto di sigarette e se ne portò una fra le labbra, poi ricominciò a guardarmi, con il fumo che faceva da sfondo a quella tetra luce che rendeva i suoi occhi completamente diversi, più scuri, più tetri

"hai ragione, se malauguratamente dovessero chiederti di noi.."

"non ho detto questo" -replicai prontamente-


"ma è quello che mi fai capire, io aspetto l'occasione giusta per parlarne da un sacco di tempo, ma comincio a pensare di essere l'unico a volerlo"

"ti chiedo solo del tempo"

" ti ho dato quattro mesi della mia vita, avresti dovuto prepararti ad un gesto simile, almeno per dimostrarmi che ci tieni a me, che tieni a noi"

Non proferii parola, non avevo il coraggio di replicare né di sentire una verità così cruda, e soprattutto vera, venirmi spiattellata in faccia in modo così severo

"cespugliè me so rotto e palle okay? Quanto voi continuà a nasconde tutto? Quanto voi continuà co sta storia senza dirlo a nessuno? Quanto voi continuà a finge?"– disse senza riprendere fiato neanche una volta, fissandomi con rabbia, stringendo i pugni. Non riuscii più a trattenere le lacrime, abbassai lo sguardo e lasciai uscire fuori tutto il dolore che per lui e grazie a lui ero riuscito a nascondere-


"Te pensi che me fai pena se piagni?"


Ormai non riuscivo neanche più a vedere la sua figura, tante erano le lacrime, mi morsi le labbra e guardai in alto, cercando di fermare quel muro d'acqua



"Bri, io ci tengo a noi, ed è per questo che ho paura, lo vuoi capire? Ho paura di come ci guarderà la gente, di come potrebbero reagire"



"quindi perché te se n'ragazzino che c'ha paura de di la verità io devo fa finta de niente quanno stamo n'giro? 'N te posso bacià davanti a tutti perché te c'hai paura?"


Mi stringeva i polsi con forza, tanto da farmi male, lo pregai con lo sguardo di lasciarmi, lui capì.  Uscì dalla stanza senza neanche guardarmi, chiudendo rumorosamente la porta dietro di sé, io mi gettai sul letto rendendo il cuscino solo uno straccio fradicio di tutta la mia sofferenza. Quando la sveglia suonò, la mattina dopo realizzai quanto fosse difficile doversi alzare se non c'era lui a darmi il buongiorno, e quando passi la notte a pensarci fa ancora più male. Sentii bussare, corsi verso la porta e quando lo vidi le mie gambe quasi cedettero

"risparmiate e moine, io mo vengo co te a fa l'intervista, e te dico na cosa, se quanno t'o chiedono tu 'n risponni che io e te stamo insieme, finisce qua"

mi chinai per baciarlo, ma lui si scostò

"vestite che non c'ho tempo da perde"

mi preparai in fretta, senza neanche badare più di tanto a cosa avrei indossato, il giornalista mi aspettava nella hall dell'albergo. Fabrizio era dietro di me, quella così breve distanza tra noi e non poterlo nemmeno toccare mi rendeva difficile anche solo respirare, mi sentivo un carcerato scortato al patibolo. Lui voleva sorvegliarmi, essere sicuro del fatto che avrei parlato al mondo intero di noi e, nonostante non mi sentissi pronto, nonostante fossi terrorizzato dal parere della gente, lo avrei fatto, perché rinunciare a lui sarebbe stata la punizione peggiore.

"buongiorno" – mi salutò il ragazzo biondo che avrebbe dovuto intervistarmi-
"salve" – pronunciai quelle parole timidamente, quasi avessi paura di lui-
"bene, vogliamo cominciare?" – mi chiese invitandomi a sedermi-


Inizialmente fu tutto tranquillo, mi chiese dell'esperienza a sanremo e delle mie impressioni riguardo l'eurovision, ma poi arrivò la fatidica domanda



"che rapporto hai con il tuo collega, Fabrizio Moro?"



Cercai di non guardare Fabrizio, che era seduto a pochi metri da me, mi fissava in modo cupo, severo e la pressione che avevo addosso non aiutava



"siamo in ottimi rapporti, sinceramente il nostro è un legame che non saprei spiegare"



"a proposito di rapporti speciali, la tua ragazza paradiso?"



il mio cuore rischiava di fuoriuscire dal petto e scappare via, sentivo le mie mani sudatissime e il mio sguardo era fisso sulla figura di Fabrizio, che aveva mutato espressione. Non era più tranquillo, era stufo, di me e della nostra situazione, fece per alzarsi e fu allora che andai nel panico, ero troppo spaventato per pensare a cosa dire, così buttai fuori tutto ciò che avevo dentro



"non ho una ragazza paradiso, o meglio, non ce l'ho più, ci siamo lasciati da un po' ormai e ho avuto la fortuna di incontrare una persona che mi ha fatto capire cosa sia in realtà l'amore, l'amore...non è altro che un incantesimo tra due cuori che, anche se non si cercano, sono in grado di trovarsi comunque, l'amore più bello è quello che ti risveglia l'anima, e che ci fa desiderare di arrivare più in alto; è quello che riesce a portare la pace in una mente incasinata come la mia. L'amore è capirsi solo guardandosi, è quella persona che ti sopporta quando al mattino sei scazzato e non hai voglia di parlare, è quella sola persona che può accarezzarmi i capelli, detesto quando lo fanno ma quando lo fa lei mi piace, è quella persona che spero di trovare ogni sera in un albergo diverso e passare la notte insieme, è quella persona che mi fa impazzire quando mi chiama "cespuglietto". Non sono riuscito a dormire questa notte perché sapevo di dover pronunciare queste parole e ne ero tremendamente spaventato, quindi no, non ho una ragazza paradiso, ho un RAGAZZO paradiso, ed è seduto lì, è il mio Fabrizio."






*spazio autrici*


Ciao a tutti! 

Speriamo che la nostra prima oneshot vi sia piaciuta, ogni commento o suggerimento è ben accetto, in cambio un Bizio tascabile (per la modica cifra di un Ermal Meta) 

Bye
2tears

I nostri sogni su un aereo di cartaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora