Pam's pov
Finalmente iniziavo a svegliarmi ed a riprendermi dall'anestesia, aprivo lentamente gli occhi mentre prendevo nuovamente consapevolezza mio corpo, anche se ancora mi sembrava di fluttuare nel dolce torpore che mi regalava il dormiveglia.
"Dove sono?, che ore saranno?, perché il mio corpo sembra cosi pesante?" la mia testa era un groviglio di pensieri e di domande alle quali non sapevo ancora dare delle risposte precise, mi guardavo intorno cercando di scacciare via tutto quanto e liberare la mente.
In quella stanza c'erano dei letti nei quali riposavano alcuni pazienti, che come me erano state operate durante quella lunghissima giornata, ed anche se erano da candide lenzuola potevo riconoscere le stesse persone con le quali avevo condiviso pensieri, paure e con le quali avevo ormai legato, le pareti erano di un beige pallido e l'unico colore che spiccava in quella stanza era l'azzurro dei camici di quei pochi infermieri che erano di turno.
Tutto era in ordine, curato e l'odore del disifettante era talmente tangibile da farmi arricciare il naso, ora iniziavo a mettere ordine i 1000 pensieri che mi vorticavano in testa mi trovavo in terapia intensiva.
Vidi venire verso di me con passo sicuro un giovane ragazzo sulla trentina d'anni, aveva i capelli ricci che davano sul castano, gli occhi color nocciola,le labbra carnose che lasciavano sempre intravedere un sorriso ed indossava il tipico camice da infermiere.
- Ciao Pamela, sai dove ti trovi? -
- In terapia intensiva - risposi con una voce quasi irriconoscibile talmente era flebile.
- Bene, comunque io sono Matteo, l'infermiere di turno stasera, ora riposati e per qualunque cosa non esitare a chiamare me od i miei colleghi, come vedi li c'è un campanello che puoi suonare in caso di bisogno -
- Grazie mille, sei molto gentile - non potevo non ringraziarlo, la sua gentilezza e professionalità si poteva percepire dal primo momento inoltre mi aveva subito fatta sentire meno sola in quel momento cosi difficile, gli attimi dopo un intervento sono sempre molto delicati e si ha bisogno di sostegno sia morale che pratico perché diventano insormontabili anche le piccole cose di tutti i giorni.
- Hai bisogno di qualcosa?- mi chiese con un sorriso mentre aiutava gli altri pazienti che come me iniziavano a riprendersi.
- Solo un po' d'acqua, mi sento la gola secca - dissi con un po' d'ansia, non volevo disturbarlo lo vedevo muoversi da una parte a l'altra della stanza a ritmo frenetico.
- E' normale non ti preoccupare, è semplicemente l'effetto del anestesia, purtroppo adesso non puoi bere come vorresti, ti metto un po' d'acqua in una siringa in modo da bere a piccole dosi - mi disse cercando di rassicurarmi del fatto che le sensazioni che sentivo erano del tutto normali, mentre preparava la siringa .
Presi la siringa e piano piano iniziai a bere, sotto lo sguardo attento di Matteo:
- Pam, ricordati di bere a piccoli sorsi, l'anestesia e ancora in circolo e non hai ancora il completo controllo del tuo corpo, rischieresti che ti vada di traverso - .
Mi limitai ad annuire ed una volta finito, diedi nuovamente la siringa al ragazzo che prima di lasciarmi mi le ultime raccomandazioni.
- Ok ora stai tranquilla e riposati, la notte e' lunga, se dovessi aver bisogno o sentirti poco bene io ed i miei colleghi siamo qui, basta che suoni il campanello ed arriviamo -
- Grazie Matteo - dissi con un sorriso, mentre lo guardavo allontanarsi per prendersi cura di un altra signora che era appena arrivata.
"Domani finalmente uscirò da qui e potrò vedere nuovamente i miei" e con questo ultimo pensiero mi addormentai.