Sono passati anni e anni da quando se n'è andata. Mi è stato detto che è salita in cielo cadendo da un aereo in fiamme, accidentalmente colpito da un fulmine. I giornali sono rimasti alquanto vaghi a proposito della faccenda, anzi, esisteva anche un'altra versione dei fatti in cui dicevano che era semplicemente caduta dal cielo, come Icaro, ma io non credo a nessuna delle due.
Non ho mai conosciuto bene mia madre, credo. Avevo solo cinque anni quando lei è partita per chissà dove. Non mi voleva dire dove andava, aveva soltanto detto: «Quando sarai più grande capirai tutto, tesoro.» Aveva continuato a ripetere quella frase finché, dopo avermi depositato un bacio in fronte, con le lacrime agli occhi, aveva aperto la porta.
Un vento impetuoso era entrato immediatamente attraverso la fessura e io fui scaraventata indietro come una foglia. Ferma come una statua avevo fissato il tornado in lontananza che si stava avvicinando ad una velocità innaturale. Mia madre, con gli occhi sbarrati, aveva spinto subito la porta che si chiuse con un tonfo sordo, probabilmente per proteggermi.
Io ero corsa subito in cucina e saltando su uno sgabello traballante ero riuscita a raggiungere il tavolo da pranzo appoggiato direttamente ad una finestrella. Affacciandomi ad essa avevo visto mia madre che era appena uscita dal cortile di casa e stava chiudendo il cancelletto che tremava, messo alla prova dalle micidiali folate. La sua figura si era voltata, guardando per l'ultima volta la casa in cui aveva lasciato indifesa la sua piccola bambina.
Un enorme fulmine poi aveva squarciato il cielo incendiando il terreno secco a pochi chilometri di distanza e aveva tramutato l'imponente tornado in un vortice di fuoco.
Io ero impaurita come non mai. Mi ero accucciata su me stessa, tremante come una foglia. Volevo nascondermi nell'armadio di camera mia, ma mi ero raddrizzata di nuovo, raccogliendo tutto il mio coraggio da bambina e avevo guardato dove fosse mia madre. Era una figura in lontananza che si stagliava contro il rosso fuoco della tromba d'aria, sempre più vicina.
Poi tutto era scomparso, come se fosse stata appena cambiata una scena di un film. Il sole alto nel cielo limpido e libero da qualsiasi nuvola splendeva come se non fosse mai stato ostruite da nuvoloni neri. E di mia madre non c'era più traccia.
Nonostante fossi ancora molto piccola e credessi alle favole che mi raccontavano i miei genitori, avevo trovato molto strano questo episodio della mia vita.
A consolarmi, poi, non ci fu soltanto mio padre. Durante le sue lunghe giornate di lavoro infatti mi veniva a trovare la signora Mary-Anne, la mia balia. Ogni mattina portava con sé una deliziosa colazione che aveva preparato la sera prima e puntualmente, alle cinque del pomeriggio, con una tazzina di caffè in mano, mi raccontava le storie di suo cugino che era partito per il mondo all'età di soli sedici anni.
Era una carissima signora, a cui mi ero affezionata molto, però sembrava nascondere qualcosa a proposito della sparizione di mia madre. A volte quelle occhiate che lanciava verso il cielo nuvoloso e lo sguardo distrutto impresso sul volto quando aveva scoperto della sua morte improvvisa mi aveva fatto capire che ne sapeva qualcosa.
Le avevo chiesto una volta che fine avesse fatto mamma e lei si era fatta seria e mi aveva promesso sussurrando che l'avrei capito quando sarei diventata più grande.
Ora sono passati dieci lunghi anni e ancora non conosco la verità.
E non ho il coraggio di chiederlo.
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Resurrectio
FantasyTimida, introversa, indifferente, indecisa, Ana presto dovrà fare i conti con sé stessa. Un sconvolgente cambiamento della sua vita la costringerà a prendere la sua prima decisione. Riuscirà a farcela o precipiterà nell'abisso della morte?