Jaqueline Phillips camminava lentamente accanto alla sua migliore amica Grace Rogers. Lei parlava, ma Jacqueline non prestava attenzione alle parole della biondina. Pensava a un sogno ricorrente che la tormentava tutte le notti. Era orribile, senza la presenza di di Grace, durante le turbolenti nottate, non ce l'avrebbe mai fatta. Il sogno era sempre lo stesso: lei di fronte all'amica, con una sfera di fuoco tra le mani. Rimaneva lì, silenziosa e luminosa, che aspettava solo di essere scagliata contro il viso della povera ragazza terrorizzata. - Per te succederà?- chiese la ragazza riccia, interrompendo bruscamente Grace. Quest'ultima la guardò seccata, per poi risponderle bruscamente -Ascolta, puoi smettere di sognare la mia morte? Non devi per forza descrivermi i tuoi problemi ogni giorno. Prenditi una pasticca!-. La biondina si allontanò, dirigendosi verso un gruppetto di ragazze che guardavano qualche frivolezza sui loro quaderni. La mora non era sorpresa da quel atteggiamento sprezzante, ormai erano mesi che Grace rispondeva in quel modo. Delusa e triste, la ragazza si recò a passi lenti verso l'uscita dove l'aspettava Danny. Lui era gentile e sempre disponibile, ma era fin troppo appiccicoso, aveva lo zaino pieno di caramelle puzzolenti e merendine scadute che tentava sempre di rifilare a Jacqueline. -Hey Jackie, ti va una passeggiata? Se ti va dopo possiamo anche andare a ''Pizza Dance'', ha aperto oggi!- disse Danny sputacchiando dappertutto e sistemandosi continuamente i capelli unti, cosa alquanto fastidiosa per ''Jackie''. -Danny, oggi non me la sento, magari tra una settimana.- disse la mora mentre cercava di evitare il suo sguardo. -Ma tra una settimana non ci vedremo più!- sbottò Danny, mentre tirava fuori dallo zaino alcune patatine dall'aspetto per niente invitante. -Appunto. E non mi chiamare Jackie, idiota.- sussurrò Jaqueline, mentre allungava il passo verso casa. Per fortuna la madre di Danny lo aspettava dall'altra parte della strada quel giorno, quindi Jaqueline lo liquidò velocemente con un incomprensibile ''Ciao''.
* * * * *
Arrivata a casa, si buttò violentemente sopra il suo letto. Quella fastidiosa sensazione di delusione era stata rimpiazzata da un'emozione forte e violenta: la rabbia. Jacqueline sentì improvvisamente voglia di picchiare qualcuno, di sfogare la sua rabbia su qualcosa. Per liberare la mente decise di fare i compiti, sulla scrivania c'era il progetto di scienze che avrebbero dovuto fare insieme. ''Sicuramente tornerà in tempo... E' ancora presto.'' pensò malinconica la ragazza. Finalmente, si mise a fare i compiti. Il tempo passava, è presto la sera calò rendendo la casa silenziosa. Grace si era dimenticata del progetto di scienze. Si era dimenticata della sua migliore amica. Jacqueline, mentre gironzolava per la stanza, notò un piccolo quadro riposto sulla mensola. Vi erano ritratti i suoi genitori: Akane Smith e suo padre Edward Phillips. Alla fanciulla scese una lacrima, che le rigò il volto scuro. I suoi genitori, infatti, erano morti assassinati da un alleato mafioso. Jacqueline aveva imparato a sorridere di nuovo, ma il dolore che portava dentro era enorme. Sua madre era una bellissima donna hawaiana, con la pelle scura e lunghi capelli ricci,lunghi e neri come la pece. Era un'importante donna d'affari, proprio come il padre. Esso era un uomo dotato di grande carisma, calmo e amante della famiglia. Mentre posava il quadretto, sentì la porta aprirsi e la sensazione di rabbia ormai sparita, improvvisamente ricomparve. Grace apparve sulla soglia della camera, la salutò con gesto distratto e si stese sul suo letto.
-Ciao? E tutto quello che hai da dire, dopo avermi abbandonata qui, quando dovevamo fare il progetto insieme?- ribattè aggressivamente Jacqueline.
-Oh, giusto. Adesso farò il progetto con Jenna.- disse Grace con nonchalance. A quel punto Jacqueline scoppiò, era troppo. Tutta quella delusione, quella rabbia che teneva dentro inconsciemente era rimasta nascosta troppo a lungo. Sulle sue mani apparvero due fiamme devastanti che non sembravano infastidirla, anzi pareva soddisfatta e appagata. Grace era terrorizzata, indietreggiava osservando sconvolta le due fiamme che fluttuavano davanti a lei.
-Ragazze, come mai la luce è ancora...-
La Signora Kieran osservava la scena sbigottita. Tutti restarono lì e il silenzio presto si fece terribilmente inquietante. Le fiamme che fluttuavano sulle mani della ragazza si erano ormai spente. Sul volto della donna apparve un ghigno preoccupante, i suoi occhi verdi brillarono. Svelta, prese per un braccio Jacqueline e scese le scale per andare verso la macchina. Grace osservava tutto dal balcone, tremava, si poteva vedere anche da lì.
-Mostro!- urlò Grace.
Gli occhi di Jacqueline si riempirono di lacrime, voleva scappare e maledirsi per aver perso la calma in quel modo.
-Faremo un sacco di soldi con te.- sussurrò Mrs. Kieran.
''Ecco'' pensò la ragazza ''l'inferno sta per cominciare''.
***
#SpazioAutrice
Buonsalve Perdenti! Come vedete ho postato una nuova storia e devo ammettere che questa idea mi frullava in testa già da tempo! Questo inizio è molto breve, ma non preoccupatevi perchè i capitolo seguenti saranno più lunghi. Ma perchè questo ''capitolo'' è così corto? Allora, una delle mie grandi paure riguardo a questo libro è il fatto che possa somigliare troppo a Stranger things (bambina con dei poteri, pensa di essere un ''mostro'' e bla bla bla). Io non voglio che sia una versione brutta di ST, ma che sia la MIA storia. Quindi vi prego di dirmelo se è troppo simile a ST, adesso e nei capitoli seguenti. Detto questo, secondo voi, dove andrà Jacqueline adesso che la matrigna la sta portando via? Una lettera di Hogwats a chi indovina! Grazie di essere arrivati fino a qui e niente.... Sciau <3