Dreams thief

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“  Sai Yuri, adoro stare qui con te. Sdraiarmi sull'erba fresca e guardare le nuvole. Guarda lì! Non ti sembra un'enorme vasca gelato?” 
Lei sorride. I suoi occhi brillano e i capelli sono tutti in disordine. Rossi come il sangue, si disperdono su quella distesa di verde senza fine. Lui si avvicina lentamente e scansa dei fili incastrati tra le sue morbide labbra. Sembra un momento perfetto. Sembrano così felici, in pace con loro stessi.
Lei gira il capo, il giusto per poter intravedere i suoi scintillanti occhi azzurri. Sono così freddi, ma emanano calore.

Che c'è? ” chiede lei, allargando il sorriso con un cenno di imbarazzo.

Sento i suoi pensieri. Sei il più bel fiore che abbia mai visto.

Si sentono delle onde in lontananza. Si infrangono contro gli scogli.
Riconosco questa sensazione. Sta per succedere.

Lo scenario cambia.

Una bellissima ragazza dai lunghi capelli rossi volteggia in un campo di fiori.
Ride. La sento, ma non vedo il suo volto. I capelli le fanno da scudo.
Sembra serena. Libera.
Indossa un lungo vestito bianco, merlettato, che la fa sembrare un angelo. Mi sento al sicuro, rimango incantata dalla sua eleganza.

succede sempre così. Mi sento come avvolta in un calore che scalda il mio corpo, finché lei non smette di ballare. Poi il silenzio. Il cielo si fa nuvolo e gocce di pioggia cadono ininterrotte al suolo.
Un'enorme mano afferra la ragazza e la stringe forte tra le possenti dita.
Il fiore si spezza ed esplode in un milione di petali rossi. Gocce di sangue macchiano il panorama.
Tutto diventa scarlatto. Rumore di onde. Si infrangono contro gli scogli. Infine un urlo disperato.

“  Ti prego, salvami! ” è l'ultima cosa che sento.

Mi sveglio di soprassalto, il volto imperlato di sudore e il fiato corto.
Intorno a me è buio pesto. Sono così confusa da questo sogno che non riesco a capire dove mi trovo.
Accade ogni notte. Questo sogno si ripete all'infinito, finché non mi sveglio in preda al panico.
A volte è preceduto da dei ricordi che non mi appartengono. Non sono i miei.
Mi asciugo una lacrima e decido di alzarmi.
Devono essere le prime ore del mattino, dato che, aperte le veneziane, posso vedere il sole che sta per sorgere.
Infilo una felpa, le scarpe da ginnastica e mi dirigo verso il bagno.
Mi sciacquo il viso, lego i capelli in una coda fatta di fretta e, senza farmi sentire da mio fratello o mio padre, esco di casa.

È estate ormai. Sono i primi di luglio e fuori fa molto caldo. Come ogni anno abbiamo deciso di tornare nel paesino marittimo dove trascorrevamo le nostre vacanze. In memoria di mia madre. È morta poco tempo fa a causa di una malattia. Nessuno ha mai capito cosa avesse.
Per me è stato un duro colpo. Era l'unica persona su cui contavo veramente. L'unica persona che mi teneva legata alla famiglia. Ora sono sola.
Mi manca ogni giorno. Non c'è un momento in cui non pensi a lei e ogni volta mi ritrovo a piangere senza nemmeno rendermene conto. Tuttavia devo essere forte. Devo farlo per tutti. Non voglio la preoccupazione di nessuno e poi la vita per me continua. Non ho tempo di fermarmi e autocommiserarmi. Non serve a nulla.

Chiudo gli occhi per qualche secondo ma riesco a vedere solo i capelli rossi di quella ragazza. Il profumo dei fiori e dell'aria fresca.
Sento una risata maschile. Altre risate. Sembrano tutti così felici ma io non riesco a capire chi siano.

Ti amo ” è un ragazzo. Sembra stia piangendo.
Perché mi sento così triste? Sento freddo all'improvviso, sto congelando.
Non riesco a vedere nulla. È tutto buio, eppure so che piove. So che tutti stanno piangendo. So che Lui sta piangendo più di tutti.
Ma chi è? E dove sono io? E dov'è la ragazza dai capelli rossi?

Ma chi sono io?

Apro di nuovo gli occhi. Ho bisogno davvero di schiarirmi le idee. Forse fare una passeggiata sul lungo mare mi aiuterà.
Chiudo bene la porta a chiave e scendo le scalette che portano al giardino interno della casa che abbiamo affittato; è sempre pieno di lucertole e lumache. Da piccola, io e mio fratello, ci divertivamo a catturarle e metterle in delle scatole. Le lasciavamo lì e le curavamo come se fossero figli.
Ora mi fanno solo un certo disgusto.
Attraverso il vialetto, chiudo il cancello e inizio a camminare. Quella piccola stradina mi ha sempre fatto pensare a qualcosa di magico. È stupido e me ne rendo conto da sola, però l'ho sempre vista come una strada piena di sorprese. Ho sempre pensato che prima o poi sarebbe successo qualcosa di incredibile. Devo solo aspettare.
Sorrido a questo pensiero. Ogni volta che torno in questo luogo mi sento la bambina che ero. La ragazzina che sperava di diventare un super eroe, che si lanciava in mezzo a ogni battibecco e difendeva i deboli senza alcuna esitazione.
In fondo sono ancora così. Solo che, crescendo, ho capito che i super eroi non esistono.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 29, 2018 ⏰

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