Sono solo lacrime

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Scrivere una canzone con Fabrizio si era dimostrato più semplice del previsto.

Erano entrati in sintonia fin da subito e avevano scritto tutto il testo in un solo pomeriggio. Ovviamente andava ricontrollato e sicuramente prima di incidere avrebbero modificato qualcosa, ma la maggior parte del lavoro era fatta.

Preso dall'entusiasmo, Ermal chiamò Silvia per raccontarle com'era andata. Era felice di condividere con lei la sua gioia e Silvia era felice di ascoltarlo, ma quello che entrambi ancora non sapevano era che quella telefonata avrebbe scatenato una serie di eventi che, come una reazione a catena, lo avrebbero portato in quella maledetta camera d'albergo solo qualche mese più tardi.



"Possiamo parlare un attimo seriamente?"

Era passata quasi una settimana dalla telefonata con Silvia, quando Rinald fece quella domanda a suo fratello.

Ermal, seduto comodamente sul divano mentre accordava la chitarra, sollevò lo sguardo verso suo fratello. "Certo. Che succede?"

"Ho parlato con Silvia ieri. Mi ha raccontato che la scorsa settimana sei andato a Roma, da Fabrizio. Ha detto che eri particolarmente entusiasta."

Ermal tornò a prestare attenzione alla sua chitarra e disse. "Sì, non ti ho detto niente perché sapevo che saresti venuto a Milano quindi te lo avrei detto di persona. Poi, alla fine, me ne sono dimenticato."

"Non è questo il punto. È che sono stupito che la collaborazione vada così bene."

"Perché?"

"Perché tu, di solito, ci metti mesi o addirittura anni a fidarti di qualcuno. Invece con Fabrizio sembra tutto diverso."

"È tutto diverso, infatti. Si è creato in legame con lui" disse Ermal posando la chitarra e guardando suo fratello. Proprio non capiva dove volesse arrivare con quel discorso.

"Che tipo di legame?" chiese Rinald.

"Ma che ne so, un legame! Mi sento a mio agio con lui, è un po' come se ci conoscessimo da sempre" rispose Ermal.

Rinald sospirò, cercando di trovare il coraggio per fargli la domanda che ronzava nella sua testa da quando aveva parlato con Silvia. Contò mentalmente fino a tre e poi disse: "Ermal, ti piace Fabrizio?"

Ermal spalancò gli occhi. "Ma che cazzo di domanda è?"

"Una semplicissima domanda. Basta rispondere sì o no."

"Ma sarà pure una semplicissima domanda, ma non capisco perché tu me la stia facendo!"

"E tu perché non stai rispondendo?"

Ermal si zittì.

Già, perché non stava rispondendo?

Continuava a ripetersi che no, Fabrizio non gli piaceva, non nel senso che intendeva Rinald almeno. Eppure non riusciva a dirlo ad alta voce.

"Ermal..." iniziò Rinald.

Voleva che sapesse che a lui poteva dire tutto, che non era un problema se provava attrazione per qualcun altro e non era nemmeno un problema se questo qualcuno era un uomo.

Ma Ermal lo interruppe dicendo: "Non mi piace. Non in quel senso. Siamo colleghi, amici forse, ma nient'altro. Io amo Silvia."

Poi si alzò dal divano e si chiuse nel suo studio.

È sempre più buio prima dell'albaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora