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"Bene,ragazza,raccontami un po di tempo! "
"Cosa vuole sapere?"
"Quanti anni hai?"
"Ho 15 anni ed essendo una donna,non posso andare a scuola. Vivevo con mio zio Chad,ma poi lui mi ha buttato fuori perchè ero un peso..."
"Ma tu non vivevi da sola?"
"Sì,ma ora..."

Lui era uscito dal pullman e io rimasi lì,su quel sedile,a pensare cosa sarebbe successo. Mi guardavo intorno: erano tutti uomini e le femmine erano accompagnate.
Ritornò il tizio con due forze dell'ordine e mi sbatterono fuori dal pullman.

Nella mia testa pensavo: "Se gli uomini hanno tutti questi diritti,io voglio essere un uomo".

Per fortuna non presero provvedimenti seri,ma il problema era ritornare a casa...Pensai ad una bugia.
Appena arrivata,trovai mio marito,davanti al portone,con una frusta.
"Dove sei stata?"
Non risposi.
Mio marito mi guardava male,sapevo che mi doveva frustare. Avevo paura di muovermi e di parlare.
"Non hai niente da dirmi?"
Vidi uscire dalla porta mio padre...Un uomo con i capelli bianchi raccolti in un turbante. Si avventò verso di me.
"Eccoti,puttana! Dove sei stata?"
Tra le frustate e le lacrime mi sentivo in colpa. Lo sapevo com'era fatto mio padre...Mi alzai da terra e andai nella mia stanza. Volevo essere un uomo. Bè,un uomo non può piangere perchè è un uomo. L'uomo è una razza forte e coraggiosa. Quando vivevo con i miei genitori,c'era pure mio fratello,più grande di me,che mi trattava come una bambina quando mio padre andava a lavorare. Certe volte lo aiutava e poteva uscire senza nessun tutore. Non lo odiavo,ma non lo consideravo il sangue del mio sangue. Pensavo alla mia vita se fossi nata in una famiglia americana o europea. Ammiravo mio cugino Adolfo. Era magro e molto intelligente. Ero la sua ombra. Mi portava sempre con sé,anche in bagno. Rubavamo nei negozi e una volta mi ha fatto assistere a lui che faceva sesso con sua moglie. Che schifo. Dopo tre mesi capii che era inutile,che io non potevo essere un uomo. A casa tutto era tornato alla normalità: mio marito che mi frustava perchè non facevo le faccende domestiche e mio padre che mi frustava perchè non obbedivo a mio marito. Un tempo,mio fratello,si trasferì in Belgio,dove conobbe sua moglie,si sposarono ed ebbero una figlia. Poi,dopo anni,tornò in Arabia Saudita. Appena entrato in casa,mio fratello Paki fu assalito dagli abbracci di mio padre. Con lui c'era una bambina dai capelli rossi,stanca e che non sapeva parlare l'arabo.

Volevo essere grandeWhere stories live. Discover now