Prologo

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Sto guardando fuori dalla finestra da più o meno mezz'ora, sorseggiando la mia cioccolata calda mentre sono seduta sul mio letto.

La pioggia mi ha sempre provocato una pace interiore, mentre adesso non fa altro che mettermi ansia. Eppure è l'unico ricordo che mi rimane di lui.

Non dimenticherò mai quel giorno, lo conservo nel mio cuore e lì rimarà per sempre.

Sentendo dei rumori di passi, cerco di cacciare indietro le lacrime : Non voglio che nessuno mi veda in queste condizioni.

Come previsto, una figura più o meno alta quanto me si presenta alla mia porta; La sento ma non mi giro, nonostante io ci provi sul serio.

Come sempre sono bloccata: Non so precisamente da cosa, ma c'è qualcosa dentro di me che mi impedisce di parlare, di andare avanti.

Perchè lui? Perchè, nel fatidico momento, non sono morta con lui?

<<EEEEEEHI>> Cercando di trasmettermi il suo buon umore, Ginevra - mia sorella maggiore - entra completamente nella stanza, distogliendomi dai miei pensieri.

In un altro momento avrei riso e magari avremmo cominciato a fare le stupide e a giocare alla Play.

Ma quel momento non esiste più da un pezzo.

Lei, nel frattempo, si è seduta accanto a me, facendo rimbalzare il letto sotto al suo peso.

<<Io e mamma abbiamo fatto una torta, ne vuoi un pezzo?>> dice, mentre poggia una mano sulla mia spalla e mi guarda in cerca di una risposta.

Mi guardo attorno: E' proprio carina la mia stanza.

Con le pareti bianche e lilla che la mia famiglia ha dipinto appositamente per farmi tornare "la ragazza normale che ero un tempo", ha un tocco di femminilità che però manca a me stessa.

Ho smesso di curarmi da molto ormai, quindi sembro più una femmina uscita male che una ragazza vera e propria.

<<Pianeta chiama Auraa!>> la voce di Ginevra mi fa scuotere la testa, facendomi tornare alla realtà.

La guardo interrogativa.

Sospira e abbassa lo sguardo, <<Ti ho chiesto se ti va di mangiare un pezzo di torta che abbiamo fatto io e la mamma>>, spiega con voce bassa e nostalgica.

Faccio scattare le sopracciglia in su in segno di sorpresa e faccio "no" con la testa.

Lei mi sorride e annuisce, aumentando leggermente la presa sulla mia spalla.

<<So che è difficile>> dice mentre accenna alla finestra con la testa, riferendosi alla pioggia che continua a cadere incessantemente.

Abbasso lo sguardo sulla mia tazza mentre rifletto sulle sue parole. No, lei non può saperlo.

Nessuno potrebbe mai capire ciò che sto passando.

<<Ma sai Aura?>> dice rafforzando leggermente la presa, mentre io torno a guardarla sobbalzando <<Non pioverà per sempre. Dopo la pioggia c'è l'arcobaleno.>> continua sorridendomi con comprensione.

Fa scivolare la mano dalla mia spalla e se ne va, lasciandomi nuovamente sola.

Poggio la tazza sul davanzale e mi abbraccio le ginocchia.

Ripeto nella mia mente le parole di Ginnie: Non ci avevo mai pensato, in effetti.

Pensandoci con attenzione, però, è la pioggia che lascia lo spazio nel suo cielo all'arcobaleno.

Ecco perchè continua a non esserci un arcobaleno nella mia vita: Sono io che non voglio lasciargli lo spazio per entrare.

Solo Per Te.Where stories live. Discover now