Prologo

393 9 1
                                    

Ed oggi, come sempre, il sole è sorto. Quel terribile sole di maggio, che spruzza energia, come se ti volesse dire "hey svegliati, oggi sarà una bella giornata". Al diavolo il sole. Al diavolo tutti.

Sento il mio capo che ci chiama per la colazione.

Jenny, accanto a me, fa un sussulto, si gira verso di me e mi dice: "allora com'è andata ieri sera? A me è toccato il Rosso."

La guardo e la ammiro. Lei è riuscita a superare questa cosa. Io ancora ne sono succube. Non riesco a capire perché Dio ha fatto si che l'uomo inventasse i bordelli, dove povere ragazze come noi sono costrette a lavorvi.

" oi mi stai ascoltando?" Mi dice Jenny strappandomi dai miei pensieri.

Faccio cenno di si con la testa. Allora lei prosegue a raccontarmi del fatto che ha avuto fortuna perché il Rosso è stato carino e non si è avventato su di lei come un vampiro assetato di sangue, e di altri pettegoletti che personalmente non mi interessano.

"Allora stupide vi muovete o volete rimanere senza colazione?" urla quel fottuto di un Boris dal piano di sopra. Prima o poi troverò il modo di fargliela pagare per tutto ciò che ci ha fatto.

Vedo Jenny alzarsi, ha il vestito verde strappato, elimino dalla mia mente tutti i pensieri che mi stavano venendo su quello che potrebbe essere successo ieri sera. Bleah che schifo.

Entriamo nel corridoio e trovo tutte le mie compagne di sventura in condizioni non peggiori delle mie: mezze nude, stanche, con dei cerchi neri sotto gli occhi, fragili, così fragili, troppo fragili.

Saliamo e troviamo la solita brodaglia fatta con so quale intruglio nelle tazze, anche se a stento possiamo definirle tali, più un odore di erba nauseante.

In piedi vicino al tavolo c'è lui.

La persona più viscida ed attaccata al denaro che conosco: Boris.

Con una sigaretta in bocca e un fascio di soldi in mano.

Lo vedo intento a contare quegli stupidi soldi che per lui valgono più delle nostre vite, delle nostre dignità, di noi.

Sorride.

Ma cosa cazzo sorridi?! Vorrei spaccarti quella faccia del cazzo che ti ritrovi, ma non posso.

"Wow Muta, ieri sera hai guadagnato un botto grazie ai tuoi balletti" esclama rivolto a me.

Beh si, io sono la Muta. Io so parlare, ma sono all'incirca due anni che non lo faccio. Dopo che mi hanno tolto tutto non ho sentito il bisogno di parlare ed ho smesso di parlare. Anche se lui non lo sa. Penso che qualcosa abbia intuito ma non ha mai insistito a farmi parlare. Beh grazie a questo "dono", per come lo vedo io, del non parlare sono finita a fare la lap dance e non a fare servizietti a letto.

In principio anch'io lavoravo nei letti, ma gli acquirenti si stufavano perché non gemevo e non parlavo. Quindi Boris è stato costretto a farmi ballare senza essere toccata.

All'inizio era molto incazzato con me perché purtroppo per la mia bellezza guadagnavo molto, ma quando ha capito che potevo tenerne intrattenuti più di uno e con un guadagno più o meno pari non si è più osato a cambiarmi compito.

Comunque sia ho una vita di merda....

Hope || Luke Hemmings||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora