1 Capitolo.

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Un po' come quando un'ora dopo aver fumato, riesci  ad avere ancora il sapore del fumo in bocca, così, sento ancora il sapore dei tuoi baci, seppur una vita dopo.
***
E ancora una volta, mi ritrovo ad osservare  la finestra della mia camera da letto, cercando oltre il vetro, guardando il cielo.

Nuvole tinte di un rosa chiaro si lasciano attraversare da veloci aeroplani.
Morbide, leggere..
Poso l'indice  sul vetro della finestra come a volerle toccare.
Poi abbasso lo sguardo e con l'altra mano spengo nel portacenere la sigaretta ormai finita.

Ho messo un po' di musica, ho alzato anche il volume  al massimo, ma nulla riuscirebbe a non farmi sentire questo rumore assordante che ho dentro.
Il casino in mezzo al niente.
Non servirebbero parole, niente lacrime, solo un tuo abbraccio.
Sentirmi al sicuro per un attimo.
Senza avere tracce di questa sensazione orribile che ormai sembra seguirmi da  quando sei andata via.
La voglia di averti tra le mie braccia, il desiderio di averti ancora mia.
***
Era bella..
I suoi capelli, la sua schiena, i suoi fianchi.
La sua morbida pelle..
Era tutta mia..
Ora.. Ora non lo so, ora lo è ancora?
***
Inizio Flashback
Due mesi prima

Metto la giacca di pelle nera, prendo le chiavi della moto ed esco di camera.
Vedo, in cucina, mia madre sorseggiare una tazza di thè.
"Ciao, io esco"
Mia madre è sempre stata una bella donna, all'apparenza più giovane di quello che in realtà è.
Occhi azzurri, capelli biondi e un fisico da urlo con le giuste forme.
"Tesoro, va bene, torni per cena?"
Purtroppo però, non abbiamo mai avuto un rapporto confidenziale o più stretto di quello che abbiamo.
Mille volte più bello del mio è quello  che ha con mio fratello Luca.
Forse perché mentre io, sono sempre fuori casa e alla prima occasione parto e vado via,  lui è sempre stato qui.
Accanto a lei.
Accanto a mio padre.
"Non penso."
Esco di casa, mi avvicino al mio gioiello, la metto in moto e via col vento che mi sfiora la pelle, i capelli, strade che si fanno attraversare e case, alberi, palazzi che si fanno superare.
Arrivo davanti ad un bar e mi fermo.
Ragazzi seduti che sorseggiano birre, cocktail e altre bevande.
Un gruppo di ragazze  guardano sbigottite parlando tra di loro.
Mi avvicino sempre di più e una volta arrivato all'ingresso riconosco lo sguardo di un tizio.
Faceva palestra con me, una volta.
Finì male con lui come anche con la maggior parte dei frequentanti, ricordo che fu lui a provocarmi e io, non avendo mai avuto tanta pazienza, alla prima battutina andai di matto e bum, bum. Gli ruppi il naso e poi forse qualcos'altro.

Mi guarda pieno di rancore, come se avesse qualcosa in sospeso con me, eppure, rimane a fissarmi senza fare un passo  in avanti.

Entro nel locale e chiedo una birra.
Pago, la bevo e vado via.

Più veloce di prima, come se avessi le ali al posto delle ruote, viaggio nell'oscurità della notte. Illuminata, di tanto in tanto, da luci comunali.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 08, 2020 ⏰

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