1.Quel posto.

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"Harry cavolo ci devi andare!" disse mia madre mentre io cercavo esplicitamente di ignorarla mettendomi le mani sopra le orecchie per coprirle.

"Mamma non voglio andarci! Non voglio andare in mezzo a quei malati mentali, sono depresso non psicopatico!" dissi io.

Si, ho detto bene, sono depresso e non psicopatico. E mia madre voleva mandarmi in centro per persone con questa malattia. Ma non tanto per la depressione, ma tanto per i miei presunti pensieri da suicida. Per prevenire questo, ha tolto tutto quello che riteneva potenzialmente pericoloso, come coltelli, lamette, corde. Casa mia era a prova di suicida.

"Harry so che non sei psicopatico, ma fallo per me. Io non ce la faccio a vederti cosi, dai a loro modo di aiutarti." disse lei evidentemente esasperata.

"Do a loro una possibilità, una settimana e se non mi piace me ne ritorno a casa." dissi io sospirando. Detto questo uscì dalla stanza con un'espressione quasi soddisfatta. Dopo che chiuse la porta, mi misi le cuffiette e ascoltai la mia canzone preferita. Chiusi gli occhi e pensai, pensai a come sarebbe stato farmi curare. Al fatto che avrei dovuto fare 3 sedute a settimana dallo psicologo, assumere gli antidepressivi e trovarmi un hobby, come leggere o scrivere, anche se ce lo avevo già. Mi piace cantare, e sono anche abbastanza bravo. Ma abbandonai il mio sogno non appena caddi in depressione. Il suono della notifica di un messaggio interruppe i miei pensieri. Era il mio migliore amico Liam, mi chiedeva cosa avevo deciso di fare, erano tutti in apprensione. Soprattutto lui, ci conoscevamo da quando eravamo piccoli e aveva assistito a tutte le disgrazie che mi sono capitate. E mi dispiace anche farlo stare in mezzo a tutto questo caos. Gli risposi con un secco "ci andrò"

Il giorno dopo, la mia roba era già pronta e sistemata vicino alla porta della mia stanza, scesi di sotto in cucina e vidi mia madre preparare la colazione. Di solito a quest'ora era a lavoro, ma oggi decise di andare a lavorare più tardi per accompagnarmi in quel posto.

"Buongiorno mamma, me le hai preparate tu le valigie?" dissi io sedendomi su uno dei sgabelli e appoggiando i gomiti sul tavolo.

"Si tesoro, sono stata io" disse lei versando il succo su un bicchiere e porgendomelo.

"Mamma ho 21 anni, sono capace a prepararmela da solo." dissi io sospirando. Mi trattava ancora come un bambino e non riuscivo a sopportarlo.

"Lo so amore ma tu ieri sera eri andato a dormire senza prepararla e non volevo che ti ritrovassi a farla all'ultimo minuto."

"Va bene, grazie mamma sei stata veramente dolce ma la prossima volta lascia fare a me okay?" dissi io e lei annuì.

Finita la colazione, andai in bagno per farmi una doccia, una di quelle che ti fanno schiarire le idee e ti fanno preparare mentalmente a qualcosa. Nel mio caso dovevo prepararmi mentalmente per stare dentro quel covo di psicopatici.

Uscito dalla doccia, mi asciugai e mi vestii velocemente. Ad un certo punto vidi attraverso lo specchio un Harry che non conoscevo, prima ero cosi spensierato e senza problemi, che cosa mi era successo? Prima amavo la vita, uscivo con i miei amici, ballavo, sorridevo, ero felice. Ora mi toccava andare dentro un ospedale psichiatrico perché ho una depressione grave. Io ero piuttosto consapevole del motivo della mia depressione: la morte di mio padre. Morì di un gravissimo tumore al pancreas, seppi bene che lottò fino all'ultimo per rimanere in vita, per vedermi crescere. Ma il cancro riuscì a batterlo, portandomelo via per sempre.

Quando uscii dal bagno dirigendomi verso la porta di casa vidi mia madre caricare le valigie in macchina, mi avvicinai a lei e la guardai. Per un attimo pensai che non era lei, era super stressata per la mia situazione e avevamo speso tutti i nostri risparmi per quel posto.

I'm not a psycho.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora