Quarto capitolo: l'inizio di un viaggio

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Al compiere del suo 24° compleanno, ebbe una brutta e fortissima sensazione, come se stesse per succedere qualcosa. La serva che si prese cura di lei da che era in fasce percepì qualcosa nella ragazza, si rivolse a lei con aria preoccupata “Jessica, Tesoro... che cosa ti turba tanto?” “Sta per succedere qualcosa di brutto!”. Vanika accennando un sorriso “E normale, che tu ti senta così strana; non avendo mai conosciuto la donna che morì dandoti alla luce, ne senti fortemente la mancanza”. 
“No! No! Stanotte mi capiterà qualcosa di brutto.. Me lo sento”, la serva con sguardo impaurito e molto triste, “Prima della morte di tua madre le avevo promesso che mi sarei presa cura di te, e che ti avrei protetta come se tu fossi mia figlia”  Jessica con occhi lucidi, colpita per le sue parole come se dovesse esplodere da un momento all'altro in un fiume di lacrime, “ Stanotte non potrai proteggermi da ciò che mi accadrà, perché è qualcosa che và oltre ad una semplice influenza o un banalissimo raffreddore!” Vanika la fissò con aria molto inquieta e altrettanto terrorizzata.
Jessica quella notte supplicò Vanika di preparare i bagagli suoi e di Erwin e andare via al più presto il più lontano possibile da quella villa.
Vanika ci mise un bel po’ dal riprendersi da ciò che Jessica qualche secondo prima le aveva detto, e incurante del pericolo si rifiutò di abbandonare la villa, dove per lunghi anni aveva prestato i suoi servigi, era molto legata a quella famiglia  ma soprattutto alla bambina, ormai diventata donna, "Mi dispiace! Non ho nessuna intenzione di abbandonare te! e tanto meno questa casa".
Jessica guardò con gioia e forte ammirazione, Vanika disse "Ammiro fortemente il tuo coraggio! Non é che sei un Uleda pure tu?” la domanda gli sorse spontanea dato che lei le aveva sempre raccontato di quando forti e coraggiosi erano i suoi genitori. Vanika con un mezzo sorriso le rispose “No, non sono un Uleda, e il coraggio non mi manca per niente! anch'io come te sono una strega".
Jessica si girò a guardare fuori dalla finestra, e con un tono di voce moderato, rispose " So chi sei, Altrimenti non avresti mai e poi mai messo piede in questa casa”, Vanika si soffermò un istante a guardarla con aria sorpresa “Tu, non puoi sapere chi sono io. Eri appena nata!” Jessica con un dolce e sincero sorriso esclamò “Rammentate che, mia madre, prima di raggiungere i suoi Avi, ed essere accolta tra le braccia di Hel Dea degli inferi e dell'oltretomba, mi donò tutti i suoi poteri. Si è anche vero che non sono ancora in grado di usarli come una strega adulta” Vanika si riprese dallo stato confusionale “Perdonami Jessica, non era nel mio intento nasconderti chi ero, e tanto meno mentirti!”. Jessica si avvicinò, sempre con i suoi modi affini e con un dolce sorriso, l'abbraccio e sussurrando al suo orecchio con voce molto bassa disse " tranquilla, lo so che non era nel tuo intento mentirmi, l’hai fatto per proteggermi”. Vanika dopo qualche istante, si accorse che in quel dolcissimo abbraccio da parte di Jessica, era molto freddo, più del ghiaccio stesso. Subito capi che non era soltanto una strega ma non sapendo la vera identità di suo padre, mille domande scorrevano nella sua mente" Quale essere può essere cosi freddo? C'è qualcosa che mi sfugge!” pensò Vanika all'istante uscì da quel pensiero, ritornando al presente e si scollo dalla ragazza.
Al contrario Jessica capì sin dall'inizio chi fosse quella serva che per anni gli aveva fatto da mamma, I loro sguardi s’incrociarono senza dire nulla, a un certo punto in Vanika, scattò qualcosa, e capì che Jessica non era soltanto una strega ma in essa si nascondeva anche una delle tante creature spietate, che vagano nell'oscurità, e molto assetate di sangue Jessica era per metà vampira. Tutto tornò più chiaro, si ricordo che un giorno Unna gli parlo di Adrian dicendogli che era un vampiro. Poi a un tratto furono distratte da un ticchettio proveniente dal corridoio; scoprirono che si trattava di Ombra, il lupo che il papà mandò a proteggere la sua principessa. Vanika si senti sollevata e tentò di richiamare all'ordine la bellissima lupa "Vieni bella !".
Rimase fermo e immobile sotto la finestra che faceva da lampione all'interno della stanza, A quel punto, lo chiamò Jessica " Ombra!" si alzò e le corse in contro, cercando affettuose coccole. Gli occhi di Jessica subirono un notevole cambiamento, da spenti e molto freddi! Si riaccesero di un bellissimo azzurro. Vanika assistette a questa bellissima scena, e dal suo viso scesero lacrime di gioia " Jessica era per questo che eri così turbata e preoccupata ?" "No Vanika, Te lo detto il motivo". Tutto a un tratto, la gioia svanì dal volto di Vanika.
Si ricordo delle parole di Ombra, sperava che quel momento arrivasse più tardi possibile e invece era già lì dietro la porta, non poté fare ameno di piangere una volta raggiunta la sua camera dopo, tutto era la sua bambina l’aveva cresciuta lei come poteva mentirgli come negare ciò che stava succedendo a suo marito, eppure doveva farsi forza, sapeva che se fosse rimasta le cose avrebbero preso una bruttissima piega si tiro su e penso – va fatto e per il bene suo e di tutti gli altri, ora che so cos’è in maniera più approfondita devo proteggere chiunque gli sia vicino e le voglia bene-.
Quella sera Jessica con la scusa del ciclo di luna disse a Erwin che non avrebbe passato la notte con lui per non disturbare il suo sonno, l’indomani sarebbe dovuto partire per una missione di qualche giorno, e sarebbe stato inopportuno e poco corretto farlo partire non riposato per le sue nausee e i suoi dolori, subito lui replico, poi si convinse e gli diede ragione, anche perche la sua amata era più testarda di un mulo. Le luci della villa si spensero e tutto tacque, solo dalla stanza della giovane proveniva un barlume dovuto ad una piccola candela accesa per disperdere gli oli essenziali nella stanza, a lei piacevano molto e aiutavano a tranquillizzarsi, l’alba era vicina prendere sonno era impossibile; decise di scendere in cucina e preparare un ottima colazione per il suo amato soldato fascista ma dal cuore buono, con le occhiaie per la notte insonne preparo dei crostini con burro e marmellata di fragole della spremuta di arancia e un buon caffè caldo, il tempo di spegnere il fuoco sotto la caffettiera, quando due braccia forti e possenti la strinsero da dietro e due labbra morbide e carnose le baciarono la spalla, “amore mio, già in piedi” esclamo “ sei uno straccio sei riuscita a riposare un po’?” lei annui con la testa e si volto schioccandogli un bacio sulle labbra, era già in uniforme “ dio, quanto sei bello con l’uniforme!! Amore ti ho preparato la colazione, mangia qualcosa prima di andare ”e gli tese una tazzina di caffè bollente; per lei aveva preparato una tisana con mirtilli fiori d’arancio e cannella. Finita la colazione, lo accompagno l’abbraccio e gli diede un bacio durato, un’eternità “avanti, amore mio devo andare adesso e davvero tardi o perderò la corriera per il porto” le schiocco un altro bacio e se ne andò. Lei rimase sull’ uscio della porta fino a vederlo scomparire, richiuse la porta dietro di se e sospiro forte, guardo ombra negli occhi e le sorrise poi inizio a giocare con lei e a coccolarla, “grazie tata, sei sempre stata al mio fianco sin da quando ero piccola e mi hai insegnato tanto protetto quando ero nei guai e spiegato ciò che non capivo, ora devo chiederti una cosa, perche in questa settimana mi sento cosi , mi fanno male i canini ed ogni volta che li sfioro con la lingua mi taglio ma il sapore che ho in bocca mi piace da morire?” -Jessica, sai che tua madre era una strega, e sai che tuo padre era un vichingo, bene ora non posso ancora spiegarti cosa accadrà ma sappi che e per il bene tuo e di chi ami io veglierò sempre su colui che ami e finche mi sarà concesso anche su di te- “Ombra che stai farneticando le tue ultime parole non le capisco che stai dicendo? Spiegati ti prego!” - ti sarà spiegato tutto quando sari pronta- e se ne andò dal corridoio che divideva il salone dall’entrata.

Protetta da un lupo mannaroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora