Prologo

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2 settimane prima

Aury

E' ormai la fine di agosto. Questo mese alimenta sempre un senso di vuoto e paura dentro di me. Troppi pensieri iniziano a affollare la mente: l'ormai vicino inizio della scuola, i compiti, l'inverno, il freddo, il buio. Il gracidio delle cicale era assordante nelle mie orecchie. Stesa sull'amaca del mio giardino, leggevo un romanzo di Jane Austin, un classico. Amo la letteratura, soprattutto quella antica. Amo il modo in cui scrivevano, in cui raccontavano queste intrecciate storie d'amore. Il vento mi scompigliava leggermente i capelli, l'odore dei fiori era nitido nelle mie narici. 

"Stai sempre qui giù attaccata a quel libro." mi rimprovera mia madre, con le borse della spesa tra le mani. Lo sguardo stanco e la voce debole. Mi alzo dall'amaca e la raggiungo, aiutandola con le grandi e pesanti borse che si portava appresso.

"E' così bello stare qui giù in mezzo alla natura." affermo, salendo pian piano ogni gradino della scala di cemento.

"Starei qui giù per sempre, se potessi."

Non mi rispose. Il suo sguardo era cambiato all'improvviso, come se si fosse ricordata di qualcosa. Appoggia le borse sul tavolo e mi guarda negli occhi.

"C'è una cosa che dovrei dirti, in realtà." afferra una sedia, da sotto al tavolo, sedendosi. Mamma non è mai stata così agitata fino ad ora, e questo mi preoccupa molto.

La seguo, prendendo anche io una sedia da sotto il tavolo, incrociando le braccia al petto.

"Beh, in realtà questa notizia non ti piacerà moltissimo." fa un pausa di qualche secondo, per prendere fiato.

"Purtroppo siamo costrette a trasferirci a Sydney." fa un'altra pausa, come per vedere la mia reazione. Avevo il vuoto in testa in quel momento. Non riuscivo a pensare, ne tanto meno a parlare. Era come se qualcuno avesse spento tutti i fili del mio cervello, mettendomi in modalità stand-by.

"Ti ricordi di Andrew Hemmings?" mi domanda, giocando nervosamente con l'anello che portava al dito. Andrew è l'uomo con cui si sente mia madre da circa un anno e mezzo, l'unico uomo che ha avuto dopo che mio padre ci ha lasciate.

"Beh, mi ha offerto un lavoro nella sua grande azienda a Sydney, mi pagherà molto bene, quasi il triplo di quello che prendo adesso al mese. Andremo a vivere da lui, ha una casa grande e spaziosa e vedrai che ci sentiremo a nostro agio." cerca di prendermi la mano, ma io precedo la mossa, nascondendola sotto al tavolo. Accenna un sorriso, mascherando la vera reazione che avrebbe avuto in seguito a quel gesto.

"E con la scuola come farò? E i miei migliori amici? Non posso abbandonarli qui." alzo appena il tono della voce.

"C'è una prestigiosa scuola là a Sydney, ti daranno l'istruzione di cui hai bisogno. E di amici te ne farai di nuovi, questo non è un problema."

"Questo E' il problema! Mamma, io non verrò." mi alzo in piedi e faccio per andarmene.

"Aurora Foster! Torna immediatamente a sederti!" mi urla dietro. Mi volto a guardarla, le guance arrossate e il respiro affannato, non l'avevo mai vista così arrabbiata. Mia madre è sempre stata una donna severa, ma non fino a questo punto.

"Noi partiremo che ti piaccia o no! Andrew mi ha offerto un lavoro molto buono e io non rifiuterò solo perché tu non vuoi lasciare i tuoi amici, è chiaro? Prova a pensare un po' anche a me qualche volta, sono l'unica che porta avanti la famiglia qui, quindi tra due settimane partiremo, fine della storia!"

Oggi

Settembre è ufficialmente iniziato. Le temperature iniziano ad essere più basse, le giornate più corte e il suono delle cicale è stato ormai sostituito da quello dei tuoni dei temporali.

L'aereo è affollato. Le persone sono così eccitate all'idea di partire, mentre io avrei preferito restare qui, in Italia.

Prendo posto e accanto a me si siede mia madre, con una rivista di Gossip tra le mani.

"Vedrai, ti piacerà la tua nuova vita." mi afferra la mano, accennando un debole sorriso.

Ricambio, voltandomi verso il finestrino dell'aereo aspettando la partenza.

Non è la prima volta che prendo l'aereo, ormai per me è diventata un'abitudine viaggiare in questo modo. L'unico problema è che il viaggio sarà immenso, contando che l'Australia è dall'altra parte rispetto all'Italia, dovremo fare scalo prima a Singapore, dopo 12 ore di volo, dopodiché da Singapore a Sydney, altre 7 ore circa.

Ho preso un sonnifero pochi minuti prima di salire in aereo, spero solo che conti.

È una voce femminile quella che mi risveglia dal mio lungo sonno, che a me sembrava durato soltanto pochi minuti. Il viaggio verso Singapore è stato lungo, ma è andato tutto bene. Non ricordo nient'altro dopo che sono salita sul secondo aereo.

Quando apro appena gli occhi, una luce immensa mi si para davanti. Cerco di abituarmici, strizzandoli appena.

"Siamo atterrati a Sydney, tesoro." mi informa mia madre, con un grosso sorriso.

Mi alzo a sedere, dando uno sguardo veloce fuori dal finestrino: sono in Australia.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 08, 2018 ⏰

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