Capitolo 2

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Caldo ... Caldo ... Si sentiva bruciare.

Fece una fatica immensa nell'aprire gli occhi, sentiva le palpebre pesanti e la testa gli girava. Aveva la vista sfocata, e per un attimo pensò che forse aveva la febbre.

Quando cercò di alzarsi si rese conto che non poteva muovere le braccia. Era sdraiato a pancia in sù e i suoi polsi erano legati alla sbarra del letto, si trovava nella sua stanza ma oltre a lui non c'era nessuno. Pensò subito che forse Radamante o Eaco gli avevano fatto uno scherzo ... Scartò subito il pensiero. Quei due non erano tipi da fare scherzi del genere. Anzi, nessuno negli inferi era avezzo a fare scherzi, specialmente a uno dei giudici, figuriamoci alle divinità.

Ma allora chi era stato? Chi era l'artefice di tutto ciò?

<<Ti sei svegliato, Minos.>> disse una voce cristallina ma al giudice molto famigliare. Si girò alla sua sinistra e vide che seduto sul bordo della finestra c'era Albafica, che indossava una vestaglia di seta rossa, come il colore delle sue rose. Nonostante si trovavano negli inferi, la pelle bianca del cavaliere splendeva e i suoi occhi cerulei non erano da meno. Ogni volta che Minos li vedeva si sentiva sprofondare.

Il cavaliere si avvicinò con passo lento e sensuale, girando per il letto e ammirando il magnifico corpo del giudice, che quest'ultimo quasi si eccitò solo dallo sguardo del suo amante.

Albafica si portò la mano alla bocca e cercò di trattenersi dal ridere, compiaciuto, per le reazioni che il giudice stava rivelando.

<<E' bastato solo che ti guardassi e guardati.>> disse salendo sul letto, facendo scricchiolare il materasso e mettersi di lato all'albino. <<Non pensavo che l'afrodisiaco facesse questo effetto.>>

Afrodisiaco?

<<Ti è gia venuto duro.>>

<<Tu, piccolo bastardo. Che cosa hai--!>>

<<Ssh.>> lo zittì il cavaliere posandigli un dito sulle labbra. <<Lasciami fare, Minos. Tu pensa solo a rilassarti e a godere.>>

Detto ciò, il cavaliere iniziò il suo assalto. Avvicinò il volto a quello del giudice, le loro labbra erano così vicine, un misero e fastidioso spazio li separava. Minos sentiva il respiro caldo fuoriuscire dalla labbra del suo amante, che questo sorrideva beffardo e aveva iniziato a baciare il suo collo, succhiando e leccando, mentre con la mano gli accarezzava il fisico scolpito dagli innumerevoli allenamenti.

Il tocco era diverso, Albafica rispetto a Minos era più impacciato, a volte timido e esitante. Questa volta era molto preciso, sicuro e molto "molto" voglioso. Infatti, in un attimo le sue sottili dita  andarono a sfiorare uno dei capezzoli del giudice, che questi si erano induriti. Albafica sorrise ancora, scendendo e continuando a baciare la pelle dell'albino, si fermò davanti a uno di questi e, senza avviso, iniziò a succhiare e a mordere.

Minos si morse il labbro inferiore, ma non riuscì a trattenere un gemito strozzato.

Il cavaliere rise e mentre con la bocca assaltava il capezzolo, l'altra mano pizzicava l'altro. Di solito era Minos che pensava sempre a dargli piacere, anche al petto, e nonostante Albafica non era una donna gli piaceva quando l'albino si occupava anche di quel particolare. Ma ora toccava al giudice provare quel piccolo piacere, e quando Albafica guardò sul volto dell'albino vide con piacere che si stava mordendo il labbro inferiore per impedire ai gemiti di uscire dalla sua bocca. Ma quando spostò lo sguardo verso il basso e vide il membro eretto non poteva che essere più che soddisfatto. Certe volte anche Minos era testardo ad ammettere cose che gli piacevano ... ma, in questo caso specialmente, il suo corpo era sempre onesto.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 07, 2019 ⏰

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