La terza legge

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<Prima legge: ama il tuo clan e lui amerà te. Seconda legge: combatti per il clan e lui combatterà per te. Terza legge: muori per il clan e lui morirà per te. I membri di un clan sono fratelli di Spirito, un'anima sola divisa in più corpi. Si vive insieme, si caccia insieme, si muore insieme. Così hanno stabilito lo Spirito e i nostri antichi padri.>

Il vecchio Kiba lo ripeteva sempre, prima di cominciare le sue lezioni. Noi bambini ascoltavamo distrattamente quella cantilena ormai conosciuta a memoria, impazienti di correre dietro alle lepri tra gli alberi della nostra foresta. Lo ripeteva prima di cominciare a raccontare le storie dei padri dei suoi padri. Lo ripeteva mentre ci insegnava come dipingere il nostro corpo con i colori rituali.

Perché morire per il clan è la morte più bella, dicono qui nella foresta. Lo disse anche il vecchio Kiba quando i nostri padri tornarono al villaggio non da guerrieri vittoriosi ma sdraiati su barelle di legno e cuoio. Eroi, li chiamavano, mentre le loro pire bruciavano e le loro anime si libravano leggere nel vento. Si sarebbero ricongiunti con lo Spirito della foresta, diventando parte di essa. Perché morire per il clan è la morte più bella, ci dicemmo ricacciando in gola le nostre lacrime. Un Lupo non piange.

Fu quel giorno che giurammo. Incidemmo la nostra tenera carne con i coltelli rituali, mentre dietro di noi gli ultimi fuochi si ostinavano ancora a brillare nella notte. Per la foresta e per la memoria dei nostri padri, fino all'ultimo respiro dei corpi mortali. Avevamo abbandonato i giochi dell'infanzia ed eravamo diventati Lupi, secondo il vecchio Kiba. Insieme.

Diventammo un clan, diventammo fratelli nello spirito e nel sangue. Insieme abbiamo cacciato, rincorrendo i cervi tra gli alberi della nostra foresta. Insieme abbiamo combattuto contro gli altri clan, sbaragliandoli con la nostra furia animale. Insieme abbiamo tenuto testa agli Estranei e alle loro armi così diverse dalle nostre. Insieme abbiamo cantato ai nostri morti e abbiamo acceso le loro pire, con le lacrime nascoste in fondo allo stomaco.

Abbiamo combattuto come un unico corpo innumerevoli battaglie, anche questa, anche l'ultima. Il pelo di Len è chiazzato di rosso, il respiro di Ahote è ridotto a un rantolo, Niyol si ostina a non gemere mentre il colpo del nemico gli scava la carne. Abbiamo perso.

Non ci sarà alcuna pira per noi, nessun canto. Gli Estranei arriveranno al villaggio, affamati del loro maledettissimo olio nero. Prenderanno le nostre mogli e i nostri bambini e li rinchiuderanno in prigioni di cemento e asfalto. Taglieranno gli alberi e ridurranno la nostra foresta a un deserto, finché non rimarrà che il loro olio e le loro macchine. I nostri figli non ascolteranno più lezioni del vecchio Kiba e non correranno più dietro ai conigli. I lori figli cresceranno in mezzo agli Estranei, senza mai aver visto la foresta dei padri dei loro padri. Siamo gli ultimi.

Siamo pronti. Siamo pronti a ricongiungerci con lo Spirito della foresta e a diventare parte di essa, nonostante sia destinata a morire presto. Eccoli sono arrivati. Le anime dei nostri padri danzano intorno a noi, i loro volti s'intravedono tra gli alberi. Sono venuti a prenderci.

Prima legge: ama il tuo clan e lui amerà te.

Seconda legge: combatti per il clan e lui combatterà per te.

Terza legge: muori per il clan e lui morirà per te.

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