Perfect // CamperKiller

Prologo

Andrea Grassi e Giovanni Leveghi sono amici e vicini di casa da sempre. Giovanni è gay ed è innamorato di Andre dalla prima liceo. Andrea è l'unico che sa dell'orientamento sessuale di Giovanni. O almeno, quando glielo ha detto in 2^ media lo era. Al liceo sono iniziati i primi casini. Sono andati allo stesso istituto, stesso edificio, indirizzo diverso. E lì praticamente tutti i ragazzi erano omofobi. Finché non sapevano nulla ok, sopportava le battutine e fine. Poi una prof fece una cosa sbagliata. Nell'attesa della campanella dopo aver finito la lezione disse "Facciamo questo gioco: ognuno dica l'ultimo evento a cui sarebbe voluto andare ma poi non è andato. Non si può mentire". Sarebbe sembrata una cavolata, no? Un semplice modo di passare il tempo. Ma quando arrivò a Leveghi...

FLASHBACK

Giovanni

Oh cazzo, e ora?  Mica posso rispondere sinceramente davanti a questi!! Non posso dire che volevo andare al Milano Gay Pride. NON POSSO. Mentirò. <Un concerto> dissi per poi mordermi internamente il labbro(reazione automatica del mio cervello alle mie bugie). Infatti: <Ho detto di non mentire, Leveghi> disse la prof sghignazzando. Me: <Cioè... volevo dire... il mjlno gaj prjid> mugugnai la risposta. Sfortunatamente un mio compagno, Vincenzo(chiaramente vige il mainagioia perché era ovviamente il più omofobo della classe), decifrò. V:<Milano gay pride?? Che sei frocio?> disse ridendo <ahahah a che ricchione, sai che? Era talmente ovvio! Rispetti tanti di quelli stereotipi> continuò a ridere. La prof rimase zitta, non fece nulla, lui e gli altri continuarono a insultarmi e io volevo sparire. Suonata la campanella, usciti da scuola, appena ho messo piede fuori iniziando a guardarmi intorno in cerca di Andrea li vedo chiamarmi G(Giacomo):<Ah ricchione! Vieni 'n'attimo> sbuffando mi avvicinai. Erano Giacomo, Massimiliano, Francesco e Simone capitanati da Vincenzo. Me: <Che volete?> Non mi risposero. Vincenzo mi diede un pugno sullo stomaco. Poi sentì un secondo pugno da parte di Massimiliano nella schiena. Poi un calcio sulla tibia da Fran, calcio alle gambe da Simo. Cado a terra. Calcio sul naso. Buio.

Mi risveglio sotto un albero, in un parco, un dolore atroce ovunque e con l'occhio gonfio.

Torno a casa e i miei non ci sono. Sono a lavoro fino a tardi entrambi oggi, per fortuna. Prendo il ghiaccio e lo metto sull'occhio. Intanto mi metto a guardare un po' la TV. Domani è il 1 Novembre quindi i compiti li farò domani non essendoci scuola. Ma è meglio così preferisco non vedere quei dementi.

FINE FLASHBACK

Ora stiamo per iniziare la quinta e gli insulti e le botte non sono finiti. Anzi, col tempo la situazione è solo peggiorata. Per fortuna alla terza volta la cosa è stata interrotta da Andrea che ha visto la scena e gli ha minacciati di picchiarli lui se non se ne andavano. Ma loro hanno continuato e Andrea, quando poteva, ad aiutarmi.

Dopodomani sarà il primo giorno e non voglio pensare a come sarà. Andrea è un anno più grande di me e ha preso la maturità l'anno scorso e quest'anno non ci sarà. Ho davvero paura di ciò che accadrà.

Esco di casa, attraverso e suono al campanello di casa Grassi. Io e Andrea ci eravamo messi d'accordo per andare a prendere un caffè.

Autrice
Davanti al bar incontrarono i bulletti.
V:<Ma che carini! I piccioncini stanno andando a prendere il caffè? Ahahah FROCI>
Gio:<Senti mi potete insultare e picchiare quanto volete- se ne esce in un atto di ira calma -ma non. toccate. Andrea. Chiaro?>
F: <Aaah il ricchione difende il suo fidanzatino> ridacchia.
Giovanni vorrebbe rispondere un bel "magari" ma sa che non può.
A: <Andatevene tutti e cinque o ci saranno gravi conseguenze, mh?> Si assicura Andrea.
I 5 se ne vanno e Giovanni e Andrea entrano e prendono un caffè.

Arriva un ragazzo che conoscono che fa il musicale nel loro istituto. Andrea lo saluta: <Hey, Leo!>. Ricambia il saluto con un gesto della mano e poi gli ignora.

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Altra giornata andata, altre occasioni di dichiararsi ad Andrea sprecate