1_Un Giorno

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Lei stava camminando verso la propria aula. Era al piano terra di quell'immenso edificio e questo le permetteva di camminare con calma e senza l'infondata paura di non arrivare in tempo. Era una bella giornata dopotutto e Lei pensava che non fosse giusto sprecarla rinchiusa in quelle quattro mura. Si rincuorava dicendo che quello era l'ultimo giorno prima del fine settimana. Si sarebbe potuta riposare e prepararsi mentalmente al lunedì successivo.
Le piaceva la scuola, ma non tanto da passarci dentro qualche secondo in più del necessario. Credeva di essersi fatta il suo cerchio di amicizie e andava d'accordo con tutti. Non aveva problemi, né lì né a casa. Quindi andava tutto alla grande. Almeno così credeva. Forse le piaceva un ragazzo, o forse no, nessuno lo sapeva. Lei era gentile con tutti e non aveva mai parlato male di nessuno di loro, né tantomeno li aveva trattati male. Le volevano bene. Chi poteva non volergliene? E se invece fosse successo? Se all'improvviso l'avessero vista finalmente per quello che era? Lei era la ragazza del "e se". Si chiedeva continuamente cosa sarebbe successo se avesse preso un treno e non il suo successivo, se avesse detto un no invece di un sì o viceversa.

Lui era tutt'altra cosa: era bello e sapeva di esserlo. È intelligente, dicevano i professori, ma non si applica, dicevano. Gli piaceva la fisica, ma pensava che la matematica fosse noiosa. Adorava scarabocchiare sul proprio diario, ma l'ora di arte era una vera tortura. Durante storia la sua attenzione era massima, ma tramontava rapidamente non appena doveva imparare tutte quelle date chiuso in camera sua. Lui era questo: un "ma" vivente. Viveva e si nutriva di quelle frasi che si negavano e si affermavano a vicenda. Lui continuava a vivere come nulla fosse e non importava a nessuno il controsenso che aveva dentro.
Lui era diverso. Non era l'unico a pensarlo. Anche quando, non corrisposte, le ragazze s'innamoravano di Lui, lo continuavano a dire: ma Lui è diverso. Un altro "ma" associato a Lui. Quasi a farlo riconoscere anche a distanza. Lui non era più Lui. Era sé stesso, ma anche il suo contrario. Era solo un "ma".

Odiava camminare per quei corridoi così rumorosi eppure, dopo il suono agghiacciante della campanella, diventavano come delle tombe.
Era in ritardo, come sempre d'altronde. Doveva ancora salire quattro rampe di scale prima di riuscire finalmente a sedersi al suo banco. Salí le prime due e di riflesso guardò al piano di sotto: una ragazza stava attraversando l'atrio proprio in quel momento e il loro sguardo s'incrociò. Forse era Lei, forse era la brava ragazza che gli avrebbe insegnato ad amare con tutto il cuore e ad apprezzare le piccole cose. O forse no. Forse glielo avrebbe spezzato nel modo più plateale possibile, ma questo non lo sapremo mai. Si guardarono per una frazione di secondo, poi ognuno andò per la propria strada, come se non fosse successo nulla, perché infondo era la verità: non era successo nulla.

Il solito ℂlichéDove le storie prendono vita. Scoprilo ora