La confusione regnava sovrana in ogni liceo di San Francisco e in ogni studente dell'ultimo anno dominava l'ansia. Presto sarebbero stati appesi i quadri degli esami di maturità e l'agitazione era palpabile.
Annabeth era già a scuola con accanto la solita punk: "Non so decidere se essere impaziente di vedere i risultati e togliermi il pensiero oppure sperare che qualcuno si perda tutto!"
Thalia si voltó verso di lei con il sopracciglio nero alzato e la risposta pronta: "Mah non lo so guarda, io spero sempre che muoiano tutti"
Il tono pratico riuscì a far ridere la bionda così andando ad allentare il doppio nodo che le si era formato in gola.Billy comparve da dietro la porta trasparente della segreteria. Prese un bel respiro e, non si sa con quale coraggio, si immerse nella folla di adolescenti in piena crisi emotiva tenendo le preziose informazioni strette al petto. Il bidello avanzava a fatica riuscendo a non farsi travolgere dai ragazzi tutt'altro che docili, purtroppo ebbe a malapena il tempo di appendere i risultati prima di essere travolto totalmente dalla massa.
"Povero Billy, era un brav'uomo. Sarà per sempre ricordato come un eroe caduto in battaglia"
"Ma la smetti? Deficiente."
Thalia si fece strada sferrando gomitate e qualche pugno a chiunque avesse l'ardire di ostacolarla. O che semplicemente le stava sul cazzo.
" PORCA TROIA! 98? Ho 98!"
La mora si girò di scatto urlando e baciando la fronte della malcapitata alla sua destra che cercava solamente di scorgere il suo risultato.
"DIO SANTO cervellotica, hai preso cento e lode!"
Annabeth scattò in piedi urlando e, mentre loro continuavano a saltellare, i loro compagni guardavano sbigottiti la ragazza sempre in nero ed eternamente ostile che si comportava come una bambina in compagnia della secchiona bionda.
Ma a chi importava cosa pensavano loro? Di certo non a Thalia che aveva sempre vissuto in parallela con la disapprovazione della gente.
E nemmeno ad Annabeth che si era sempre mostrata per quello che voleva essere.
Allora continuavano a saltare.A casa Chase non c'era ancora nessuno quando Annabeth si chiuse la porta alle spalle sognando la sua Long Island University. Sua madre aveva frequentato quell'istituto e lei era stata per anni a fantasticare su quei giorni in cui avrebbe potuto ammirare anche lei i grossi tomi della biblioteca, il cortile ampio sempre curato, i banchi a due pieni di scritte. Almeno era quello che immaginava, aveva condizionato anche Thalia con i suoi sogni ad occhi aperti e si erano trovate a parlare insieme con entusiasmo di ciò che sicuramente avrebbero trovato.
Era finalmente arrivato il momento di cominciare veramente a seguire le orme di sua madre."Annabeth?"
"Sono qui papà"
La testa di suo padre comparve dalla porta della sua camera.
"Allora? Com'è andata?"
Era teso, non avrebbe sopportato di vedere la delusione sul volto della figlia."Cento e lode, papà!"
Annabeth fece una piccola corsa incontro al padre per poterlo abbracciare. Frederick sorrise stringendo la figlia, era così orgoglioso di lei!"Allora, avevo pensato che potresti andare all'università dove lavoro io, potremmo andare e tornare insieme così da non farti prendere autobus o mezzi di alcun genere." Parlava cauto "Cosa ne pensi?" Annabeth lo guardò titubante: "Ma papà, e la Long Island University?"
"Tesoro lo so ma New York è troppo lontana, non riesco a pensarti così distante da casa"
La voce di Annabeth si era incrinata vedendo il futuro che aveva sognato allontanarsi sempre di più: "Ma ci sarà anche Thals, non sarò sola."Dinanzi al dolore di un figlio un genitore è sempre travolto da un'enorme sconforto che quasi lo coglie impreparato, alcuni cercano di consolarlo, altri di pensare pragmaticamente ad una soluzione pratica ed efficace, invece Frederick Chase, ferito, reagiva mettendosi sulla difensiva e diventava irremovibile: "Ho detto che non puoi andarci, questione chiusa."
STAI LEGGENDO
STOP \Percabeth\
FanfictionSTOP! Annabeth Chase non riusciva ad andare avanti, era come davanti ad uno stop, non riusciva a dimenticare, a lasciarsi dietro il passato. Troppo orgogliosa per riuscire ad esternare i suoi ricordi, Annabeth scrive, non libri, ma canzoni. Canta...