Mi Trasferisco

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Sono sul letto e ho appena finito di scrivere sul diario che mi ha regalato la mamma ed ad aggiornare il mio blog.

Intanto che scrivo sul mio blog mi sto domandano -perché i miei genitori, hanno dei nomi del posto ma non io?-

D'un tratto ho sentito la porta aprirsi, e piccoli passi avviarsi verso il mio letto, con le coperte colore corallo, che toccavano terra.

Spengo lo schermo del mio computer fisso, immersa tra i miei pensieri.

Alzo piano la testa e vedo mia mamma, con aria di rimprovero, ma anche di chi capisce di ciò che provo.

“non approvi il trasferimento?” mi chiese mia madre Isabelle.

Invidio il suo nome è così regale...ma non gli dissi niente.

Scordandomi quasi la sua domanda, mi infilai sotto le coperte, con il diario e la penna.

“Diamante?” mi riportò subito per terra “si?” chiesi scordando la domanda appena fatta.

“Non approvi il trasferimento?” Rizzai le orecchie, come potevo approvare qualcosa che non approvavo? Appoggiai in maniera delicata il diario e risposi cercando di essere il più decisa possibile.

“No. Non lo approvo! Perché io sono nata e cresciuta qui e andarmene via,vorrebbe dire...lasciare la mia casa. Questa casa è e rimarrà sempre la mia.”

Cercai di riprendere fiato, tra una parola e l'altra.

“D'accordo non è una reggia, è piccola e malandata, gli arredi sono tutti impolverati, le tende strappate...eppure io sto bene qui!”

Mia madre mi guardò con un espressione decisa e gli occhi blu erano determinati.

“Bisogna provare a voltare pagina, iniziare una nuova vita...è meglio così, sia per te che per me...” “e papà?” “lui ci ha lasciate, non che sia morto ma ci ha..” esitò

“abbandonate” la mia espressione era stupefatta. Come poteva abbandonarci? Perché proprio ora?

Lasciai continuare la mamma senza dire una parola.

“Dicevo...se ricominciamo da zero a Parigi, magari ti puoi trovare delle nuove amiche, e perché no magari troverai anche l'amore della tua vita, quello che non ti fa dormire, non ti fa mangiare, e ti farà sempre battere il cuore” Sembrava più entusiasta lei di me, senza accorgercene si era fatto tardi, non potevamo rendercene conto per via dell'orologio rotto, ma quando presi in mano il cellulare, vidi che erano già le 23.00.

“ora scusami vado a dormire” dissi cercando di rimandare la conversazione.

Isabelle mi dà un bacio sulla fronte come fa ogni sera prima di andare a dormire.

La lasciai uscire dalla mia stanza, tappezzata di poster, appena fu fuori dalla camera,spensi la luce, aggiornando il mio diario sugli ultimi eventi.

Ormai vedevo anche al buio, i miei occhi si erano abituati, alla luce della notte e quella della luna.

Caro Diario,

mia mamma vuole trasferirsi a Parigi, dice che li incontrerò il mio principe, ma so che non ne esistono, se non nelle fiabe.

Mio papà ci ha abbandonate come cuccioli.

Lui che dice sempre che non è giusto.

Stavolta però lo ha fatto e non capisco perché...

Ho tanti punti di domanda a cui non so rispondere.

Spero di trovare presto delle risposte.

Buonanotte.

Finito di scrivere ci feci qualche disegno e lo misi sotto il cuscino.

-forse domani dovrei parlare ancora con mamma-

poco a poco gli occhi mi si chiusero.

Il giorno dopo, il sole venne a bussare alla mia finestra, entrando con i suoi raggi primaverili, dandomi il buongiorno.

Insieme al cinguettio degli uccellini.

Sperando che la mamma avesse cambiato idea, scesi al piano di sotto, quando la vidi mi venne un nodo alla gola per la domanda che volevo farle, per paura della risposta. Mi feci coraggio cercai di attaccare bottone.

“Buongiorno mamma, hai visto che bella giornata di sole? Non ti viene voglia di uscire a raccogliere qualche fiore colorato?”

“Buongiorno Diamante, si è una bella giornata per..dei cambiamenti...”

A quelle parole mi sono pietrificata all'istante.

Cosa voleva dire che oggi ci saremo trasferite?

Realizzai la frase e risposi a tono.

“Eh la fai facile tu, anche se papà non è qui,tu sei sposata e felice...io invece, non non riesco a trovare la persona giusta..Cos'ho che non va?” “Non hai nulla che non va”mi rispose calma, ma allo stesso tempo... comprensiva e affettuosa.

“Vedrai che se ci credi e ti impegni le cose verranno da se. Ma ricorda, che se non trovi la persona giusta, non è colpa tua. Io e tuo papà ti saremo sempre vicini,soprattutto per proteggerti. Anche se gli altri non ti reputano speciale, vuol dire che non vedono a un palmo dal naso, e che non ti meritano,per noi lo sei...più di tu quanto creda”.

Vidi mia mamma girarsi di scatto...come per nascondere delle lacrime. La conoscevo bene e in quei casi era meglio lasciarla stare.

Andai sul balcone, feci il numero della mia migliore amica Nicole, che mi dava tutti gli aggiornamenti e le news. Ormai avevo soprannominato Nicole ... “Turbo-lingua”.. Quel pensiero mi faceva ridere, ma si addiceva perfettamente, al suo modo di parlare cosi svelto...fino al punto di non capire nulla.

Io stessa mi chiedevo se non gli si intrecciasse la lingua. Poco dopo mi rispose, felice di averla chiamata , a suo modo.

<<Ciao Diamante senti non puoi perdetela: domani a scuola c'è un nuovo studente, l'ho sentito dal professor Salvia, chissà chi è, sarà carino?>> <<Ma tu pensi solo ai ragazzi>> gli dico scoppiando in una gran risata. Conosco alla perfezione la mia amica, ha un carattere civettuolo è esattamente il mio opposto...ecco perché ci troviamo cosi bene.

<<sai mia mamma si vuole trasferire>>

<<ah si dove?>> <<Parigi>> <<coosaa??>> urlò al telefono sfondandomi letteralmente un timpano.

<< mi hai sfondato un timpano Nicole>> <<scusa..ho sentito dire che ci sono delle scuole prestigiose, moto più delle nostre. Per non parlare dei fusti francesi che troverai là..oh quanto ti invidio...conoscendoti non avrai ancora fatto i bagagli ti lascio al tuo lavoro e tienimi aggiornata>>. Chiuse la chiamata di scatto, io sotto casa iniziai a sentire un rumore di ruote che frenavano...

Dietro di me era giunta di soppiatto mia mamma, ma ormai io riconoscevo dai passi.

“Seriamente vuoi trasferirti?” Mi guardò con due occhi decisi, come per dire “SI”. Mi fece segno di guardare sotto casa e li vidi il furgone dei traslochi.

Iniziarono ad invadere la “mia” casa e portarono giù degli scatoloni pieni di roba.

Roba anche preziosa..non doveva essere per forza oro o argento.

Vidi mia mamma uscire da camera sua con degli scatoloni in braccio.. andai a riempire il mio scatolone, non era molto da imballare, ma il mio cuore piangeva, mentre imballavo la poca roba che avevo.

Feci le scale in discesa di corsa, quasi mi uccido.

Appoggiai piano il mio scatolone sul furgone, che ci avrebbe portato i nostri effetti personali, fino a Parigi.

Con tristezza salì in auto...intanto che aspettavo mia mamma, ho messo su un po' di radio.

Quando arrivò si mise alla guida spegnendo la musica.

Iniziò a guidare e il mio viaggio ebbe inizio...

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 15, 2018 ⏰

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