"Alcune volte si ha bisogno di una pausa, la vita ti travolge".
Ecco una frase fatta che non potrebbe essere più azzeccata per me. La pausa me la sono presa, ma non ci ho capito niente, ne di me stessa ne di quello che sta succedendo. Passo giorni a chiedermi: "Amanda ma cosa stai facendo? Amanda hai intenzione di stare tutto il giorno in questa stanza a piangerti addosso? Amanda sei sicura che quello che stai diventando sia giusto?" e indovinate un po' le risposte? Già... "boh, non lo so, forse devo pensarci ancora su".
La verità è che sento che questo è il loro mondo ed io ci sto solo vivendo dentro, non ne faccio parte e forse neanche voglio. È un modo pieno di giudizi infondati, di parole dette a caso come se non avessero davvero un peso, di stereotipi che ti fanno sentire sbagliata.
È passata una settimana dall'episodio della perdita dei sensi nel bel mezzo del corridoio. Mio zio, pur avendo mille impegni di lavoro, è riuscito a rimanere in città e a dare forza a mia zia che mi è stata sempre accanto. Abbiamo accantonato l'idea di spedirmi in un centro di riabilitazione per ragazzi con disturbi alimentari e abbiamo cercato di risolvere la situazione, per quanto possibile, insieme. In questi giorni sono riuscita a mettere su quasi un chilo, ho iniziato a mangiare poco alla volta, cercando di non saltare nessun pasto. È stato duro ingerire così tanto cibo in così poco tempo e so che questo è solo l'inizio, probabilmente diventerà ancora più difficile appena i chili inizieranno a vedersi. Non ce la farò da sola, non riuscirò a mangiare a scuola davanti a tutti ne riuscirò a controllarmi da sola. Questa è la cosa che mi spaventa di più. Ricadere nelle stesse abitudini è facile, troppo facile. In questi primi tempi non mi segnerò alle lezioni pomeridiane così da non dover restare a scuola per pranzo e mi terrò lontana da qualsiasi cosa possa portare con se dei guai.
Inutile dire che mi sono persa questi giorni di scuola, nonché la festa, per i quali ho ricevuto svariati messaggi da quelle tre ragazze. Non ho risposto a nessuna delle tre.
Mia zia mi ha anche riferito che Noah è passato a casa il pomeriggio stesso dello svenimento ma ero ancora senza sensi e mi ha lasciato solo un biglietto. La sera, dopo aver ascoltato quell'interessantissimo litigio tra i miei zii, me lo sono ritrovato sul comodino e ho passato tutta la notte a rileggerlo.
Non diceva nulla di particolare, mi ha solo scritto quanto gli sia dispiaciuto di non essere stato a scuola per aiutarmi e mi ha offerto il suo aiuto per il rientro a scuola.
Domani quando tornerò a scuola lo ringrazierò, ma niente di più, o almeno proverò a fare così.
Mio zio, Tom, mi ha riempito di regali in questi giorni, probabilmente cercava solo di comprarmi con i suoi soldi, ma mi ha fatto piacere riceverli. Mi sono sentita parte di qualcosa, ho ripensato ai vecchi momenti trascorsi con i miei genitori, ai regali di Natale e a quelli di compleanno. Ho pensato tanto a loro e forse mi hanno dato la forza di vivere che ho perso un po'. Strano come quella forza me la tolgano e me la diano solamente ricordandoli, alle volte tristemente, altre felicemente.
Rose, mia zia, mi ha praticamente costretta ad andare da una psicologa alla quale probabilmente non racconterò tutto di quella notte, ne delle cose che mi sono fatta dopo. Ci sono tante cose che nessuno sa e che forse neanche io capisco a fondo, so solo che non avrei la forza di raccontarle, le dovrei rivivere e se lo facessi probabilmente mi ucciderebbero.
Prima mi sono osservata allo specchio e mi sono rivista in tanti ricordi che sembravano così vividi quasi da non riuscire a distinguerli dalla realtà. Mi sono chiesta come io abbia fatto a ridurmi così. Davvero, ma come ho fatto?
STAI LEGGENDO
Non ora ma domani
RomanceAmanda ha 17 anni e a causa di alcune cose successe nel suo passato si è trasferita da sua zia. Ha provato a crearsi una nuova vita, ma i suoi disturbi alimentari e le sue ansie l'hanno frenata dal fare molte cose. Ha iniziato ad avere una visione p...