Primo capitolo: la nascita di Jessica

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Era una giornata di pioggia e le gocce quasi congelate s’infrangevano alle finestre della villa Uleda, dall'interno si sentivano delle grida straziate di una donna in preda alle contrazioni.
Era Unna, che con l'aiuto di una delle sue serve più fidate dava alla luce Jessica, la figlia nata dall'unione con Adrian al cospetto di Freyz Dio della fertilità, della pioggia e dell'amore; e Freya Dea della fertilità e della magia, Vanika continuava ad aiutarla cercando di non farla affaticare troppo data la gravidanza già difficile, chiedeva alle altre serve di aiutarla con bacinelle d'acqua calda e pezze bagnate da mettergli sulla fronte, da lì a poco nacque una bimba con gli occhi azzurri e i capelli biondi, che per essere appena nata si rivelava già molto forte.
Vanika prese Jessica, e la diede in braccio alla mamma "ecco mia signora, la vostra bambina!" Unna tese le braccia e fece un sorriso.
Guardò quel tenero fagottino rosa che aveva tra le mani, e disse “benvenuta al mondo bambina mia! Ora che sei tra le mie braccia ti farò dono di una grande sapienza" chiuse gli occhi e le mise due dita sulla fronte.
Aveva appena finito di imprimerle la sua sapienza e i suoi poteri da strega, quando all'improvviso le coperte di lino bianco s’imbrattarono di liquido caldo e rosso, Jessica fu presa da una delle serve che andò a lavarla, vestirla e darle da mangiare.
"Su, mia signora resistere, Siete forte!" Le disse, ma purtroppo le condizioni di Unna erano molto gravi, "Vanika, so già quale triste sorte mi attende, non avrò la possibilità di veder crescere mia figlia, e insegnargli a dominare il potere che ha dentro di se!" "No mia signora non dite così, c'è la farete, siete forte!" "Io vi affido Jessica, prendetevene cura, crescetela come se fosse vostra figlia, ora che anche Adrian sarà vittima della guerra, lei non ha che te.
Gli farai da madre, gli insegnerai tutto il tuo sapere; mi raccomando non dovrai dirle nulla riguardo a ciò che è veramente, fino al suo 24 esimo compleanno, solo allora lei sarà pronta a sapere", dopo di che una lacrima le percosse il viso finendo sulla sua vestaglia e morì.
In quell'istante al piano di sotto arrivò un corriere, che bussò alla porta Luisa una delle altre serve della villa corse ad aprire, e vide che quel giovane aveva in mano un pacco forato e tremolante, con una lettera sopra indirizzata all'ormai ex padrona di casa, lo congedò prendendo il pacco e dandogli 5 corone di mancia poi porto il tutto a Vanika la quale ormai aveva il compito di gestire la villa fino alla maggior età di Jessica.
Vanika prese il pacco lo appoggiò ai piedi della poltrona della sua stanza, si sedette tenendo in mano la lettera, ancora tremolante per l'accaduto di qualche secondo prima la aprì e comincio a leggere.

- mia cara, qui ormai è diventato un vero e proprio inferno, fa freddo, il cibo e le munizioni scarseggiano, il grosso squadrone di cui facevo parte è dimezzato, chi per la fame, chi vittima del fuoco e ancora chi prigioniero, ma in tutto questo trambusto mentre scappavo ho trovato una piccola palla di pelo bianco con due occhi azzurro ghiaccio... era nascosta nell'ombra impaurita dagli spari. L'ho presa tra le mie grosse mani che ancora tremava ma con il suo carattere forte cercava di ribellarsi, ho deciso di chiamarla Ombra. È un lupo che così a pelo mi sembra qualcosa in più di un semplice lupo, lo voglio regalare a nostra figlia in mia memoria, purtroppo per le condizioni in cui siamo costretti a difendere il nostro territorio e ho paura di non fare ritorno con le mie gambe a casa. Per questo mando Ombra a proteggere voi mia adorata e la principessa che a breve nascerà!
Vi amo a presto, vostro Adrian.-

Purtroppo il pacco era arrivato tardi per far sì che Unna potesse leggere le paure e l'amore del proprio marito, ma allo stesso tempo Ombra era arrivata proprio il giorno della nascita di Jessica quasi a sapere qual era il suo compito in quella casa, Vanika apri la scatola e vide quella lupetta che avrà avuto qualche mese e la fece uscire dandole subito acqua e cibo dopo di che si recò da Jessica la quale ormai dormiva tranquilla nella culla vicino la finestra, e qualche istante dopo Ombra la raggiunse e si mise proprio sotto di essa.

Passarono 9 anni

Erano le 06:30 del mattino, e Jessica si sveglio per prepararsi per andare a scuola, come fa tutte le mattine. Era di sua abitudine fare tutto con calma. Docciarsi, fare colazione e preparare tutto l'occorrente che le serviva. Certamente non poteva fare tutte questo da sola, c'è chi le dava una mano a fare tutto il resto. Si tratta di una bella donna, il suo nome e Vanika; e la balia della famiglia Uleda dal giorno in cui Jessica venne al mondo.
Dal piano terra si senti chiamare con un tono di voce molto alto "Jessica, sbrigati, ho se non farai tardi a scuola, Tra venti minuti passa l'autobus " Dal primo piano, "Vanika sono pronta...Sto scendendo!"
La ragazza spalancò la porta della camera, e con il suo zaino si diresse velocemente giù per le scale, raggiunse la sala, dove era solita fare colazione, salutò Vanika col suo buongiorno e un bacio sulla fronte, che contraccambiò il saluto. "come stai?" E lei con il sorriso "in gran forma stamattina, E tu come stai ?" "benissimo grazie, Sbrigati, però altrimenti arriverai tardi a scuola". Com’era di sua consuetudine fare.
Alle 06:50 Jessica usci di casa; mentre si allontanava per dirigersi verso la fermata del pullman, tutto a un tratto si bloccò, pensando che si stava dimenticando qualcosa.
Se ne ricordò subito, si era dimenticata di salutare Ombra. Si voltò per rientrare a casa, erano già le 07:00 e in quel preciso istante passo l'autobus, che non si fermò per nulla.
“Mah si! Al diavolo il pullman!” Esclamò con voce bassa; me la farò a piedi. Entrò di corsa in casa, Vanika vedendola rientrare di fretta e furia, e salendo le scale molto velocemente "Jessica, Non stai bene ?" "No è tutto ok, non preoccuparti, Mi sono dimenticata il libro di algebra!" "Ah ok !"
Dal primo piano, scese velocemente le scale, quasi a saltarle . "Lo sai che hai perso il pullman ?" Le ricordò con aria perplessa la serva "Non importa, me la farò a piedi, tanto la scuola dista 20 minuti da casa" . Quella mattina fuori c’erano -10 °C, e Vanika si offri di accompagnarla a scuola in macchina, ma lei rifiutò, avrebbe preferito farsi una bella passeggiata, adorava camminare.
Usci di casa indossando la sua cuffietta di lana, i suoi guanti e la sua sciarpa tutto abbinato, a un tratto ritornò quella brutta e strana sensazione, ma non bastò! Si senti pure seguita. Tutto un tratto qualcuno le apparve da dietro. "Buuuh!" Si trattava della sua sciocca amica, che si divertiva a fare spaventare le persone. Jessica in quel momento presa dalle sue fortissime e brutte sensazioni, si trovava sovrappensiero "Ma sei pazza a farmi prendere certi colpi!" la sua amica si piegò in due dalle risate e non riuscì a trovare spazio nel parlare, con tono alterato "Non ci trovo nulla di divertente in questo tuo stupido e sciocco scherzo mi e quasi preso un attacco di cuore, E tu ridi ?" passarono pochi minuti, "Dovevi vedere la tua espressione era troppo buffa!". La guardò come se la volesse strozzare all'istante poi scoppio anche lei in una fortissima risata; le due si abbracciarono fortemente, l'amica, le chiese scusa il suo era uno scherzo amichevole Jessica, perdono quel gesto.
Si diressero verso la scuola, entrando in classe con 5 minuti di ritardo, i compagni erono già all'opera, ed il professore rimase lì a braccia conserte a guardare le due, poi giro lo sguardo verso l'orologio appeso alla parete, non ebbe neanche il tempo per parlare che subito le due amiche si scusarono per il ritardo sia con lui che con i loro compagni. Lui aprì bocca esclamando! Se in vita vostra volete fare carriera, dovete essere disciplinate e in orario! Le due rimasero a tacere, "Per questa volta vi faccio entrare, ma che non si ripeta più?" "Ok!" "Si professore!" Risposero con tono spento.

Ore 10:00 LA RICREAZIONE

IL tempo passò velocemente, che suonò la campanella della ricreazione tutti i ragazzi, si precipitarono fuori dalla classe, e raggiunsero gli altri Alunni nelle altre classi.
Jessica si mise a parlare con la sua amica /compagna dell'accaduto. La sua amica si sente in colpa per tutto ciò, e in qualche modo voleva farsi perdonare la ragazza le disse di stare tranquilla. Tutto a un tratto, Jessica fu pervasa ulteriormente da quelle brutte e strane sensazioni, si voltò verso la sua sinistra in direzione dei bagni; e vide passare quel bel ragazzo alto e con aria misteriosa che aveva gia visto in altre occasioni ma non ci aveva mai parlato, indossava un paio di scarpe da ginnastica nere, jeans e una canottiera di colore grigio chiaro, lo seguì attentamente con lo sguardo, la cosa che lei notò in lui erano le mani e il collo; portava tre collanine, una con zanna di lupo, l'altra con un medaglione raffigurante un lupo mannaro e l'altra con un triacride, alla mano portava tre anelli all’indice, uno con la testa di lupo e nelle altre dita semplici anelli.
Il ragazzo misterioso si avvicinò a lei, e la sua sensazione pian piano svanì I due si presentarono dandosi la mano, si misero a parlare qualche istante e si scambiarono i rispettivi numeri di cellulare appena in tempo, suonò la fine della ricreazione, e tutti dovettero rientrare nelle rispettive classi. Lei durante la lezione mandò un SMS al ragazzo misterioso, scrivendogli "Dopo avermi dato la mano, mi e rimasta bloccata" lui le rispose "Come mai?" E lei senza troppe spiegazioni gli scrisse "Se tu ti arrabbi fai davvero male a qualcuno."

Protetta da un lupo mannaroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora