Era nata tra il 20 e il 21 giugno, precisamente a mezzanotte, il giorno del Solstizio d'Estate.
Una bambina dalla pelle chiarissima e i capelli di un biondo scuro, gli occhioni verdi che esploravano il mondo circostante senza che dalle sue labbra uscisse il minimo fiato. Era nata prima, prematura di tre mesi, distinguendosi per il silenzio con cui era arrivata. Non un pianto o un singolo grido.
Sua madre, Talissa, inizialmente era davvero preoccupata dalla quiete della figlia. Non piangeva mai e a differenza di molti bambini della sua stessa età non aveva ancora tirato fuori una singola parola, nemmeno una detta in modo errato.
Ci aveva messo un po', quasi due anni in effetti, ma poi, al tentativo di Talissa di vestirla con un completino rosa, Aloyse aveva guardato la madre con sguardo decisamente seccato, uscendosene con un "no" deciso, che aveva fatto restare la donna a bocca aperta per qualche secondo, prima che scoppiasse a ridere, divertita dalla situazione e felice che la sua bambina avesse finalmente detto la sua prima parola, per quanto particolare.
Da li aveva iniziato a parlare sempre di più, come se dovesse recuperare il tempo che aveva perso restando in silenzio, anzi, oramai era quasi difficile fermarla una volta che aveva iniziato una conversazione.
Aveva passato buona parte dell'infanzia seduta nel proprio giardino a giocare con Waffle, il cucciolo di shiba inu che la madre aveva adottato poco prima che lei nascesse, e a casa dello zio, Richard, un giovane sulla trentina che lavorava negli uffici di un'azienda come impiegato, ma che aveva sempre avuto la passione per la musica. Amava sedersi sulla vecchia poltrona rivestita in stoffa rossa che stava nell'angolo accanto alla finestra, situata nello studio in casa di Richard. Si accoccolava tra i cuscini con il proprio orsacchiotto sgualcito dall'usura, era il suo preferito in fondo, e si perdeva ad ascoltare lo zio che sperimentava con la pianola e con la chitarra elettrica. Quelli, a detta di Talissa, erano gli unici momenti in cui se ne stava nel più assoluto silenzio, un pollice in bocca e i capelli biondo scuro scompigliati.
Aloyse aveva 6 anni quando aveva iniziato a porgere a Talissa le prime domande su suo padre.
Prima di iniziare ad andare alla scuola elementare non ci aveva fatto molto caso, la mente rivolta totalmente verso i giochi e la musica, i pastelli colorati, Waffle...Ma già il primo giorno di scuola aveva notato una cosa; tutti i suoi compagni e le sue compagne erano stati accompagnati fin lì ed erano stati salutati dalla loro mamma e dal loro papà, mentre lei solo dalla mamma. Quando era più piccolina aveva creduto che fosse Richard suo padre, per un periodo, ma poi si era accorta che così non era. Talissa non si comportava con Richard come i padri dei suoi amici si comportavano con le loro mogli.
Aveva atteso un paio di giorni, giusto per essere sicura, pensando bene a cosa dire alla mamma, poi, il terzo giorno al rientro da scuola, mentre Talissa la teneva per mano mentre si dirigevano verso casa, Aloyse si era decisa a parlare, la voce un po' bassa, ma senza un filo di esitazione.
-Mamma, dov'è mio papà?- chiese alzando il viso e lanciando uno sguardo alla donna da sotto la frangia bionda, gli occhi verde scuro fissi su di lei, lo zaino delle Witch ben sistemato sulle spalle coperte dalla felpa color azzurro chiaro. A quelle parole Talissa per poco non si bloccò in mezzo alla strada, scatenando una sequenza di clacson da parte delle auto che avevano frenato per non investirle, ricordandole che erano sulle strisce pedonali in fin dei conti.
Veloce la donna fece un cenno di scuse al conducente dietro il vetro, muovendosi ad arrivare al marciapiede di fronte, tirandosi dietro la figlia, la quale la guardava ancora con aria interrogativa, aspettando una risposta.
-Mamma...?- chiese nuovamente Aloyse dopo che, nonostante fossero oramai praticamente a casa, la madre non le ebbe dato una risposta, la voce solitamente squillante ora appena appena incrinata dall'insicurezza.
Una volta che furono sulle scale di casa, in procinto di aprire la porta d'ingesso, Talissa si lasciò andare a un sospiro carico di stanchezza e tristezza, ma si voltò con un sorriso verso la figlia. Si passò una mano tra i capelli, spostandosene una ciocca dietro un orecchio, chinandosi poi sulle ginocchia, in modo da essere più o meno alla stessa altezza di Aloyse. La bambina ricambiò lo sguardo, inclinando leggermente la testa di lato, in attesa di una risposta.
-Tesoro...Lo so che tu desideri una risposta ora e subito...Ma non è ancora il momento...- disse la donna posandole una mano sulla testa e accarezzandole piano i capelli biondi, l'altra mano che andava a posarsi su una spalla della bambina. A quelle parole Aloyse gonfiò appena le guance, per nulla soddisfatta del risultato.
-Ma io voglio saperlo adesso- disse con maggior decisione nella voce, incrociando le braccia sul petto, lo sguardo serio fisso sulla madre, ben decisa ad avere la risposta che cercava.
Talissa sospirò nuovamente, togliendo la mano dai capelli della bambina e passandosela sul viso.
-Fidati di me piccola mia...Te lo dirò, promesso, al tuo undicesimo compleanno ti racconterò tutto- mormorò la donna guardando la figlia con occhi quasi supplichevoli, chiedendole con lo sguardo di non domandarle più nulla in proposito, almeno fino al giorno stabilito. Aloyse si lasciò andare in un piccolo mugugno, battendo un attimo il piede a terra, decisamente seccata per non aver ottenuto le risposte che cercava. Notando poi lo sguardo supplichevole della madre però, la bambina si aprì in un leggero sorriso, annuendo piano e scompigliando leggermente i propri capelli biondi nell'atto.
-Va bene mamma...Ma è una promessa- disse Aloyse prima di seguire la madre dentro casa, chiudendosi la porta in legno rovinato alle spalle.
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Daughter of the Sun
Fanfiction-Lo so...Lo so...Probabilmente dopo aver aspettato così tanto...Sarai delusa ora, nel ritrovarti davanti beh...Me- disse il ragazzo dai capelli ricci, la maglia leggermente strappata e un paio di jeans di un rosa improbabile indosso. La ragazza si m...