Ormai passata la mattinata, giunse l'ora di pranzo.
La fatitica ora nel quale avrei dovuto pranzare in compagnia di quella strana ragazza, come si chiamava? Mhhhhh.... ah, si, giusto, Hikari.
Ovviamente non avevo voglia di andarci, e mi limitai a non presentarmici e a restare in classe a guardare fuori dalla finestra il paesaggio colorato che mi circondava.
C'erano delle aiuole bellissime, quelli del club di giardinaggio si eran dati ben da fare.
Mentre scrutavo con calma e con molto attenzione il paesaggio, mi sentii un tocco, o per meglio dire un dito, dietro le spalle.
Mi voltai intenta a capire chi o cosa fosse e mi ritrovai alle spalle "La famosa Akiko".
"Bene" pensai "Sembrava una giornata troppo bella per essere davvero reale" e alzandomi la fissai per qualche istante.
Che voleva da me questa rompiscatole? Non poteva andarsene a spaccare il vetro a qualcun'altro? Esisto solo io per sta testa di cocomero?Sono le 4:43, mi ritrovo per terra, vicino l'entrata della scuola.
Inutile sprecare fiato per raccontare cosa ho dovuto subirmi.
Le solite cose no?
Decido di alzarmi e con fare annoiato, stanco e debole per le troppe botte, cerco il mio zaino.
Girandomi attorno lo vedo da lontano nel laghetto.
Decido di prenderlo, anche se ormai zuppo, e mettendomelo sulle spalle, vado verso la via di casa.
"Forse se avrei ascoltato quella tappetta mi sarei risparmiata un paio di botte" pensai nel mentre le mie gambe ormai quasi viola e tremolanti continuavano ad avanzare verso la via.
Vedo una ragazza nel ritorno, mi guarda con fare preoccupato e mi si avvicina timidamente.
-"Tutto bene?!" Mi chiede.
Si certo, come se potesse importargliene per davvero.
Non le rispondo e continuo ad avanzare , sperando che non decida ancora di starmi a guardare.
La ragazza allora mi segue, cocciuta peggio di quella di prima, continuando insistentemente a chiedermi se stessi bene o bho.
Allora cedo. "Si sto bene" le dico con fare irritato.
Quella ragazza non reagì parecchio bene alla mia risposta, lo sguardo le si riempì di lacrime e il suo volto divenne rosso e oppresso.
Allora nel panico cerco di farla smettere, in colpa per quanto accaduto.
La fine di questo evento?
Mi ritrovo con un altra suddetta "amica".
Fui costretta a farci amicizia , sperando potesse tirarsi su di morale.
Il suo nome è saya, se ricordo bene...
Mi ha portata a casa sua e mi ha sistemato un pò... anche se da un certo punto di vista mi ha obbligata, penso di doverle dei ringraziamenti.
Ormai si è fatto buio, e solo adesso sono di ritorno a casa.
Apro la porta ed entro con la vaga speranza di non ritrovarmi un altra bottiglia contro.
Nulla. Non c'era nulla o nessuno.
Solamente silenzio.
Decido di guardarmi intorno e di girare per ogni stanza ma non vi era anima viva.
Da una parte ero stranita, ma dall'altra ero fremente dall'eccitazione di non dovermi subir nessuno.
Allora mi butto sul divano, e guardando le mie gambe fasciate mi addormento, ormai sfinita dalla giornata.
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Cry Little doll
SpiritualUna bambola, simbolo della fragilità di questa società, cerca di rimanere ancora in piedi sul filo argentato che sta percorrendo. All'inizio l'unico pensiero che le passa per la mente è quello di essere inutile, un essere fragile e buono a nulla nel...