Prologo

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Flashback

"Accidenti, muovi quel culo e vieni con me. Nessuno può fermarci."

Una stupida e banale frase, la ragazza pronunciò tali parole sentendosi invincibile, l'adrenalina che scorreva in lei gli dava l'illusione di essere imbattibile.
Una esile donna che del dolore rammentava ben poco, che della conoscenza e del pensiero ancora non era padrona.

Fine Flashback

Ora lo sapeva, ella ora sapeva che quella però non era altro che una bugia. A differenza di ciò che un tempo credeva non era invincibile ma solo illusa, una bambina.
La vita, ignara della malvagità di tale essere, aveva ignorato ogni regola ed ora, inerme come fosse una bambola, ne pagava le conseguenze.

Flashback

"Credi in me Derek."

"Sempre bambina, sempre."

Assieme i due giovani si gettarono nelle onde violente del mare gelido invernale, lei per divertimento e lui per amore.
Una coppia bizzarra, nulla a che vedere con il solito, due pazzi innamorati dell'adrenalina, dell'impossibile.
Perché fermarsi là dove la società si poneva dei limiti?
Entrambi erano alla ricerca di un mondo tutto loro, in un modo dove il normale non è altro che la pazzia divenuta abitudine.
Lei nuotò con forza, con le sue esili braccia si fece spazio tra la corrente irruente del mare e si precipitò da lui, il suo sorriso pieno però divenne nulla quando con orrore vide la realtà.
Si erano gettati senza sapere cosa vi fosse giù ad aspettarli ed uno dei due ne aveva pagato le conseguenze, il ragazzo inerme e la sua schiena, oramai come un quadro raccapricciante, piegata sullo scoglio.

"DEREK. NO. NO."

Reene urlò, in quei pochi secondi pregò il Dio che non aveva mai accettato, solo per quei pochi secondi divenne credente.
Ma il Dio alla quale con il tono supplicante pregava non l'avrebbe mai sentita, forse stesso quel Dio aveva messo fine alla vita di egli.

Lo raggiunse e con irruenza strinse il corpo inerme nelle sue braccia, invocandone il nome con frenesia. Il dolore, l'angoscia, provò così tanto e nulla, si sentì vuota e come impaurita lasciò andare il corpo, alzandosi di scatto per poi scappare, per raggiungere la terra ferma.
Non vi era più nulla, non vi era più ragione, più sentimento.
Solo lei.

Fine Flashback

"Reene la colazione è pronta, ti va di scendere per mangiare con noi?"

Domandò la madre, la donna era giunta nella camera della figlia e proprio come le aveva consigliato lo psicologo, l'affrontò con estrema dolcezza e cautela.

"No."

Rispose però la ragazza con un semplice tono secco, alzandosi per poi rinchiudersi in bagno.
In compagnia, tale vocabolo oramai non aveva più senso, era divenuto solo l'ombra del suo passato.
Ella accese l'acqua calda nella doccia e spogliandosi, entrò al suo interno. Il soffione con il suo getto forte lavava tutte le impurità dalla sua pelle ma lei, oh lei sapeva che una non sarebbe mai andata via: lei era un assassina e le sue mani ancora oggi risultavano macchiate del sangue del suo amore.
Un mostro.

Sei un mostro Reene.

L'hai ucciso, tu! Sei stata tu.

Sei scappata, assassina.

"BASTA!"

Tirò con forza un pugno contro le mattonelle grigie della doccia e le sue gambe vili lasciarono il peso del suo corpo senza sostegno, rendendola incapace di sorreggersi e così cadde.
Era sola.
Sempre più sola.

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