Capitolo II

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"Okay, ti aspetto" risposi col cuore in gola, forse quel maledetto professore gli avrà detto della canzone, mi verrebbe voglia di incidergliela a suon di schiaffi e vediamo se ha ancora voglia di mettermi i bastoni tra le ruote. Ma senza perdere altro tempo, mi misi subito al lavoro per impedire che mio padre mi facesse una bella ramanzina. Senza nemmeno accorgermene era già sera e Agata mi chiamò dicendomi che la cena era pronta, il che significava che mi toccava affrontare l'ira di mio padre; scesi le scale che mi conducevano tra le fiamme dell'inferno e quando raggiunsi il soggiorno trovai Agata che serviva la cena e mio padre che usava il telefono, ma con un'espressione più seria del solito, e quando notò la mia presenza lo mise via aspettando che mi sedessi. "Immagino che non sappiate il motivo per cui ho richiesto una riunione di famiglia, perciò cercherò di evitare giri di parole, ci trasferiamo, a Tokyo." "che cosa?!" risposi con un'espressione scioccata. No, non può dire sul serio! "Yuki so che per te è difficile ma.." "No tu non lo sai, non sai niente di me, stai sempre attaccato al tuo stupido cellulare, non hai idea di ciò che mi stai chiedendo!!" "modera i termini signorina, non sei nella posizione di decidere, ho già prenotato il volo, partiamo fra due giorni, e non voglio sentire lamentele!" "Due giorni?? Non posso fare tutto in due giorni papà, la scuola, gli amici" *e Alex* oh no... "papà io non voglio andarmene, non posso!" "Ti rifarai una vita Yuki, ti iscriverò alla migliore scuola di musica e ti farai dei nuovi amici" "E dove vivremo? Nella nostra vecchia casa? Dove lì i ricordi fanno più male delle pugnalate che mi stai dando adesso?" dissi con le lacrime agli occhi, in quella casa passavo le mie ore con Rei, non posso tornarci, non posso! "Si tratta di affari Yuki, affari a cui non posso rinunciare, so che per te il ricordo di Rei riaffiorerà, ma sei grande ormai, e potrai superarlo, pensi che a me non ritorni il ricordo di tua madre..? "Mi si strinse così tanto il petto dopo queste parole, che non ero più in grado di rispondergli, così mi alzai e corsi in camera mia in lacrime, iniziai a buttare per terra le mie cose e a strappare la canzone che con fatica avevo cercato di scrivere, avrei preferito la ramanzina della scuola a quella notizia, non potrò più stare con le mie migliori amiche e dovrò dire addio a l'unico ragazzo che riempiva i miei pensieri. Dovrò ricominciare da capo, affrontando i fantasmi del mio passato; ce l'avevo ancora lì, impressa nella mente l'immagine del corpo di Rei e suo padre stesi sull'asfalto in una pozza di sangue, mentre cercavo di svegliarlo, ma inutilmente, perché poi arrivò mio padre che cercava di portarmi via da quella orribile scena mentre io continuavo ad urlare: "REI! REII!! NON LASCIARMI REI, TI PREGO!!", non basteranno cent'anni per farmela dimenticare, e ancor di più se dovrò passare tutti giorni per quella strada per andare in qualsiasi posto. Senza nemmeno accorgermene, mi addormentai tra una lacrima e l'altra e la mattina dopo trovai la stanza tutta in ordine, merito di Agata ovviamente, che aveva assecondato l'ennesima crisi, e non so se dovrò dire addio anche a lei, perché purtroppo lei in giapponese non sa dire neanche "grazie" e non può di certo impararlo in meno di due giorni, e mi sento come se dovessi separarmi da una madre una seconda volta. Ancora non so come dirlo agli altri, ma non ho molto tempo a disposizione, sarà meglio usare questa giornata per impacchettare tutto e domani glielo dirò. Ero completamente a pezzi per quanti scatoloni avevo riempito, mio padre li spedirà tutti domani mattina e per quanto riguarda i mobili penso voglia venderli essendo di gran valore e tenuti in ottime condizioni grazie ad Agata. Dato che avevo la serata libera chiesi ad Alex, Jamie, Molly e Anthony di incontrarci al Bar Luna, dove avrei dato loro la splendida notizia..Quando arrivai avevo notato che erano già arrivati tutti, così feci un respiro profondo e mi diressi verso di loro: "Ei Yuki! Che viso pallido che hai, ti senti bene? mi domandò Jamie con aria preoccupata "In realtà non proprio, devo parlarvi ragazzi, ordiniamo qualcosa da bere." "Va bene ci penso io, quattro cocktail per favore." disse Alex mentre tirava fuori i documenti per mostrarli al barista. "allora che succede? domandò Molly. "L'ho saputo solo ieri sera, e mi dispiace dirvelo così su due piedi ma.." "è tanto grave?" esclamò Anthony "direi di sì, ragazze, io...mi trasferisco a Tokyo, dopodomani.." "Che cosa!!?" dissero in coro tutti e quattro "No Yuki, tu non puoi andartene" "Lo so Molly, neanch'io voglio andarmene" risposi singhiozzando, "ma non ho scelta, mio padre ha già prenotato i voli e oggi ho impacchettato tutte le mie cose, mi dispiace tantissimo.." Senza esitare, Molly e Jamie si erano precipitate ad abbracciarmi, con le lacrime agli occhi." "Non hai idea di quanto ci mancherai.." "Anche voi amiche mie.." quando ci staccammo notammo che Alex era uscito dal bar, così lo raggiunsi per rimanere soli: "Alex.." "Non posso crederci Yuki, io speravo in un futuro insieme a te.." "Mi dispiace davvero tanto Alex, ma per fortuna tra me e te non c'è mai stato nulla, potrai innamorarti di un'altra persona", ancora non potevo credere che gli stavo dicendo queste parole, ma prima avrebbe smesso di pensare a me e meglio sarebbe stato per entrambi. "si potrei, ma non so se è ciò che voglio.." "non rendere le cose ancora più complicate, non hai molta scelta.." "non mi sembri così triste di lasciarmi.." "no infatti" mentì spudoratamente, "sono più triste di lasciare persone che conosco da una vita, noi ci conosciamo da due settimane.." "non pensavo di contare così poco per te.." "cerco solo di stare male per meno persone possibili.." "certo..addio Yuki, fai buon viaggio" "grazie Alex, addio.." si allontanò senza voltarsi, non so se ho fatto bene o male a trattarlo così, ma una cosa è certa, quella sarebbe l'ultima volta che l'avrei visto. Dopo aver salutato i miei amici almeno dieci volte, tornai a casa col cuore a pezzi, mi mancherà tutto, le nostre giornate passate in quel semplice, ma speciale bar, mi mancherà mangiare sempre le stesse cose, mi mancheranno le serate notturne a parlare e scherzare, mi mancheranno anche i vicini impiccioni, ma soprattutto, mi mancherà essere solo noi.
Era mattina, l'ultima volta che mi sarei svegliata per andare alla Manhattan Music School, domani a quest'ora sarò già in viaggio per andare in aeroporto. Quando mi alzai andai verso il bagno a farmi una doccia veloce, mi lavai i denti, mi truccai , mi misi i miei vestiti al posto della divisa e scesi in soggiorno per poi uscire di casa salutando solo Agata. In fermata come al solito trovai Jamie e Molly, e dall'espressione dei loro volti e il rossore degli occhi dedussi che avevano pianto tutta la notte, così quando le raggiunsi le abbracciai senza dire una parole, e quando salimmo sul bus rimanemmo abbracciate per tutto il viaggio. Arrivata a scuola invece di dirigermi subito verso l'armadietto andai nell'ufficio della preside dove le consegnai i documenti per il ritiro e la divisa, perché mio padre era troppo occupato per darglieli di persona, così li aveva lasciati a me: "questa è una grande perdita per una cantante come te Yuki, spero che a Tokyo ci sia una scuola degna del tuo talento." esclamò con un tono dispiaciuto. "Già, lo spero anch'io Preside, arrivederci e grazie di tutto." quando uscì dall'ufficio andai verso il mio armadietto per raccogliere tutte le mie cose in una scatola per poi chiuderlo definitivamente consegnando la chiave in segreteria e in fine me ne andai senza salutare nessuno, per evitare di scoppiare un'altra volta in lacrime. Quando arrivai feci in tempo a consegnare lo scatolone prima che i corrieri se ne andarono, e una volta entrata in casa, per ammazzare il tempo decisi di fare pratica con il giapponese, perché anche se mio padre aveva fatto in modo che non lo dimenticassi, parlarlo mi vieniva un pò difficile, e in più non smisi di pensare a quelle semplici parole che usavamo io e Rei, dopotutto eravamo bambini, e non utilizzavamo lo stesso linguaggio di ora, quindi mi faceva anche uno strano effetto, ma cercai subito di scacciare quel pensiero e continuai con gli esercizi. Quando arrivò l'ora di cena Agata mi chiamò per farmi scendere, ma io le risposi che non avevo fame e mi lasciò stare, ma non mio padre, che pochi instanti dopo bussò alla mia porta dicendomi: "Yuki, sono papà, per favore scendi a mangiare, il viaggio sarà molto lungo e non puoi rimanere a digiuno." "come se te ne importasse qualcosa." risposi schiva "certo che m'importa, smettila di comportarti come una bambina ti prego, ti ricordo che non volevi nemmeno venire in Italia e guarda com'è andata a finire, ti sei fatta comunque degli amici" "si, che ora mi stai costringendo a lasciare, evidentemente è NEL MIO DESTINO essere separata dalle persone che amo.." dissi mentre mi si formava un magone allo stomaco.. "si ma non stiamo andando in un luogo sconosciuto, Tokyo è la tua vera casa, e sono sicuro che un pò di tempo tornerai a sentirla come tale." "questo è quello che pensi tu, ora per favore lasciami da sola." dissi, mentre mi dirigevo verso il balcone ad osservare il cielo stellato pensando con le lacrime agli occhi alle due persone che mi proteggono dall'assù: "Mamma, Rei, lo so che con voi parlo veramente, veramente poco, ma mi mancate, mi mancate tanto, ma finché stavo qui il vostro ricordo era meno doloroso, ma ora che sto ritornando nel posto dove vi ho perso entrambi non so se sarò in grado di vivere allo stesso modo, per questo vi chiedo di aiutarmi ad affrontare l'ennesimo cambiamento di vita, perché da sola non ce la faccio.." ed eccole qui, le lacrime di dolore, quel dolore che cerchi di soffocare con tutte le tue forze, ma che in un modo o nell'altro torna sempre..

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