Non mi è mai piaciuto il Giappone.
Certo, non lo odio mica; in fondo, è dove sono nata. Credo sarebbe un controsenso, no?
Nonostante ciò, non riesco a sentirmi parte di questo luogo, anche se molti stranieri sembrano amarlo.
Non dico che il Giappone non sia un posto felice, anzi... ma continuo ad avere una strana sensazione, ogni volta che cammino per le strade di Osaka.
Non so cosa ci sia di strano in me; insomma, non ho niente che non vada, o almeno credo.Però, non nego di conoscerne, di connazionali strani.
Ho sempre sentito molte di quelle stesse persone lamentarsi della loro vita, nonostante io non abbia mai capito fino in fondo il motivo della loro tristezza.
Quella gente, infatti, si era sempre dimostrata perfettamente padrona della propria vita.
Chi aveva una casa particolarmente bella, chi andava sin dall'asilo nelle scuole più prestigiose, chi si concedeva ogni sera una cena fuori... tutti loro erano solitamente ragazzi, ragazze e persino persone adulte, che stranamente sembravano preferire una vita spericolata e piena di peripezie, passando interi pomeriggi lì, stesi sul letto, a fantasticare su quel che non avevano e piangersi addosso per quello che avrebbero potuto avere, se solo fossero appartenuti a chissà quale fumetto e non alla vita reale.
Eppure, non ho mai condiviso questa visione dei fatti.
Ovviamente rispetto chi ha delle diverse dalle mie, nonostante io non riesca a condividerle; il fatto, è che non riesco a cogliere il senso di tutto ciò.Effettivamente, non riesco a capire un sacco di cose; questo è un mio gran difetto, purtroppo.
Ma non riesco proprio a concepire il fatto che qualcuno possa preferire una vita piena di pericoli ad una normale ed agiata.
Tralasciando questi miei pensieri, mi sono sempre considerata una ragazza normale.
Ho un padre e una madre, vado in una delle migliori scuole del mio quartiere, ho ottimi voti e tanti amici.
Sì, esatto; amici veri, che mi vogliono bene davvero, pronti a tutto per aiutarmi.
Quegli stessi amici che non tutti hanno la fortuna di incontrare.
Cosa potrei volere di più?
Niente.
Assolutamente niente.Credo di poter affermare con facilità di avere la tipica vita da manga per ragazze: chi non vorrebbe una vita così?
O, almeno, è quello che potrei avere, se solo tutti i begli aspetti della vita di cui vi ho raccontato non appartengano a me, ma bensì ad un sogno.
Il mio sogno.《Murakami, l'argomento di cui stiamo parlando le sta molto a cuore, a quanto vedo》
Sono le dolcissime parole del professore, che ovviamente mi svegliano sul più bello del mio sproloquio mentale.Alzo il capo dal banco, guardandomi pigramente attorno; la prima cosa che distinguo sono le facce sorridenti dei miei compagni, che mi scrutano con fare divertito.
Subito dopo, riesco a mettere a fuoco le pareti immacolate dell'aula in cui mi trovo.
Le solite pareti che ogni giorno sembrano volersi stringere, solo ed unicamente con lo scopo di schiacciarmi.Infine, tutto scompare, lasciando che gli occhi severi dell'uomo alla cattedra mi perforino l'anima.
È un uomo abbastanza giovane, non deve avere più di quarant'anni; niente, in lui, è particolare.
Tutto quello che vedo non è che i soliti capelli neri e lisci, la solita carnagione chiara, i soliti occhi neri.
Sarebbe difficile riconoscerlo tra altri mille giapponesi, se non fosse per l'aria severa che trasmette.Lo vedo inarcare un sopracciglio verso l'alto, per poi incrociare le esili braccia che si ritrova.
《Allora? Non ha niente da dire?》Ma guarda che mi tocca fare...
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Komorebi ||TMEOGD.
FantasyGiappone. Chi non conosce questo grande arcipelago? Si può dire che visitarlo sia principalmente il sogno segreto di ogni otaku, che - senza perdere la speranza - desiderano, almeno per un giorno, che la loro monotona vita venga scambiata con quel...