Lotte di farina e neve

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Doveva ammettere che preparare un dolce in compagnia di Antonio non era poi così male.

Era così goffo ed impacciato ai fornelli, quando la pasta sbattuta sul tavolo alzava la farina che gli solleticava il naso starnutiva, si gettava i capelli ricci all'indietro che gli ricadevano sulla fronte...
Lovino più di una volta durante il procedimento era rimasto a fissarlo, era così, così...

Ma a che diamine sto pensando?

Da quando Antonio gli aveva detto che i dolcetti erano per suo nonno sembrava essersi sciolto in un brodo di giuggiole.
Non smetteva di pensare a quanto quel gesto fosse tremendamente... carino.

Sembro una ragazza del liceo!

Scosse la testa arrossendo, prese i confettini colorati ed appena Antonio finì di sistemare i dolcetti nel piatto, li fece cadere su di essi lentamente.

Quando ebbero terminato il tutto, Lovino si lasciò sfuggire un sorriso soddisfatto, per poi prendere il piatto e metterlo nel frigo, in modo che i dolci si conservassero al meglio per il giorno della Vigilia di Natale.

-Okay bastardo, non dimenticarli nel frigo e...- la sua frase fu interrotta da un getto di farina che gli arrivò dritto dritto sugli occhi. Non appena fu in grado di riaprirli, gettò uno sguardo di sfida allo spagnolo che rideva di gusto.
-Brutto stronzo...- gli disse avvicinandosi velocemente per poi infilare una mano nella confezione di farina e restituirgli il colpo.

Si scatenò una vera e propria lotta di farina, contornata dalle risate dello spagnolo e dai "Bastardo!", "Oh no, il maglione nuovo, me la pagherai!", per non parlare dei "Vaffanculo tu e la farina" dell'italiano.

I due ne uscirono bianchi fino ai capelli e col fiatone, in silenzio, per poi guardarsi e scoppiare a ridere.

-Penso che adesso sia ora che vada- disse poi Lovino pulendosi il viso dalla farina, ma improvvisamente due braccia calde lo avvolsero da dietro e sentì del fiato sul collo.

-Gracias- gli sussurrò Antonio all'orecchio.
-Solo tu potevi essere così idiota da non saperli preparare- gli rispose Lovino imbronciato con un leggero rossore sulle guance.

Antonio rise piano e lo girò verso di sé, facendogli aderire la schiena al frigorifero. Iniziò a lasciare vari baci umidi sul collo dell'italiano, che intanto aveva preso ad accarezzargli i capelli e a sospirare.

Lo spagnolo salì e lo baciò sulle labbra, mentre con una mano gli accarezzava una coscia dal basso verso l'alto lentamente, per poi affondare le dita in un gluteo.

-Stai facendo palestra- gli disse Antonio allontanandosi di poco dal viso di Lovino sorridendo sornione.
-Fa silenzio, bastardo- gli rispose questi arrossendo e riprendendo a baciarlo.

Antonio sollevò poco da terra Lovino prendendolo per le cosce, mentre l'italiano gli avvolse il collo con le braccia ed approfondì il bacio.

La mano dello spagnolo era già pronta ad afferrare l'orlo del maglione dell'italiano per sfilarglielo, ma dovette fermarsi perché lo smartphone di quest'ultimo cominciò a suonare.

Cazzo!

Lovino si allontanò controvoglia da Antonio, prese il cellulare dalla tasca e, tra un'imprecazione ed un'altra, si cimentò a leggere sul display chi lo stesse chiamando con tanta insistenza e per di più in un momento delicato come quello.

Feliciano?
E cosa vuole adesso?

-Pronto?- disse infastidito, mentre Antonio aveva ripreso a lasciargli baci sul collo e sulle guance.

Feliciano, dall'altra parte del telefono, gli ricordava che a breve sarebbero dovuti uscire per fare le ultime compere natalizie e tra queste vi era anche il regalo per Antonio, a cui Lovino ancora non sapeva cosa regalare.

-Sì, sì sto arriv-ah-ndo...- disse l'italiano lasciandosi sfuggire un gemito a causa dello spagnolo che gli aveva afferrato il ciuffo riccio ed ora ci stava giocando con le dita.

-Veh, fratellone va tutto bene?- gli domandò Feliciano preoccupato.
-Sì, tranquillo, sono lì tra un quarto d'ora, ciao ciao, baci baci- gli rispose Lovino per poi chiudere la chiamata sbuffando.
Antonio gli aveva appoggiato la testa sul petto.

-Mettimi giù- gli ordinò Lovino poco dopo, ma Antonio mugugnò un lamento frustrato contro il suo petto.
-C'è sempre qualcosa che ci interrompe...- aggiunse poi lasciando la presa sulle cosce dell'italiano e facendo sì che suoi piedi potessero tornare sul pavimento.

Lovino sbuffò di nuovo ed appoggiò la testa sul petto di Antonio, che gliela alzò, costringendolo a guardarlo negli occhi. Lo spagnolo sorrise e lo baciò a stampo sulle labbra.

-Sei un idiota- gli disse Lovino scansandosi e prendendo la sua roba, per poi aprire la porta. L'aria fredda lo investì e lo fece rabbrividire, quando qualcosa di piccolo, bianco e freddo gli si posò sul naso.

Lovino assunse un'espressione confusa e si portò un dito sul naso sentendo che era...bagnato. Alzò gli occhi al cielo e quello che vide lo lasciò a bocca aperta.

Nevica

-Ehi bastardo, vieni a vedere- disse chiamando Antonio con un cenno della mano e senza trattenersi dal sorridere.

Una volta fuori, lo spagnolo sorrise a sua volta ed appoggiò una mano sulla schiena dell'italiano che trasalì a quel tocco caldo.

-Sai cosa c'è di più bello della neve?- chiese Antonio a Lovino.
-Forse una bella teglia di lasagna fatta dalla nonna- gli rispose ironicamente l'italiano.
-¡Qué tonto!- disse Antonio ridendo.
Lovino mise il broncio ed incrociò le braccia, per poi domandargli a tono:
-Allora cos'è più bello della neve, eh?-
-Tu- affermò poco dopo lo spagnolo scompigliandogli i capelli bruni.

Lovino arrossì e si nascose sotto la sciarpa, borbottando qualcosa simile ad un insulto.

Antonio rise, gli scostò la sciarpa dal viso e lo baciò, reggendolo per la schiena. Quando si allontanò, lasciò una carezza su una guancia di Lovino, che un pomodoro in confronto a lui poteva considerarsi arancione.

La "magia" di quel momento fu, ancora una volta, interrotta dal cellulare dell'italiano, che suonò all'arrivo di un messaggio.

-Sarà Feli, meglio che vada...- disse Lovino allontanandosi.
Antonio lo salutò con una mano e chiuse la porta.

Una volta lontano, Lovino aveva metà del viso nascosto dalla sciarpa, solo che invece di nasconderci il rossore adesso ci nascondeva un sorriso.




Angolo dell'autrice
Ciao a tutti!
Vi sono mancata? Beh, nel caso in cui la risposta sia no, mi dispiace, ma sono ritornata.
Alla fine Antonio si è fatto aiutare e poi un po' di sano yaoi perché fa sempre bene. E Feliciano che interrompe il tutto innocentemente è un tocco di classe, mi sono divertita troppo a farli soffrire.
Spero vi piaccia.
Baci♡

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