2.

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Il giorno seguente, dopo scuola, Violet si recò a lavoro. In famiglia non mancavano di certo i soldi e poteva benissimo chiederli ai propri genitori ma per una qualche ragione non voleva dipendere da loro, voleva poter diventare una donna autonoma e indipendentete; inoltre amava il proprio lavoro e si trovava piuttosto bene.
Una volta entrata nella panetteria il profumo di pane appena sfornato, di torte e brioches la invase dandole un senso di malinconia. Il ricordo dei vecchi tempi passati nella panetteria della nonna, a giocare con l'impasto la fece sorridere ma allo stesso tempo rattristare.

"Salve signora Choi." La giovane ragazza salutò la proprietaria del negozio che stava portando un cesto di pane, le sorrise e andò ad aiutarla.

"Oh tesoro sei sempre così gentile." La vecchia la ringaziò. Violet dopo essersi messa il grembiule andò in cucina a prendere le torte per poi metterle in esposizione; il campanello suonò quando un uomo sulla quarantina d'anni entrò. Le sorrise e si guardò intorno.

"Scusi volevo chiederle dove si trovassero i muffin al cioccolato." Domandò il signore.

"Sì certo, si trovano da quella parte." Gli indicò la zona e lui le fece un cenno per ringraziarla. Violet trovò molto strano il fatto che l'uomo non sapesse dove fossero i muffin dato che era un cliente abituale, inoltre lo sguardo di lui, in un qualche modo intimoriva la giovane.

"Bene allora prendo questi." Appoggiò i soldi sul bancone e quando ella gli diede il resto, lui le sfiorò la mano fissandola. Alla povera le vennero i brividi, sentiva che sotto sotto, l'uomo nascondeva qualcosa.

La giornata finì velocemente, si erano fatte ormai le 20:30 e la ragazza si doveva affrettare per tornare a casa, oggi avrebbe cenato con i genitori dopo molto tempo e la cosa la rendeva alquanto felice.
Dopo aver salutato la vecchia uscì dal negozio e sconcertata si accorse che il signore dei muffin si trovava davanti al negozio, lei inziò a incamminnarsi verso la fermata dell'autobus, sentiva una strana sensazione, come se qualcuno la stesse seguendo.
Si guardò indietro e notò che lo stesso signore di prima stava guardando un volantino appeso ad un negozio, accelerò il passo preoccupata.
Si girò un'altra volta e lui era ancora dietro di lei.
Violet continuava a dirsi di stare tranquilla e che probabilmente si trattava solo di una qualche coincidenza, respirava e inspirava ma presa dal panico entrò nel primo supermercato che vide, sbirciò fuori e notò con paura che l'uomo si trovava davanti al negozio, come se la stesse aspettando. Prese il cellulare e con le mani tremolanti digitò il numero del padre, aspettò vari secondi ma lui non rispose, provò a chiamare anche la madre ma nemmeno lei rispose. Violet preoccupata si chiedeva cosa fare, quelli dei suoi genitori erano gli unici numeri di telefono che possedeva. Improvvisamente si ricordò di Yoongi e presa dalla disperazione digitò il suo numero. Il telefono iniziò a squillare e dentro di lei sperava con tutto il cuore che rispondesse.

"Pronto?" Era lui, le si illuminarono gli occhi.

"Ciao sono Violet." Disse con la voce tremolante.

"Oh, non mi aspettavo una tua chiamata." Sembrava felice.

"Senti.." continuò la ragazza sempre più ansiosa.

"Qualcosa non va?" Aveva intuito che qualcosa la preoccupava. Lei spiegò la situazione, dalla sua voce si poteva capire quanto fosse spaventata e turbata.

"Dove sei?" Chiese.

"Non lo so, in un market vicino alla farmacia." Rispose ormai con le lacrime agli occhi.

"Okay, aspettami, arrivo subito, non muoverti." E riattaccò. Violet si sentì subito sollevata, ma si chiedeva se sarebbe davvero arrivato. Intanto prese un paccheto di patatine e andò in cassa, stava frugando nella borsa per i soldi ma prima che potese tirarli fuori qualcuno la fermò.

"Pago io." Disse una voce familiare. Lei alzò lo sguardo, era lui, era Yoongi. La dolce Violet anche se non sembrava, era veramente felice di vederlo.

"Andiamo." Le prese la mano e la portò fuori, ella spalancò gli occhi quando vide che l'uomo si trovava ancora fuori.

"É lui." Sussurrò abbassando lo sguardo, aveva riniziato a tremare anche se consapevole, ormai, di non temere più nulla poichè ora Yoongi si trovava al suo fianco.

"Tu reggi il gioco okay?" Disse Yoongi.

Confusa, Violet  lo guardò e prima che potesse proferire parola lui la prese per i fianchi, la avvicino a sé e le sue labbra si posarono su quelle della ragazza che spalancò gli occhi dalla sorpresa, le labbra di Yoongi parevano a Violet così morbide e dolci.
Si tranquilizzò e ripensò a quello che aveva detto, ricambiò il bacio e lui la strinse più a sé. Quando si staccarono i loro sguardi si incontrarono, rimasero così per qualche secondo finchè non furono interrotti.

"Ma.. Sei fidanzata?" L'uomo fissò la giovane con uno sguardo deluso e arrabbiato.

"Sì mi dispiace." Rispose Yoongi al posto di Violet.
L'uomo fece cadere la busta che aveva in mano e sconvolto se ne andò. Yoongi le sorrise e in quel momento Violet credeva di star sfiorando il cielo ma scosse immediatamente la testa per scacciare quei pensieri imbarazzanti.

"Ti riaccompagno a casa" Disse lui facendola arrossire.

Oh my SugaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora