Always with me

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A Diagon Alley era un giorno come tutti gli altri, numerosi studenti si aggiravano per le vie, lungo le quali erano allineati i negozi più strani e disparati, alla ricerca del loro materiale scolastico. Tuttavia nessuna delle vetrine spiccava come quelle dei Tiri Vispi Weasley, che attiravano i passanti con i loro colori vivaci e allegri. Quella di sinistra riluceva di strani oggetti rotanti, che talvolta esplodevano, mentre quella di destra era coperta da un enorme poster viola stampato a lettere lampeggianti su cui comparivano alternativamente delle frasi per incitare i clienti ad entrare.  Davanti all'entrata, uno stranito Percy Weasley pensava che fino a qualche anno prima non avrebbe mai messo piede in un posto simile e tuttora gli risultava difficile immaginarsi in un contesto così diverso da lui. Era sempre stato un tipo tranquillo, che preferiva leggere e studiare piuttosto che divertirsi come i suoi fratelli e questi suoi comportamenti non facevano che renderlo il bersaglio dei loro scherzi, magari proprio attuati con alcuni dei materiali in vendita nel negozio, specialmente quando era diventato prefetto e in seguito caposcuola di Hogwarts. Tutto questo lo aveva portato a distaccarsi sempre di più dalla sua famiglia e a concentrarsi solo sulle sue ambizioni, portandolo addirittura a scontrarsi con i suoi familiari per ottenere un ruolo, che alla fine si è rivelato un fiasco. Era molto maturato da allora e si era riappacificato con la sua famiglia, che con sua sorpresa non lo aveva riaccolto con diffidenza, ma con l'affetto tipico dei Weasley. Era proprio per aiutare uno dei suoi fratelli che si trovava lì in quel momento, George infatti lavorava a tempo pieno nel negozio di scherzi, anche se in un primo momento aveva pensato di chiuderlo, dopo la morte del gemello a cui era legatissimo. Alla fine erano riusciti a convincerlo a mantenere l'attività e Ron, il più giovane dei maschi Weasley lo aiutava con il negozio a giorni alterni, ma quando George era solo era impossibile non notare la malinconia che lo attanagliava. Con la morte di Fred aveva perso una parte di lui, non si trattava solo di una semplice persona a cui era legato, era come se un pezzo della sua anima fosse volato via con lui. Percy aveva pensato che doveva assolutamente fare qualcosa per aiutarlo e si era diretto verso i Tiri Vispi Weasley, ma ora era come impietrito davanti all'entrata. E se nonostante tutto non fosse cambiato nulla? Avrebbe solo sprecato tempo inutilmente, continuando a vedere il volto di suo fratello, che un tempo era sempre gioviale e sorridente, continuamente triste e stanco. Nonostante questo però era stato un Grifondoro e il coraggio era la loro principale caratteristica, doveva farsi forza ed aiutare George nel miglior modo che poteva. Entrò quindi nel negozio, rimanendo semplicemente a bocca aperta una volta visto quello che gli si parava davanti. Scatoloni pieni di merendine marinare erano accatastati fino al soffitto, insieme ad altri scherzi di ogni tipo, compresi alcuni bidoni esplosivi dai quali si tenne alla larga. Sul fondo vi era anche una stanzetta dedicata ai Trucchi Magici Babbani con espositori di giochi di prestigio, come carte, cilindri, corde e simili curiosità. Percy non immaginava neanche lontanamente che il negozio fosse così grande, l'aveva sempre visto come un'attività passeggera per il fratello, sperando che si trovasse un lavoro più stabile, ma dovette ricredersi vedendo la mole di clienti che si riversava verso la cassa, dove George si disimpegnava con abilità, cercando di mantenere sempre il sorriso sulle labbra, ma l'occhio attento di Percy non potè non notare le profonde occhiaie di chi passa la notte a rimuginare su un vuoto impossibile da colmare.  Cercò di avvicinarsi al fratello, facendosi largo tra l'orda di ragazzi che stava studiando attentamente un Frisbee Zannuto e lo salutò da lontano, facendogli un cenno. Di certo non si era aspettato una simile difficoltà di deambulazione all'interno del negozio, ma per fortuna George lo notò in poco tempo e dopo aver servito l'ennesimo ragazzino lo raggiunse salutandolo.
<<Quale onore! Cosa spinge un gentiluomo come Percy Weasley ad entrare nel mio umile negozio?>> gli chiese con ironia, cosa che fece sperare Percy in un miglioramento, visto che ultimamente il fratello sembrava aver perso anche la sua solita voglia di scherzare. Percy avrebbe voluto rispondere in modo divertente, ma non era mai stato molto ferrato in quel campo, l'unica battuta della sua vita l'aveva enunciata pochi secondi prima della morte di Fred, che perlomeno si era spento con lo spettro dell'ultima risata ancora impresso sul volto. Decise quindi di andare dritto al punto, non aveva senso tergiversare in una situazione come quella.
<<Siamo tutti preoccuparti per te in famiglia, sono giorni ormai che non mangi e quando torni dal negozio resti chiuso in camera a fissare il vuoto...non è da te>>  disse al fratello cercando di mantenere una voce ferma, nonostante gli facesse male vederlo in quella situazione. Per anni si era lamentato degli scherzi degli gemelli, ma ora avrebbe dato qualsiasi cosa per vedere George tornare a ridere e tormentarlo come ai vecchi tempi. Il fratello si rabbuiò immediatamente sentendo quelle parole, aveva immaginato che Percy fosse venuto a fargli visita per quel motivo e la cosa non gli piaceva per niente.
<<Sto benissimo,non ho bisogno di aiuto da parte di nessuno. Ora se non ti dispiace ho un negozio da mandare avanti>>  gli rispose in modo gelido, per poi allontanarsi e tornare al bancone, lasciandolo in mezzo alla folla di clienti. Percy sospirò amaramente, pensando che per l'ennesima volta aveva fallito e non era riuscito a fare nulla di buono per la sua famiglia. Voleva provare a dirgli qualcosa, ma alla fine guardò semplicemente il fratello allontanarsi sempre più inesorabilmente da lui ed uscì dal negozio a testa bassa, pensando a come riferire la triste notizia a sua madre. George non era di certo più felice, si dispiaceva nel trattare suo fratello in quel modo rude e non tipico di lui, ma non aveva altra scelta. In quel periodo voleva semplicemente isolarsi da tutto, nessuno della sua famiglia avrebbe potuto capire quello che stava passando, certo erano tutti legati a Fred, ma non nel modo in cui lo era lui. Non aveva perso solo un fratello, stava lentamente arrivando a perdere sé stesso e come può vivere una persona senza avere un motivo per andare avanti, un qualcosa a cui aggrapparsi per restare ancorato a questa terra? Solo i sorrisi delle persone che acquistavano i suoi prodotti lo consolavano in parte, sembravano così felici e spensierati e davano un senso al suo operato, per questo si buttava a capofitto sul lavoro, finendo anche per rientrare a casa molto tardi. Quando il turno finì infatti decise di restare ad occuparsi del magazzino sul retro, dove riceveva la merce da vendere e che era quindi sempre molto disordinato, era arrivato il momento di dargli una bella ripulita. Appena entrato però, oltre alla solita scorta di Merendine Marinare, Orecchie Oblunge e Paludi Portatili si ritrovò davanti uno specchio che non aveva mai visto prima.
<<E questo da dove è spuntato fuori?>> si chiese avvicinandosi per osservarlo meglio. Era evidentemente molto antico ed elegante, di certo non somigliante a qualcosa che potesse servire per uno scherzo e sembrava totalmente fuori posto nel negozio. George rammentava sempre le parole di suo padre, che consigliava di non avere mai a che fare con oggetti magici che sembravano essere in grado di pensare, ma quello strano specchio lo incuriosiva, aveva su di lui una sorta di attrazione. In cima allo specchio sì trovava una misteriosa iscrizione, che non fece che incuriosirlo ulterionamente: "Emarb eutel amosi vout linon ortsom". Sembrava una specie di lingua antica e si chiese cosa sarebbe potuto significare, ma non riusciva a trovare una risposta adeguata. Osservò allora la sua immagine riflessa e notò con stupore che risultava quasi ringiovanito, senza occhiaie sul volto e segni della stanchezza, ma con un largo sorriso. Praticamente tutto il contrario di quello che era diventato negli ultimi tempi, che lo specchio mostrasse il proprio passato? Abbandonò ben presto questa ipotesi, perché se così fosse stata l'avrebbe ritratto insieme al suo gemello o comunque un qualche membro della famiglia. Allora cosa poteva essere? Si concentrò nuovamente sul riflesso, cercando di trovare un collegamento con la scritta, quando notò un dettaglio che prima gli era sfuggito, l'immagine nello specchio aveva entrambe le orecchie.
<<F-Fred?>> sussurrò con voce tremante, sperando che in un qualche modo il gemello potesse uscire dallo specchio e parlargli, ma non successe nulla di tutto ciò, il Fred nello specchio continuava semplicemente a sorridergli, come se nulla fosse accaduto. Cercando di riprendersi e ragionare, guardò nuovamente la scritta sullo specchio e riuscì finalmente a trovare la chiave di lettura per decifrarla, era semplicemente scritta al contrario.
<<Mostro non il tuo viso, ma le tue brame. La cosa che bramo è...poter riabbracciare Fred>> parlò con voce tremando, come se suo fratello potesse sentirlo attraverso il vetro. Come mai lo
specchio era comparso dal nulla in quel luogo mostrandogli quell'immagine? Era come se qualcuno volesse mandargli un messaggio,collegato ai ricordi di suo fratello che tanto lo impensierivano in quei giorni. Non voleva più andarsene da lì, ora che aveva trovato un modo per riuscire a vedere il suo gemello, anche senza poterlo toccare o parlargli, il semplice vedere il sorriso furbo sul volto che era identico al suo lo appagava. Rimase come inebetito a fissare lo specchio per molto tempo, quando all'improvviso nell'immagine ci fu un cambiamento che lo fece sobbalzare. Fred aveva mosso le sue mani, che prima teneva abbandonate lungo i fianchi, andando ad indicare il suo cuore e poi un punto imprecisato davanti a lui, proprio in direzione di George. Che stesse cercando in qualche modo di comunicare con lui, di fargli capire qualcosa?
<<Il cuore, cosa significa?>> pensò George, ancora non del tutto lucido in quanto emotivamente coinvolto alla vista del fratello. Lo specchio aveva un grande potere sulla mente delle persone, mostrava quello che più desideravano senza però dare loro la possibilità di trovarlo, portandoli quindi a credere in quella che si rivela ogni volta una mera illusione, addirittura in grado di portare alla pazzia.
<<Il suo cuore è anche il mio...lui sarà sempre nel mio cuore, con me fino alla fine>> realizzò George continuando a parlare con voce tremante. Era inutile piangersi addosso sul ricordo di Fred, quando il modo migliore per riviverlo era comportarsi come faceva prima, quando erano insieme. Che stupido che era, aveva allontanato tutte le persone che gli volevano bene per crogiolarsi in una malinconia solitaria, che non lo aveva portato a niente, se non a disperarsi sempre di più. Pensò a come aveva trattato Percy quella mattina, quando lui voleva semplicemente provare ad aiutarlo, allontanando tutti da lui in quel modo avrebbe seriamente finito per restare solo e il triste ricordo del suo gemello non l'avrebbe di certo salvato. Fred avrebbe continuato a vivere nei suoi passi, nel battito del suo cuore, nella sua risata, tutte cose che aveva trascurato negli ultimi mesi, ma che erano in realtà fondamentali. Guardò infine il riflesso e sorrise per la prima volta dopo tanto tempo, lui non credeva nelle coincidenze e l'apparizione dello specchio sicuramente non era stata casuale. Era convinto che Fred avesse provato ad inviargli un messaggio in quel modo e lui non l'avrebbe sprecato. Era inutile rifugiarsi in un sogno irrealizzabile che non faceva altro che consumarlo sempre di più, doveva finalmente pensare ad andare avanti, come una fenice che rinasce dalle sue ceneri più forte di prima. Uscì dal negozio con una rinnovata voglia di fare e si diresse verso la Tana, l'abitazione dei Weasley, erano finiti i giorni in cui passava la notte ai Tiri Vispi. Entrò fischiettando dalla porta di casa, notando subito il particolare orologio che mostrava le posizioni dei membri della famiglia, spostare la sua lancetta da "lavoro" a "casa". Percy era sul divano del salotto, intento a compilare alcune carte e quando alzò lo sguardo rimase notevolmente sorpreso nel vedere il fratello rincasare a quell'orario. Stava per dire qualcosa, ma il George fu più veloce e fece un gesto insolito per lui, fiondandosi su Percy e abbracciandolo in modo sincero.
<<Grazie Perce, dico sul serio>>  disse per poi staccarsi ed allontanarsi con un sorriso sornione sul volto, lasciando uno stranito Percy a chiedersi cosa avesse causato quel cambiamento così improvviso. Finalmente era tornato tutto alla normalità.

La one-shot come ho detto anche nella descrizione è stata scritta per la coppa della scrittura organizzata da HPItalianCommunity .

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 06, 2018 ⏰

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