E la fidanzatina?

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[Prologo]

Lovino Vargas odiava il Natale.
Lo odiava per il freddo dell'inverno, per il fatto di dover spendere troppi soldi in regali inutili, per i messaggi d'auguri che ogni anno gli intasavano la memoria del cellulare perché sempre accompagnati da stupide foto con su scritte delle frasi da farti venire il diabete ma, soprattutto, Lovino Vargas odiava il Natale per quel momento, quello più irritante di tutti, quello in cui seduto a tavola con suo fratello e suo nonno, quest'ultimo gli domandi, puntualmente:

-Lovino, bello de nonno, e la fidanzatina?-

-Non ce l'ho- rispondeva questi imbarazzato ed infastidito.

Quella frase, quel "Non ce l'ho" imbarazzato, era stata la risposta del giovane per molti anni, risposta che suscitava dei grossi dubbi al pater familias della famiglia Vargas.

Infatti il Nonno era estremamente convinto che il primogenito dei Vargas una fidanzata ce l'avesse, che fosse una bella donna formosa ma che per qualche strano motivo il nipote teneva nascosta.

Se solo avesse saputo, invece, che da un paio di anni a questa parte la fidanzatina che tanto si immaginava accanto al nipote fosse in realtà un fidanzatino.

Già, proprio così. Lovino Vargas, il maggiore, il primogenito, l'orgoglio -forse non esattamente- della famiglia aveva un fidanzato e non una fidanzata. E guai se il Nonno l'avesse scoperto. Sarebbe stata troppo dura da accettare per un tipo così all'antica come lui.

Il fidanzatino in questione era un bel ragazzo sui 25 anni spagnolo di nome Antonio che Lovino aveva conosciuto all'Università. Nonostante l'inizio brusco a causa della troppa, secondo Lovino, allegria che il ragazzo trasmetteva con i suoi sorrisi caldi e per la sua, sempre secondo Lovino, sproporzionata ingenuità, i due erano diventati amici. Poi con l'andare del tempo, chi complessandosi per aver mandato a monte il sogno di sposarsi con una bella ragazza e chi invece no, i due avevano scoperto di piacersi e, successivamente, di amarsi.

Certo, Lovino aveva il suo modo unico e inimitabile di manifestare il suo amore per Antonio, spesso chiamando quest'ultimo con epiteti non del tutto carini come ad esempio "bastardo" o "idiota spagnolo", ma in un certo senso dimostrava di amare davvero quel tipo che rappresentava in forma umana il suo esatto contrario.
Il rapporto tra i due non poteva certo definirsi normale, ma funzionava e di questo Lovino, anche se lo nascondeva, era estremamente felice.

La felicità -se così si poteva definire- di quella relazione, però, era ultimamente appesa ad un filo.

Già, perché ormai i due stavano insieme da quasi due anni, il tutto all'oscuro del Nonno. Ma il Natale di quell'anno era quasi alle porte e, per tradizione, ci sarebbe stata la cena in famiglia. E Lovino iniziava a pensare che forse era ora di svelare tutto al Nonno e quella cena non poteva essere che il momento perfetto per farlo.

L'unica cosa che lo frenava da tutto ciò, dal parlarne con Antonio, era la reazione del Nonno.

Avrebbe avuto un infarto? Lo avrebbe cacciato di casa e disconosciuto dalla famiglia Vargas? Oppure l'avrebbe presa bene perché "a Natale si è tutti più buoni"?












Angolo dell'autrice
Ave, popolo di Hetalia.
Sono nuova qui e anche nel fandom.
Questa "storia" (se così si può definire) è solo una sciocchezza partorita dal mio cervello, spero che vi strappi una risata e anche che vi piaccia.
Cercherò di pubblicare una volta a settimana, intanto fatemi sapere che ne pensate nei commenti, grazie.
Detto questo, baci ♡

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